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ISSUE 305

Calcio e ambiente: un problema da affrontare e risolvere

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Calcio e ambiente: un problema da affrontare e risolvere

Il tema ambientale è sempre più centrale nella nostra vita. E’ indispensabile fare oggi le scelte che condizioneranno il nostro futuro. Il tema della sostenibilità comincia ora, ma dobbiamo immaginarci un futuro a medio lungo termine, tenendo conto di tutte le implicazioni delle conseguenze sociali, economiche ed istituzionali. Ed è importante considerare che ogni ambito può essere decisivo.

Anche il mondo del calcio, ad esempio, può fare tanto verso un futuro più sostenibile. In vista dei Mondiali di Russia del 2018, infatti, la Federazione Internazionale decise di avviare un programma che aveva come obiettivo principale quello di rendere la Coppa del Mondo un evento più sostenibile possibile. L’iniziativa, soprattutto nelle intenzioni (e già qui si potrebbero aprire migliaia di parentesi), era più che positiva, poiché mirava a migliorare l’impatto del torneo sia dal punto di vista ambientale che sociale ed economico.

Proprio per perseguire questo scopo, la FIFA stessa ha pubblicato nel 2016 un report contenente le previsioni di gas serra e rifiuti che sarebbero stati prodotti dal torneo. Purtroppo, oltre alle semplici proiezioni, dati effettivi non sono stati pubblicati e forse neanche raccolti.

Gli esperti hanno calcolato che per il solo periodo della competizione siano state prodotte i 1.943.000 tonnellate di CO2e (che consiste nel rapportare all’impatto sul clima dell’anidride carbonica quello di tutti gli altri gas serra, così da considerarli insieme). Per capire la portata di un numero del genere, stiamo parlando di circa la metà dell’anidride carbonica equivalente prodotta da Malta in tutto il 2017. Lo studio tiene conto di tutti i fattori che incidono in qualche maniera: dalla costruzione degli stadi ai trasporti usati da squadre e tifosi, dal merchandising ai rifiuti prodotti durante gli eventi fino ad arrivare all’acqua consumata.

 

Un problema di spostamento

Le squadre di oggi affrontano voli su voli per poter disputare le gare in giro per il mondo. Secondo statistiche, il brasiliano Marquinhos in forza al PSG ha viaggiato per circa 110.707 km in un anno. Roberto Firmino del Liverpool (97.907 km ) e il sudcoreano Son Heung-min (88.289). Solo Marquinhos da solo ha accumulato 53.5 tonnellate di CO2 in un anno, mentre i candidati al Pallone d’Oro( il premio dato da France Football per il migliore calciatore dell’anno) Leo Messi del Barcellona e Virgil Van Dijk del Liverpool sono “colpevoli” di aver emesso rispettivamente 20.9 e 16.5 tonnellate di CO2. Per capire l’entità dei numeri citati, 40 tonnellate di emissioni di CO2 sono l’equivalente di 20 tonnellate di carbone bruciate.

Per ridurre questi numeri bisognerebbe pensare ad una calendarizzazione delle partite più considerata, raggruppando gli eventi internazionali come le qualificazioni a Europei e Mondiali in precise date, riducendo così la quantità di voli a lunga tratta.

Ridurre il numero di partite resta comunque la soluzione più valida, ma al contempo quella meno realizzabile, per via degli enormi interessi economici che girano intorno a questo sport.

 

Le soluzioni

Diverse sarebbero le soluzioni da adottare, come ad esempio una calendarizzazione diversa delle partite. Gli organizzatori dei maggiori eventi stanno progettando, da tempo, soluzioni ad impatto ambientale zero per sensibilizzare il pubblico e ridurre l’inquinamento.

Un esempio è quello della Johan Cruijff Arena, nel quale gli oltre 53mila seggiolini sono stati venduti per ottenere fondi per beneficenza a sostegno della fondazione Ajax e sono stati sostituiti da sedili di plastica riciclata e raccolta anche dagli oceani; in Italia è stato fatto lo stesso nello stadio del Pontedera, squadra di Lega Pro.

La plastica rappresenta uno dei maggiori problemi di inquinamento poiché corrisponde all’80% dei rifiuti abbandonati negli oceani (fonti della Commissione Europea), proprio per questo il marchio Adidas nel 2018 ha iniziato una collaborazione con l’organizzazione ambientale «Parley for the Oceans» che ha permesso la creazione di un kit realizzato interamente in plastica riciclata ed utilizzato dai giocatori del Real Madrid; l’azienda tedesca vorrebbe espandere l’utilizzo della plastica riciclata in tutta la sua linea produttiva.

Nel suo piccolo la squadra inglese del Forest Green Rovers, a iniziato a lavorare sull’ecosistema del campo, un terreno interamente organico, con l’installazione di 180 pannelli solari sul tetto, al fine di produrre l’energia necessaria all’illuminazione dello stadio.

L’anno successivo il Forest Green introduce un robot tagliaerba che, utilizzando la tecnologia Gps e l’energia proveniente dai pannelli, riesce a curare l’erba del campo senza l’intervento umano. Grazie a queste innovazioni, il club ottiene il primo premio dell’Institute of Groundmanship nella categoria "sostenibilità e ambiente" per il suo terreno di gioco e le cure ambientali del New Lawn, battendo la concorrenza di 200 candidati. Insomma, il calcio inquina ma si può fare tanto visto che si tratta di uno sport molto amato dai tifosi e dagli appassionati che magari si informano sui pronostici su siti come NetBet scommesse online, ma ha un grande ruolo sociale e per questo motivo deve sforzarsi di cambiare e migliorare il mondo.

 

Foto di Markus Weber da Pixabay

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