E’ ancora troppo il cibo che sprechiamo sulle nostre tavole. 36 kg di alimenti che ogni italiano getta nella spazzatura e che avrebbe potuto consumare. 36 kg che pesano sulle nostre tasche per un valore totale di 12 miliardi di euro.
Nella sesta giornata mondiale contro lo spreco alimentare, organizzata dal ministero dell'Ambiente, si è fatto il punto sul rapporto degli italiani con il food waste: la fotografia fornita da Waste Watchers e Last minute Market dell'Università di Bologna e SWG non è lusinghiera.
Gli Italiani acquistano troppo, o acquistano male, non compilano una lista della spesa adeguata alle loro effettive necessità, non leggono le etichette dei cibi e prestano poca attenzione alle scadenze. Una volta a casa, non ottimizzano l’uso di frigo e dispense e sono disorganizzati.
Secondo i dati, negli ultimi cinque anni lo spreco alimentare supera la percezione di quello idrico, energetico o monetario. Il settore alimentare è quello in cui si spreca di più per il 74% degli italiani, era il 60% nel 2014. Mentre quello idrico segue per il 48%.
E allora, come ridurre lo spreco alimentare: 7 italiani su 10 ritengono che un'educazione alimentare aiuterebbe, il 26% propone nuovi packaging e il 20% incentivi e sanzioni legati alla poca attenzione alla pattumiera.
Una buona parte ha già iniziato ad adottare accorgimenti: c’è chi controlla la dispensa prima di fare la spesa, chi congela il cibo. Più di un italiano su due controlla se si possa ancora mangiare prima di buttarlo. Molti fanno ricette con gli avanzi ma solo un italiano su tre chiede al ristoratore una doggy bag per portare a casa quello che non ha mangiato. Siamo ancora infatti molto lontani dalle conquiste di altre nazioni, a partire dagli Stati Uniti, dove la borsa con gli avanzi è nata addirittura negli anni '40 per diventare ormai un’abitudine consolidata tra la popolazione, tale da divenire moda fra i Vip.
In Francia c’è una norma che obbliga i ristoranti con più di 180 posti a sedere ad avere in dotazione la doggy bag, così come in Cina, portarsi a casa gli avanzi, dove la richiesta del "dabao" (che significa "Mi faccia un pacchetto") è entrata nel galateo, e viene considerata un comportamento da persone educate.
In Italia invece, il 9% non la chiede perché non è educato, volgare, e il 5% perché si vergogna.
I passi da fare, per migliorare questa situazione, sono ancora molti.
Jessica Lorenzi
Ufficio Stampa Web - ESO
Fonte e photo credits: Spreco zero