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Rassegna del 9 Agosto 2018
    

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Barriera Corallina del Belize fuori dalla lista siti a rischio UNESCO


Una vittoria quella del Belize che dopo anni di dure battaglie è riuscita a raggiungere il suo scopo: la barriera corallina è stata tolta dalla lista dei luoghi a rischio dell’UNESCO grazie al sostegno di associazioni, popolazione e Governo.

Il 26 giugno è stato un giorno memorabile per il Belize: la seconda barriera corallina più grande al mondo dopo quella australiana, è stata dichiarata fuori pericolo durante il meeting del comitato UNESCO che si è svolto in Bahrain.

Il Direttore Generale del WWF Internazionale Marco Lambertini ha dichiarato: “Da quando la barriera corallina è stata minacciata dai test sismici per il petrolio, appena diciotto mesi fa, abbiamo assistito ad un’inversione di rotta incredibile. I cittadini del Belize si sono mobilitati per proteggere la loro barriera corallina, con centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo che si sono unite alla campagna per salvare un nostro patrimonio comune. Il  Belize, collaborando insieme ai cittadini e alla organizzazioni non governative, ha dimostrato che è possibile invertire la perdita della natura e creare un futuro sostenibile”.

Nel 2009 l’UNESCO inserì l’affascinante Barriera Corallina del Belize all’interno della lista dei patrimoni dell’umanità a rischio, a causa dell’estrazione del petrolio a poche decine di km dalla barriera e della vendita dei terreni a privati. Fortunatamente la popolazione locale, associazioni e ambientalisti di tutto il mondo non si fermarono a guardare quello che stava accadendo al loro patrimonio paesaggistico ed economico ma crearono una solida rete per fermare questi soprusi ambientali.

Nel 2016 le proteste si intensificano grazie ad un appello lanciato da WWF, in cui si chiedeva al Governo lo stop all’estrazione del petrolio e alla vendita di terreni a privati. La campagna fu sostenuta anche da Oceana, Belize Tourism Industry Association, Belize Audubon Society e l’Istituto del Belize per la legislazione e la politica ambientale oltre che dalla popolazione locale e dagli ambientalisti di tutto il mondo ed ebbe un enorme successo. Fu allora che il Governo rispose con un segnale positivo accogliendo le richieste e rivoluzionando il programma che metteva al primo posto la salvaguardia dell’ambiente e del suo ecosistema.

Grazie quindi alle numerose proteste portate avanti nel tempo, a cavallo tra il 2017 e il 2018, il Governo ha emanato regolamenti per proteggere le mangrovie (specie vegetale che si sviluppa sui litorali bassi delle coste marine tropicali ndr) oltre che trasformare in legge l’attuale moratoria volontaria riguardo la vendita di terreni pubblici nel sito del Patrimonio Mondiale mentre nel 2017 erano già state messe in atto azioni per proteggere la Riserva della Barriera Corallina del Belize.

È così che la piccola nazione del Centro America diventa un esempio nella salvaguardia del patrimonio paesaggistico, ambientale, economico e sociale.

La Barriera Corallina, riconosciuta Patrimonio Mondiale nel 1996, si estende per 300 km ed ospita migliaia di specie differenti, incluse alcune a rischio di estinzione tra cui: il lamantino, la tartaruga embricata e sei specie di squali.

Non solo è culla di una ricca e variegata flora e fauna ma è anche un’importantissima risorsa di sostentamento per la popolazione che vive di turismo e pesca, una risorsa economica che non deve essere sottovalutata poiché su di essa si basa la vita di circa 190 mila persone (su una popolazione di circa 370 mila abitanti).

“La rimozione del Belize World Heritage Site dalla lista dei siti in pericolo rappresenta il riconoscimento al Belize per aver messo in atto le misure di protezione necessarie a salvaguardare la barriera corallina. Lavorando insieme alle organizzazioni internazionali e alla società civile il Governo è stato in grado di identificare e intraprendere le azioni necessarie per proteggere questo incredibile patrimonio di natura dalle minacce più urgenti: il modello collaborativo creato in Belize è un esempio che altri potranno seguire” ha dichiarato Fanny Douvere, coordinatrice del programma marino presso il Centro del patrimonio mondiale dell’UNESCO.

 

Fonte: nonsoloambiente, 2 agosto 2018




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