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Rassegna del 21 Febbraio, 2020
    

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Coronavirus, una ricerca universitaria lo associa ai cambiamenti ambientali - di M.Cristina Ceresa


Coronavirus, una ricerca universitaria lo associa ai cambiamenti ambientali - di M.Cristina Ceresa

È diventato familiare come Coronavirus, ma dobbiamo ormai abituarci a chiamarlo Covid-19, nome proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Questa malattia a oggi, non è ancora stata classificata come pandemia, ma l’allerta è alta e dipenderà tutto dai prossimi giorni, relativamente ai focolai che potrebbero sorgere in altre parti del mondo.

Ma, intanto, un team dell’Università La Sapienza di Roma – coordinato da Moreno Di Marco del Dipartimento di Biologia e biotecnologie Charles Darwin – sta dando una lettura interessante del Covid-19 collegandolo ai cambiamenti ambientali (leggi anche crisi climatica).

La questione, ancora una volta, riguarda l’adozione di buone pratiche di sviluppo sostenibile. Altrimenti abbiamo perso in partenza.

L’attuale epidemia del Covid-19, originata nella provincia cinese di Hubei e causata da un Coronavirus simile a quello della Sars – spiega il team de La Sapienza – non è che l’ultima di una serie di pandemie che hanno terrorizzato paesi di ogni parte del mondo negli ultimi anni: Ebola, Sars, Zika, Mers, H1N1, solo per citarne alcune.

“Tutte queste pandemie – spiega Di Marco – hanno una cosa in comune: sono di origine zoonotica, sono trasmesse cioè dagli animali, soprattutto selvatici“.

La domanda è: sarebbe possibile prevenire questi fenomeni?

I recenti focolai di malattie infettive, come il Covid-19, sono stati associati alle alte densità di popolazione umana, ai livelli insostenibili di caccia e di traffico di animali selvatici, alla perdita di habitat naturali (soprattutto foreste) che aumenta il rischio di contatto tra uomo e animali selvatici e all’intensificazione degli allevamenti di bestiame (specie in aree ricche di biodiversità).

La lettura messa in luce dallo studio coordinato da Moreno Di Marco evidenzia che il rischio di insorgenza di pandemie non dipende di per sé dalla presenza di aree naturali o di animali selvatici, ma piuttosto dal modo in cui le attività antropiche influiscono su queste aree e queste specie.

I ricercatori sostengono che il rischio di insorgenza di malattie infettive rappresenti un punto cieco (blind spot) nei piani di sviluppo sostenibile, cui non vengono dedicate sufficienti misure di prevenzione.

Secondo gli studiosi è necessario riconoscere che esistono dei compromessi tra obiettivi di sviluppo socio-economico (come la produzione di cibo e di energia), l’impatto che questi hanno sull’ambiente e sulla biodiversità e i rischi che tali cambiamenti comportano in termini di insorgenza di pandemie.

Coronavirus: i consigli del Ministero della Salute

Per evitare di alimentare allarmismi o false informazioni, il Ministero della Salute tiene aggiornata una pagina di Faq – frequently asked question, domande riccorrenti – relativa ai Coronavirus.

Che cos’è un nuovo Coronavirus?

Un nuovo Coronavirus (nCoV) è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo. In particolare quello denominato Sars-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), non è mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, Cina, a dicembre 2019.

Cosa è la Covid-19?

La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: Covid-19 (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata).

Lo ha annunciato, l’11 febbraio 2020, nel briefing con la stampa durante una pausa del Forum straordinario dedicato al virus, il Direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Quali sono i sintomi di una persona infetta da un Coronavirus?

Dipende dal virus, ma i sintomi più comuni includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte.

Quanto è pericoloso il nuovo virus?

Come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo Coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente può essere fatale.

Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache.

Come si trasmette il nuovo virus da persona a persona?

Il nuovo Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata. La via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette per esempio tramite:

  • la saliva, tossendo e starnutendo 
  • contatti diretti personali 
  • le mani, per esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi 
  • in casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale 

Normalmente le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti, che comunque devono essere manipolati rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti.

Studi sono in corso per comprendere meglio le modalità di trasmissione del virus.

Quanto dura il periodo di incubazione?

Il periodo di incubazione rappresenta il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici. Si stima attualmente che vari fra 2 e 11 giorni, fino a un massimo di 14 giorni.

Quanto tempo sopravvive il nuovo Coronavirus sulle superfici?

Le informazioni preliminari suggeriscono che il virus possa sopravvivere alcune ore, anche se è ancora in fase di studio. L’utilizzo di semplici disinfettanti è in grado di uccidere il virus annullando la sua capacità di infettare le persone, per esempio disinfettanti contenenti alcol (etanolo) al 75% o a base di cloro all’1% (candeggina).

È sicuro ricevere pacchi dalla Cina o da altri paesi dove il virus è stato identificato?

Si, è sicuro. L’Oms ha dichiarato che le persone che ricevono pacchi non sono a rischio di contrarre il nuovo Coronavirus, perché non è in grado di sopravvivere a lungo sulle superfici.

 

 

Foto di Gerd Altmann da Pixabay






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