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Rassegna del 17 Ottobre, 2019
    

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Sei raccomandazioni per il green reporting delle imprese italiane


Sei raccomandazioni per il green reporting delle imprese italiane

Sei “raccomandazioni per il green reporting” finalizzate a fare delle Dichiarazioni non finanziarie delle imprese italiane uno strumento di strategia e non solo di comunicazione.

Le raccomandazioni, frutto di una riflessione sui risultati dell’indagine svolta per valutare le modalità e la qualità con cui gli aspetti ambientali vengono trattati nelle Dichiarazioni Non Finanziarie (DNF) delle imprese italiane, sono state presentate nel corso dell’evento “La green economy nel reporting non finanziario”, organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con il supporto di Itelyum, leader italiano nell’economia circolare, e in partnership con il Global Compact Network Italia.

L’indagine, svolta dalla Fondazione, ha interessato 130 imprese delle oltre 200 obbligate a rendicontare informazioni non finanziarie nel rispetto del D.Lgs. 254 del 2016. Le DNF delle imprese del campione sono state interrogate sulla base di una griglia di 86 indicatori chiave, allo scopo di fare il punto sullo stato del reporting non finanziario con un focus dal punto di vista della green economy toccando i temi del cambiamento climatico, dell’economia circolare e del capitale naturale e biodiversità. Le 6 raccomandazioni rappresentano dei suggerimenti per un green reporting e per sopperire alle principali criticità emerse dall’indagine. Ecco le 6 raccomandazioni:

1 – Dare più spazio alle tematiche ambientali:planet first!

2 –Dal processo al prodotto: mettere al centro la qualità ambientale dei beni e servizi

3 -Obiettivi e target: misurare le proprie performance ambientali

4 -Climate action: misurare e ridurre la carbon footprint di processo e di prodotto

5 –Circular economy: orientare il modello di business in chiave circolare

6 –Capitale naturale e biodiversità:un nuovo patto tra imprese e territorio

L’ indagina ha evidenziato che  la dimensione ambientale è sempre presente negli strumenti di reporting non finanziario, ma raramente viene rappresentata in modo adeguato. Nelle liste e matrici di materialità delle imprese, il 21% degli aspetti indicati sono di tipo ambientale, e degli indicatori totalmente rendicontati il 33% riguardano performance ambientali.

Con riferimento agli impatti ambientali derivanti dalle proprie attività, le imprese sono consapevoli dell’importanza di misurarli e monitorarli, tuttavia tali misurazioni ricoprono nella maggior parte dei casi un perimetro limitato all’attività degli uffici e dei processi produttivi, tenendo fuori i beni e servizi. Sono, invece, proprio i prodotti gli artefici dei maggiori impatti ambientali negativi, ma solo l’8% delle imprese valuta in qualche modo le performance ambientali di questi ultimi. Mentre l’11% rendiconta interventi di miglioramento delle performance di circolarità sul design del prodotto o sul proprio modello di business.

Il 92% delle imprese rendiconta serie storiche delle proprie emissioni di gas serra, un dato alto, ma solo il 35% delle imprese rendiconta le proprie emissioni nel perimetro più ampio della propria catena del valore (Scope 3).

In ottica di economia circolare solo l’11% delle imprese rendicontano interventi di migliora­mento della performance di circolarità a partire dal design del prodotto o sul proprio modello di business. Sono invece il 28% le imprese che rendicontano le percentuali di approvvigionamento di materia prima riciclata e il 31% quelle che descrivono le azioni tese al ridurre l’utilizzo di materia prima vergine.

Nonostante il tema della biodiversità sia toccato dal 45% dei report analizzati, appena il 12% delle imprese lo considera materiale. La perdita della biodiversità, la ridotta funzionalità degli ecosistemi, la diminuzione della resilienza ecologica possono retroagire sulle imprese e sulle filiere produttive, generando nuovi rischi e richiedendo strategie e azioni differenti. Per questo è importante che le imprese misurino e siano consapevoli dei propri potenziali fattori di impatto sul contesto ambientale e della loro relazione con la biodiversità: attualmente solo l’8% delle imprese effettua tale tipo di rendicontazione.

 

Foto di mohamed Hassan da Pixabay




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