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Inquinamento marino da plastica: gli uccelli marini accumulano sostanze chimiche “nascoste”


Inquinamento marino da plastica: gli uccelli marini accumulano sostanze chimiche “nascoste”

Presenza ben oltre i limiti di sostanze chimiche sia nei pulcini di berte in Giappone che negli albatros, sterne e sule adulti alle Hawaii.

Secondo lo studio “In Vivo Accumulation of Plastic-Derived Chemicals into Seabird Tissues”, pubblicato su Current Biology da un team di ricercatori giapponesi e statunitensi, «L’inquinamento da plastica può accumularsi nei corpi degli uccelli marini, aggiungendosi alle minacce che affrontano in natura».

 

Per esaminare gli effetti diretti dell’esposizione alla plastica degli uccelli marini, ricercatori hanno somministrato dei pezzetti di plastica a dei pulcini di berta codacorta (Puffinus tenuirostris) che vivono su una scogliera sull’isola di Awashima, in Giappone, e hanno scoperto che delle sostanze chimiche provenienti dalla plastica erano finite nel fegato e nei tessuti adiposi degli uccelli, con «livelli migliaia di volte più alti del normale».

Poi il team nippo-statunitense ha prelevato campioni da uccelli marini selvatici che vivono nelle isole Hawaii, tra cui due tipi di albatros, la sterna fuligginosa (Onychoprion fuscatus), la sterna stolida bruna (Anous stolidus) e due specie di sule e i successivi esami hanno rivelato risultati simili.

Il team di scienziati guidato da Shouta Nakayama dell’università di Hokkaido sottolinea che «Con quasi la metà delle specie di uccelli marini del mondo in declino e il 28% classificato come minacciato a livello globale, l’inquinamento chimico è una minaccia pervasiva e in crescita. Questi risultati forniscono prove dirette dell’esposizione degli uccelli marini agli additivi plastici e sottolineano il ruolo dell’ingestione di rifiuti marini come fonte di inquinamento chimico».

In base agli attuali trend di produzione e presenza in mare di plastiche e microplastiche, si stima che entro il 2050 il 99% degli uccelli marini avrà ingerito rifiuti di plastica. Gli scienziati giapponesi spiegano che «Gli uccelli possono scambiare la plastica che galleggia sull’acqua per cibo, il che può causare lesioni o morte. Gli effetti delle sostanze chimiche tossiche assorbite dall’organismo sono meno chiari».

Samantha Patrick dell’università di Liverpool, che non ha partecipato allo studio, ha detto a BBC News che secondo lei «Il prossimo passo sarà scoprire se i prodotti chimici in plastica avranno effetti dannosi sulla riproduzione e sulla sopravvivenza. Gli studi che esaminano le conseguenze dirette dell’ingestione sono cruciali per comprendere gli effetti “nascosti” della plastica sugli uccelli marini. Questo studio dimostra che la plastica porta a livelli elevati di contaminanti nei pulcini di uccelli marini. Questo è un importante passo avanti nella nostra comprensione di come le materie plastiche influenzano le specie marine».

 

Foto di Free-Photos da Pixabay





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