La newsletter di ESO
Twitter facebook Youtube Linkedin


Rassegna del 11 Luglio 2019
    

GoGreen Newsletter

La sostenibilità, le prediche di Greta e l'autonomia amministrativa delle città


La sostenibilità, le prediche di Greta e l'autonomia amministrativa delle città

Con la forza del disagio canicolare si rilancia il tema della sostenibilità ambientale. Giusto. Sostenibilità fa rima con circolarità, dell’economia innanzitutto. L’economia circolare è uno dei sacrosanti mantra ripetuti sempre, soprattutto quando si parla di città. Di grandi città o di città metropolitane.

Oltre due terzi dell’energia del Pianeta è consumata nelle città che sono la causa di circa il 70% delle emissioni globali, secondo i dati della Ellen MacArthur Foundation. Dati inconfutabili sui mutamenti climatici, statistiche ultimative sulla necessità di cambiare stili di vita e di produzione energetica, necessità incontrovertibili di adottare i criteri dell’economia circolare per rendere sostenibile la vita nelle città del Pianeta.

Eppure, “nonostante che dal programma piovessero certezze” – come ha scritto in questi giorni Stefano Balassone a proposito di una trasmissione tv ricca di propositi di sostenibilità – noi restiamo quotidianamente travolti da un mare di dubbi.

Prediche e anatemi hanno fatto il loro tempo, anche quando sono pronunciati da nuovi e giovani profeti, come la svedese Greta Thunberg. Non basta un volto nuovo per rinnovare una questione “vecchia” come il mondo, che riguarda il consenso.

La retorica moralista non funziona più. Indipendentemente dal suo praticante. Nonostante gli sforzi dei media – tradizionali o social, poco importa – per riproporre il mainstream più corretto politicamente. Gli individui, le comunità, la “gente” – se vogliamo banalizzare con un vocabolo generico – hanno consumato un distacco ormai incolmabile tra la verità (presunta: ogni verità nel mondo senza dio dopo la Rivoluzione francese è sempre e solo presunta) e il comportamento.

Nessuno si fida più di nessuno, almeno quanto tutti pensano di poter dire tutto.

Se dobbiamo salvare il mondo dobbiamo cercare di trovare il consenso di chi, nelle città o nelle campagne, deve prestarsi all’esercizio delle buone pratiche richieste dall’economia circolare. Non bastano prescrizioni, divieti e imposizioni fiscali (i gilet gialli insegnano). L’innovazione deve produrre benefici economici e generare equità sociale. In una società impregnata di nichilismo il consenso transita attraverso il criterio dello scambio.

Il vantaggio e la convenienza sono diventati la misura civica di tutte le cose. Anche e forse soprattutto per quel che riguarda i temi della sostenibilità sociale e ambientale. E certamente per quel che riguarda i luoghi in cui la socialità si manifesta e si consuma, cioè nelle città.

Tra il 1900 e il 2015, la percentuale di popolazione residente in città è cresciuta dal 14% al 54% e le proiezioni formulate dalla Banca Mondiale prevedono che raggiungerà il 66% entro il 2050. Due terzi degli abitanti del Pianeta vivrà in città, grandi megalopoli (come Tokio o Singapore) o nelle città metropolitane “all’italiana”, le cui dimensioni per quanto grandi (si pensi a Roma come massima estensione urbana nazionale) non possono prevedibilmente diventare paragonabili alle grandi concentrazioni orientali, o americane, o africane.

È certo che alle città saranno affidati compiti decisivi sui nuovi equilibri di sostenibilità. Ma quanto è credibile parlarne mentre si accumulano rifiuti non smaltiti nelle strade? Quanto si può motivare la comunità cittadina nell’auspicare la sostituzione di lampade a fluorescenza con quelle a led, di fronte alla inevitabile lamentela, che mi sono sentito fare da sindaco: “Ma così ci si vede di meno! Le strade sono più buie!”.

La città può diventare volano di politiche – sì occorre la politica, perché la politica conosce la necessità del consenso, non della verità presunta o della predica più o meno ragionevole – solo se alla città verrà riconosciuto un ruolo credibile di luogo in cui i problemi vengono risolti, non moltiplicati.

Più autonomia, più risorse umane e finanziarie sono la condizione per recuperare reputazione. La città virtuosa, come macchina amministrativa capace di output vantaggiosi e convenienti per chi la abita, potrà diventare polo di sostenibilità, di economia circolare, come è stato suggerito in un recente convegno promosso da Enel al Link Campus di Roma.

Una città in cui l’amministrazione non è messa in condizione di decidere è un luogo in cui le regole della sostenibilità rischiano di restare chimere, fino al punto di infastidire, anche contro il più basico degli interessi. Mi viene in mente la scelta del sindaco di Madrid che ha abolito le ztl, proprio perché ha ritenuto ingestibili i problemi derivanti da regole e vincoli troppo stringenti per la libertà dei cittadini e dei turisti.

Il rischio di vedere parcheggiata un’automobile all’ingresso del Prado diventa reale, ma l’eventualità preoccupa (almeno per ora) meno dell’incubo, altrettanto reale, dell’inferno del traffico limitato.

Per le città italiane, per farle diventare motore di sostenibilità sociale e ambientale, serve una iniezione di “agibilità politica”, uno spazio effettivo di esercizio amministrativo autonomo e misurabile con le necessità della comunità cittadina.

Beh, anche in questo orizzonte è una rinnovata autonomia - dopo anni di centralismo ordinamentale e finanziario - che può rilanciare il ruolo delle città, anche in questa loro rinnovata vocazione di organizzatrici di vita sostenibile per gli abitanti di oggi e per i loro figli.




Torna alle notizie GOGREEN




Rassegna del 11 Luglio 2019
 
8 di 13 della rassegna...
    
Cambiamento climatico: Londra calda come Barcellona entro il 2050
http://www.rinnovabili.it

Energie rinnovabili: firmato il decreto con le agevolazioni! Incentivi per eolico, fotovoltaico, idroelettrico
www.ingenio-web.it

Canon: perché un’azienda sostenibile è un’azienda di successo
news.google.com

Stiamo per superare limite del carbonio negli oceani secondo lo scienziato Americano Daniel Rothman
Angela Lazzari - notiziescientifiche.it

Energia eolica potrebbe fornire 10 volte il fabbisogno energetico dell’intera Europa
notiziescientifiche.it

Nuove foreste per rallentare il cambiamento climatico di Mark Fischetti/Scientific American
Traduzione ed editing a cura di Le Scienze

2° Conferenza nazionale delle Green City a Milano il 16 luglio
www.fondazionesvilupposostenibile.org

La Francia introdurrà una tassa sui biglietti aerei
AP Photo/Christophe Ena, File

 
 
Privacy   |   Supporto

www.eso.it - info@eso.it