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Rassegna del 7 Febbraio 2019
    

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l’Italia è il Paese con pìù aree a rischio per smog: il Belpaese bocciato dalla UE in materia ambientale


l’Italia è il Paese con pìù aree a rischio per smog: il Belpaese bocciato dalla UE in materia ambientale

Secondo uno studio pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, inquinamento e condizioni socio-economiche fanno dell’Italia il Paese dell’Unione Europea col più alto numero di zone in sui si respira male e si è soggetti a continui sbalzi climatici.

Lo dicono a Bruxelles, dal primo rapporto dell’Agenzia dell’Ue per l’ambiente, che mette in relazione indicatori sulla salute, ambientali e socio-demografici. Lo studio sottolinea che le diseguaglianze economiche e sociali aumentano l’impatto di inquinamento atmosferico e acustico e delle temperature estreme. Risultato: i paesi del Sud e dell’Est Europa sono i più vulnerabili.

Il rapporto dell’Agenzia Ue rileva che i rischi maggiori per la salute da inquinamento e cambiamenti climatici si registrano in aree dove i redditi e il livello di istruzione sono inferiori alla media europea, e superiori sono i tassi di disoccupazione a lungo termine e di anzianità della popolazione.

"In generale, più povero sei in Europa, maggiori sono i rischi di vivere in un'area con scarsa qualità dell'aria", spiega il direttore dell'AEE, Hans Bruyninckx.

E’ un’analisi esplorativa, quella della UE, che prende in considerazione per la prima volta diversi ambiti della vita delle persone. La salute dei più vulnerabili rimane colpita in modo sproporzionato dai rischi legati all'inquinamento atmosferico e acustico, o anche alle temperature estreme (freddo e caldo). Le regioni dell'Europa orientale (tra cui Polonia, Ungheria, Romania e Bulgaria) e dell'Europa meridionale (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia), che registrano tassi di disoccupazione più elevati e livelli di istruzione inferiori alla media, sono quindi più esposte alle particelle fini (polvere, fumo, fuliggine e polline) e all'ozono.

Tra le città con i più alti livelli di disoccupazione e la più alta esposizione al particolato Pm10 sono citate Torino, Stara Zagora (Bulgaria) e Nicosia (Cipro). L’Italia è uno dei tre paesi Ue (gli altri sono Grecia e Slovacchia) che presenta più territori in cui i rischi ambientali si sovrappongono ai fattori sociali.

 

 

Nella Penisola si trova il maggior numero di aree in Europa esposte a tre tipi di inquinamento atmosferico – da particolato, biossido di azoto e ozono – e alle ondate di calore, con la presenza simultanea dei problemi di smog tipici delle aree urbane con reddito pro-capite inferiore alla media europea (Pm10 e ozono) e quelli delle regioni sviluppate (biossido di azoto).

"Ricordiamo - dice il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa - che siamo in una vera e propria emergenza ambientale e sanitaria: 90 mila morti premature all'anno dovute allo smog. E' inaccettabile”.

Il governo ha predisposto misure per poter dare una svolta ambientale al Paese. Con un’attenzione alla mobilità elettrica, come gli stanziamenti per la mobilità elettrica nei parchi, fondi per le aree verdi nelle strutture sanitarie e l'ampliamento del fondo Kyoto per l'efficientamento energetico delle strutture pubbliche come scuole, palestre e ospedali.

La vulnerabilità delle persone che vivono in condizioni sociali disagiate è data anche dall’età superiore alla media: viviamo sempre di più, ma con una qualità della vita in peggioramento. Le variabili socio-economiche, infatti, incidono anche sulla capacità di gestire fenomeni meteo estremi: l’invecchiamento amplia le fasce vulnerabili della popolazione, la disponibilità di reddito è determinante, per esempio, per isolare termicamente il luogo dove si abita e un basso livello di istruzione può ridurre la consapevolezza sui comportamenti da adottare in caso di picchi di calore.

Il tempo scorre, la popolazione italiana oggi diminuisce, e invecchia, più velocemente che mai: nel 2050 saremo due milioni e mezzo in meno e gli over 65, oggi un quarto della popolazione, diventeranno più di un terzo, vale a dire 20 milioni di persone, di cui oltre 4 milioni avranno più di 85 anni.

Jessica Lorenzi

Ufficio Stampa Web - ESO

Fonte e photo credits: ANSA

 




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