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ISSUE
319
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affaritaliani.it
Le ambizioni climatiche del Regno Unito che ha da meno di un mese annunciato un taglio delle emissioni di anidride carbonica del 55% entro il 2030, anticipando così l’Europa di quindici anni, puntano sempre più in alto. Ma dietro tali ambizioni si cela un "piccolo sporco segreto", rivela il direttore di Greenpeace UK, introducendo il rapporto sull'impatto climatico delle istituzioni finanziarie del Paese nato in collaborazione con Wwf. In particolare, la City di Londra si colloca come il nono inquinatore mondiale, ma l'intero settore finanziario non ha ancora nessun obbligo in termini di emissioni. Così, il cuore pulsante dell'economia nazionale del Paese, conosciuta come un "diamante della finanza green", riporta il sito di Rinnovabili.it, si fa portavoce di una storia ben diversa.
Secondo il report stilato dalle due Ong, Greenpeace Uk e Wwf, i numeri parlano chiaro: 15 banche inglesi e 10 asset manager, tramite i finanziamenti di progetti all’estero e i loro investimenti, nel 2019 hanno finanziato 805 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica. Se il cuore finanziario della Gran Bretagna fosse uno Stato indipendente, sarebbe nella top ten dei massimi inquinatori mondiali e si guadagnerebbe di diritto il nono posto, sottolinea il sito di Rinnovabili.it. Paragonando il volume delle emissioni con gli altri Stati europei sarebbe pari a quello Germania, corrispondente a 1,8 volte quello ufficiale del Regno Unito.
“I risultati dimostrano che la finanza Uk dovrebbe essere considerata un settore ad alto tenore di carbonio, non dissimile dall’estrazione di petrolio e gas, dall’estrazione del carbone, dall’aviazione e dai trasporti”, si legge nel rapporto. Il settore dovrebbe quindi venir regolamentato con delle "leggi ad hoc", in linea con gli accordi di Parigi sul clima e gli annunci di neutralità carbonica entro il 2050. I dati contenuti nel rapporto “dimostrano chiaramente la portata dell’impatto delle istituzioni finanziarie nel guidare il cambiamento climatico”. Ma si tratta "della punta dell’iceberg, poiché l’analisi ha utilizzato un campione indicativo delle istituzioni finanziarie del Regno Unito ed esclude alcune attività di finanziamento come l’underwriting”.
Rassegna del 11 Giugno, 2021 |
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