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Traguardo ambizioso: 100 milioni di alberi da piantare entro il 2024. Il tutto usando squadriglie di droni guidati dall'intelligenza artificiale (Ai) capaci di piazzare nel terreno 40mila semi al giorno, con una velocità che è venticinque volte maggiore rispetto ai metodi tradizionali. L'australiana AirSeed Technology guarda in alto per affrontare la crisi climatica e gli otto anni che ci restano per invertire la tendenza in fatto di gas serra presenti nell'atmosfera.
Dietro questa compagnia, che ha una sede a Sydney e una a Cape Town in Sud Africa, ci sono Andrew Walker e Andries Louw. Il primo è un ingegnere che ha lavorato in Bmw e AirBus, il secondo un pilota di droni con una lunga esperienza nel campo dell'agricoltura di precisione e nell'analisi dati legati alla mappatura del territorio. Ha passatogli ultimi tre anni a raccogliere informazioni aeree su 40mila ettari in Sud Africa, Lesotho, Namibia, Botswana e Australia.
La mappatura
La fase iniziale è proprio quella della mappatura aerea accurata del territorio. In seguito vengono individuati i punti dove rilasciare i semi e stabiliti i piani di volo gestiti dalle Ai. Prima del decollo ogni tramoggia del drone, contenitore a forma di piramide capovolta, viene riempita con baccelli di semi appositamente selezionati compatibili con l'habitat scelto. Sono prodotti utilizzando biomassa di scarto e dotati di un rivestimento ricco di carbonio che li protegge dagli uccelli, insetti e roditori. Delle piccole sfere scure che contengono il seme e che vengono letteralmente sparate dal drone in modo che si conficchino nel terreno.
La biotecnologia
"E' la chiave della nostra biotecnologia, che aggiunge un sistema di supporto per il seme una volta che è a terra", ha spiegato Walker a Euronews. "Protegge il seme da diversi tipi di fauna selvatica, ma lo supporta anche una volta germinato grazie ai nutrienti e fonti minerali di cui ha bisogno, con l'aggiunta di alcuni probiotici per aumentare la crescita".
Una volta in volo, i droni navigano su percorsi prestabiliti, piantando secondo il piano e registrando le coordinate di ciascun seme per tornare poi a controllare il loro stato. Ovviamente l'intervento non si riduce solo agli alberi, ma può essere esteso ad altre piante secondo la necessità. L'obiettivo dichiarato della startup è infatti quello di restaurare gli habitat naturali più compromessi.
Walker e Louw, con le altre sei persone che lavorano per la startup, stanno sperimentando la loro tecnologia e hanno già piantato 50mila semi. "I nostri baccelli brevettati sono una soluzione a basso costo e a basso impatto per riforestare le specie autoctone. Hanno dei vantaggi unici che aumentano i tassi di crescita delle piantine in via di sviluppo" sostengono. Sono solo all'inizio quindi, ma se il sistema si dovesse dimostrare davvero efficace di certo sentiremo ancora parlare di AirSeed Technology.
Jaime D'Alessandro
Rassegna del 13 Maggio, 2022 |
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