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Il 72% degli italiani ricerca la sostenibilità


Secondo un'indagine Ipsos realizzata in occasione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale 2018,  il 72% degli italiani si dichiara attento alla sostenibilità. Resiste una percentuale di scettici, che pensa che l'enfasi sul tema sia dovuta a sole finalità commerciali

Sostenibilità. Se ne parla, e molto, non sempre a proposito. Le ragioni per ricercarla sul mercato, tuttavia, sono tante e riguardano questioni socio-ambientali della massima importanza. Ma come si pongono gli italiani attorno al tema? Quanto sono informati e consapevoli? Secondo un'indagine Ipsos realizzata in occasione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale 2018,  il 72% -percentuale in netta crescita rispetto al passato- si dichiara attento alla sostenibilità.

Entrando nel merito e nello specifico dei dati, il 20% si definisce vero e proprio “sostenitore”, che crede cioè fermamente nei valori della sostenibilità e agisce di conseguenza. Il 50% si definisce “aperto”, mediamente informato e predisposto ad adottare comportamenti sostenibili. C’è poi un 13% di scettici, persone informate ma con scarsa attitudine a comportamenti sostenibili. Secondo loro stessa dichiarazione, il più grande freno è legato al timore che l’enfasi su questi temi sia riconducibile a pure finalità commerciali. E non è tutto. C'è infatti un 17% di indifferenti, poco interessati all’argomento e alle sue implicazioni.

“Prevale largamente nel campione un atteggiamento di grande adesione ai temi della sostenibilità, anche se esiste una parte di scettici” ha commentato Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos.“Come si fa a recuperarli? Senz’altro attraverso terze parti come gli enti certificatori esterni, considerati efficaci dal 42% del campione, o le associazioni di consumatori, ambientaliste o umanitarie, considerate efficaci dal 35% delle persone. Ma è fondamentale una grandissima trasparenza da parte delle imprese. I diversi strumenti di comunicazione come i siti internet o i bilanci di responsabilità sociale, per citare solo i più semplici, devono concorrere a rendere credibile l’impegno strategico verso la sostenibilità, che è importante oggi e soprattutto per il futuro delle aziende italiane”.

Efficacia, trasparenza, credibilità e semplicità di comunicazione. Gli obblighi delle imprese in materia sono molteplici, e possono trasformarsi in altrettante opportunità di sviluppo sostenibile. Sì, perché all'altro capo della filiera ci sono cittadini armati di portafoglio, in grado di orientare il mercato con le proprie scelte. Eppure, la comunicazione resta un fattore critico dal momento che il 76% della popolazione ritiene difficile capire quali imprese siano veramente sostenibili.

La stessa ricerca realizzata per Il Salone della Csr e dell’innovazione sociale ha indagato, poi, cosa spinge le persone ad acquistare prodotti sostenibili. Ebbene, il vero punto di svolta sta nella qualità. L’85%degli italiani considera infatti i prodotti sostenibili più innovativi e qualitativamente superiori e il 77% delle persone basa le sue scelte di acquisto sulla qualità: origine delle materie, sostenibilità del packaging, attenzione alla filiera e alla produzione sono alcuni fra i più gettonati criteri di preferenza. Tanto che, pur di “consumare bene”, le persone sono disposte a spendere anche il 10% in più.

Intercettare questo desiderio di compiere scelte ragionate e consapevoli con condotte aziendali appropriate costituisce un'occasione imperdibile per le aziende. Anche e soprattutto considerando che, secondo dati Unioncamere e Symbola, fra le medie imprese industriali italiane che hanno investito nel green nel 2016, ben il 58% ha aumentato il fatturato, il 41% ha incrementato l’occupazione e il 49% ha visto aumentare l’export.

 

Fonte: non solo ambiente, 26 ottobre 2018




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