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Maltempo: quali sono le cause dei fenomeni sempre più estremi?
L’ondata di maltempo era prevista ma ha lasciato sorpresi la forza del vento e l’estensione delle zone investite da raffiche impetuose fino a 180 chilometri all’ora
L’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia è stata eccezionale? Era prevista, ciò che ha sorpreso è stata lunedì l’intensità del vento con raffiche che in alcune zone hanno soffiato a 180 chilometri all’ora e soprattutto l’estensione delle aree investite. Per quanto riguarda il vento è presto per dire se è stato un fenomeno record, occorre verificare le serie storiche, ma picchi con una tale intensità e su un territorio così ampio a memoria è difficile trovarli.
Quali sono le cause delle intense piogge soprattutto nel Nord-Est? La bassa pressione nel Mediterraneo occidentale ha provocato venti che, passando sul mare ancora caldo - la settimana scorsa sono stati raggiunti record storici di temperatura per ottobre in molte regioni - hanno acquisito grandi quantità di umidità. Scontrandosi con masse d’aria più fredde verso i monti hanno scaricato ingenti volumi di pioggia. Sono state registrate precipitazioni fino a 450 millimetri in due giorni sulle Alpi venete e friulane. Non è la prima volta, ma non è un fenomeno che avviene di frequente.
A Venezia l’acqua alta lunedì ha raggiunto i 156 centimetri, quarta misura dal 1923. A cosa è dovuto? Si è verificata una serie di cause concomitanti: venti tesi di scirocco hanno spinto l’alto Adriatico verso la terraferma con onde di 5 metri d’altezza. A questo si è sommato un impulso di oltre mezzo metro dovuto all’azione astronomica della Luna.
Questa perturbazione può essere classificata come «Medicane» (Mediterranean Hurricane), cioè a una sorta di uragano che si sviluppa nel Mediterraneo? Si tratta di una tipica perturbazione di inizio autunno, molto forte e intensa, ma non è un «Medicane». Fenomeni paragonabili sono avvenuti nel 1966, nel 2000 e nel 2004.
L’attuale ondata di maltempo dipende dai cambiamenti climatici? Il riscaldamento globale rende l’atmosfera più calda e instabile e aumenta l’evaporazione. Fenomeni estremi come questo diventeranno più frequenti.
(Risposte di Carlo Cacciamani, del Centro funzionale della Protezione civile, e Daniele Contini, responsabile di Isac-Cnr Lecce) Fonte: CORRIERE DELLA SERA, 30 ottobre 2018
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