In principio, e ancora adesso, furono i libri apparentemente abbandonati su panchine, sedili del tram, muretti, poi romantiche casette tra i boschi, scaffali in luoghi di passaggio e ora anche vecchie cabine telefoniche. Lo chiamano bookcrossing e, nell’era dello sharing 2.0, è un modo concreto, reale e idealistico al tempo stesso per condividere e incentivare la passione per la lettura.
Il funzionamento è semplice: si lascia un libro libero di essere preso e letto da chiunque e liberamente se ne prende un altro. Che sia un singolo volume in apparenza dimenticato sul sedile della metropolitana o una serie di libri conservati negli appositi spazi, il cuore del bookcrossing è quello della libera circolazione degli amati libri.
LO SCAMBIO DI LIBRI, PRATICA COMUNE
Leggere appassiona, ed è contagioso. Ancora adesso, nell’epoca degli ebook e dei social network. E chi si appassiona a un libro, desidera condividerlo con gli altri. Gli scambi di volumi ci sono sempre stati tra amici, compagni di scuola e di colleghi. Ora è possibile farlo anche con gli estranei proprio grazie al bookcrossing, che da fenomeno spontaneo, sta diventando anche iniziativa organizzata.
Dalle associazioni ai comuni, è di gennaio il progetto «Pronto chi legge» che ha permesso al comune di Belluno di trasformare 3 cabine telefoniche in mini biblioteche, il bookcrossing entra in luoghi di passaggio come gli aeroporti e le stazioni e anche nelle aziende.
IL BOOKCROSSING ATTERRA IN AEROPORTO ED ENTRA IN AZIENDA
A Malpensa e Linate si chiamano book fly zone e sono vere e proprie librerie posizionate nell’area arrivi e in quella partenze, punti in cui i libri letti dai viaggiatori durante il volo possono essere presi da altri viaggiatori in partenza.
Cominciano a essere numerose anche le aziende che vedono nascere al loro interno, spesso su iniziativa dei dipendenti, piccole biblioteche per condividere la passione per la lettura. Proprio come è accaduto nella acciaieria Arinox di Sestri Levante dove, su iniziativa dei dipendenti più appassionati, è nata una vera e propria biblioteca. Un luogo che i dipendenti hanno contribuito a far crescere grazie alla donazione di più di 1000 volumi e che viene interamente gestita proprio da chi lavora in acciaieria.
IL BOOKCROSSING FA BENE AL CLIMA AZIENDALE
Biblioteche vere e proprie o uno scaffale con i volumi a disposizione,l’amore per la lettura può essere comunque una molla che aiuta a migliorare il clima lavorativo e a compattare il team. Ne sanno qualcosa in Great place to Work, dove, oltre a esserci il book crossing, esiste anche un vero e proprio circolo dei lettori con appuntamento fisso il lunedì mattina davanti a una bella colazione.
Che si chiami bookcrossing o booksharing, che abbia la forma di una biblioteca o di una semplice mensola, l’amore per un libri non può che far bene all’ambiente lavorativo, anche (e soprattutto) nell’era 2.0.
Fonte: BMag, 17 Settembre 2017