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Un'oasi intatta di coralli tra le Filippine e la Nuova Guinea


In questo tratto di oceano Pacifico resistono al fenomento dello sbiancamento. I ricercatori: "Segnali incoraggianti per l'ecosistema"

BANGKOK - Di certo c'è un segreto speciale da svelare nelle acque del Triangolo del Corallo, una delle oasi di natura marina a quanto pare meglio preservate del mondo tra Indonesia, Malesia, Papua Nuova Guinea, Filippine, Isole Salomone e Timor Est.

Nei suoi immensi 5,7 milioni di chilometri quadrati infatti non si è verificato il processo noto come "sbiancamento" delle barriere coralline dovuto altrove principalmente al riscaldamento globale e all'inquinamento. Queste acque preservano intatta, anzi in aumento, la popolazione di alghe che ricoprono e proteggono il fragile ecosistema dove nascono i coralli dall'esposizione diretta ai raggi del sole.

La salute di questo tratto di oceano è piuttosto in controtendenza, specialmente in queste proporzioni, visti gli effetti disastrosi del riscaldamento globale sulle popolazioni di alghe dei coralli in altri mari e nello stesso Pacifico.

Lo stanno studiando da alcuni anni gli scienziati dell'università del Queensland con tecnologie sofisticate di realtà virtuale e telecamere montate su scooter subacquei con una visuale di 360 gradi per fotografare fino a 2 km e mezzo di barriera corallina alla volta.

Alla conclusione che c'era stato poco o nessun deterioramento del reef i ricercatori sono giunti dopo aver scattato oltre 50mila immagini e averle confrontate attraverso programmi di intelligenza artificiale con le stesse foto del 2014. È solo un primo esame che lascia però ben sperare nelle potenzialità di una ricerca destinata a studiare i motivi che hanno preservato l'ambiente del "Triangolo" dalla sorte delle altre barriere.

"Dopo diversi anni deprimenti come scienziati della barriera corallina, testimoni del peggiore fenomeno mondiale di sbiancamento dei coralli, è incredibilmente incoraggiante studiare scogliere come queste", ha detto Emma Kennedy, la scienziata inglese che ha guidato il team internazionale dietro al progetto. "Significa - ha aggiunto - che abbiamo ancora tempo per salvare alcune barriere coralline attraverso l'esame scientifico delle possibili azioni di conservazione".

L'importanza di questo ecosistema è resa evidente dal fatto che quasi un quarto della multiforme vita oceanica si svolge attorno alla barriera corallina, con oltre 500 milioni di persone che dipendono dal benessere dei reef per la loro sopravvivenza.

 

Fonte: la Repubblica, 3 agosto 2018




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