Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports afferma che ingerire anche un singolo pezzo di plastica può essere mortale per le tartarughe marine
Un team di ricercatori del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO) ha scoperto che una tartaruga che ingerisce anche un solo pezzo di plastica ha una possibilità su cinque di morire. Inoltre, lo studio evidenzia che le tartarughe più giovani hanno un rischio maggiore rispetto agli adulti.
Gli autori della scoperta sostengono che la loro ricerca suscita preoccupazioni per la sopravvivenza a lungo termine di alcune specie di tartarughe: l'incessante ondata di plastica negli oceani del mondo, infatti, sta causando un numero sempre maggiore di perdite di specie marine.
Mentre è stato relativamente semplice per i ricercatori documentare la minaccia di morire soffocati per gli animali che rimangono impigliati nei rifiuti, determinare l'impatto della plastica ingoiata accidentalmente è stato molto più difficile.
Gli autori di questo studio stimano che circa la metà di tutte le tartarughe marine del pianeta hanno ingerito plastica, cifra che sale al 90% se parliamo delle giovani tartarughe marine verdi al largo delle coste del Brasile.
Per determinare in che modo questa esposizione ha avuto un impatto sulle specie, i ricercatori hanno esaminato le segnalazioni post mortem e il record di spiaggiamento delle tartarughe marine nel Queensland.
Da queste informazioni sono stati in grado di dedurre il ruolo della plastica nel causare la morte: se un animale ingerisce più di 200 pezzi di plastica, la morte è inevitabile. Quattordici pezzi significa il 50% di probabilità di morire, mentre un pezzo ha una probabilità di mortalità del 22%.
"A causa della conformità del loro tratto digestivo, le tartarughe non rigurgitano nulla", ha detto alla BBC News la principale autrice dello studio, la Dott.ssa Britta Denise Hardesty. "Se finisce nel posto sbagliato, anche un piccolo pezzo di plastica sottile e trasparente può bloccare quel canale e significa che nulla può passare. Alla fine il blocco può portare alla morte."
Oltre a causare blocchi, i pezzi più duri causano lesioni interne, anch’esse causa di morte.
Il team di ricerca ha scoperto, inoltre, che le tartarughe più giovani stanno ingerendo molta più plastica rispetto agli adulti. Circa il 23% delle giovani tartarughe e il 54% dei piccoli dopo la schiusa hanno ingerito plastica, in confronto al 16% degli esemplari adulti. Gli scienziati dicono che questa maggiore suscettibilità è dovuta al luogo in cui vivono e al modo in cui si nutrono.
"Le giovani tartarughe in realtà galleggiano e fluttuano con le correnti oceaniche come fa gran parte della plastica leggera in superficie", ha detto la Dott.ssa Hardesty.
"Le piccole tartarughe sono meno selettive rispetto ai grandi adulti che, invece, mangiano erba marina e crostacei. Inoltre, le giovani tartarughe si muovono al largo, mentre gli animali più anziani si avvicinano sempre di più alla riva".
Le tartarughe marine possono vivere fino a 80 anni e riprodursi per decenni: tuttavia i ricercatori sono preoccupati per l'impatto a lungo termine di così tanti giovani che consumano plastica. "Sappiamo che trovare questi dati in modo sproporzionato negli animali giovani avrà conseguenze a lungo termine per la sopravvivenza della specie", ha affermato il dott. Hardesty. "È molto preoccupante."
Altri esperti in questo campo sostengono che il nuovo studio è un passo importante verso la quantificazione della portata della minaccia della plastica sulla vita delle tartarughe marine.
"Gli autori offrono un quadro molto credibile che ci consente di misurare il rischio di mortalità risultante dall'ingestione di plastica", ha affermato il Professor Brendan Godley, dell'Università di Exeter. "Indica anche la probabilità che la plastica possa rappresentare una minaccia importante per le giovani tartarughe, in quanto è probabile che si trovino nelle stesse aree dove si trovano i rifiuti di plastica".
Gli autori del nuovo studio vogliono sensibilizzare consumatori e leader politici sulla minaccia della plastica e incoraggiare soluzioni creative alla questione. Un'opzione potrebbe essere una tassa sulla plastica o un sistema di deposito.
"Ripensiamo alla nostra relazione con la plastica", ha detto il Dott. Hardesty. “Mettiamo un costo sulla plastica, così diventa simile alle lattine di alluminio che non troviamo disperse nell'ambiente ma bensì raccolte e gestite".
Nunzia Vallozzi
Ufficio Stampa Web - ESO
Fonte e photo credits: BBC