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Meno birra e a prezzi astronomici: l'ultimo scherzo del riscaldamento globale


Ondate di calore e siccità minacciano i raccolti mondiali di orzo e rischiano di far raddoppiare i costi delle "bionde": rispetto agli altri è un problema marginale, ma quello della produzione di cereali non lo è affatto

I cambiamenti climatici sono più vicini al nostro quotidiano di quanto si voglia credere: stanno aggravando la crisi alimentare mondiale, riducendo il valore nutrizionale del riso, alterando i sapori dei cibi. Come se non bastasse, potrebbero causare perdite sostanziali nei raccolti globali di orzo, minacciando le scorte di solito usate per produrre la birra e facendo impennare i prezzi della bevanda alcolica più popolare al mondo (per volume di consumi).

Oro in boccale. Quello messo in luce in uno studio su Nature Plants è uno scenario forse meno "fondamentale" di altri, ma che dà l'idea di quanto il riscaldamento globale sia destinato ad impattare sullo stile di vita. Per i ricercatori dell'Università dell'East Anglia, che hanno condotto la ricerca, siccità estrema e ondate di calore potrebbero ridurre il consumo globale di birra anche del 16% (o 29 miliardi di litri: più o meno quella bevuta ogni anno negli Stati Uniti), nonché far raddoppiare i prezzi delle "medie".

Anche negli scenari meno estremi, il consumo mondiale potrebbe calare del 4%, e i prezzi aumentare del 15%. A risentire dei rincari sarebbero soprattutto Paesi relativamente ricchi consumatori storici di birra, come la Germania o il Belgio, dove si è disposti a pagare di più prima di diminuire i consumi.

Il primo a saltare. Soltanto il 17% dell'orzo mondiale, quello di migliore qualità, viene impiegato nella produzione di birra, mentre il resto è in gran parte riservato a mangimi animali. Per gli autori dello studio, sarà proprio questa frazione più pregiata a risentire maggiormente degli effetti del global warming, perché in caso di necessità, occorrerà penalizzare i beni di lusso per garantire la sicurezza alimentare mondiale.

Problemi da ricchi. Il team di scienziati ha simulato gli impatti di eventi climatici estremi dovuti al global warming in 34 aree del mondo. Quindi, ha studiato come gli effetti sulle riserve di orzo si ripercuoteranno sulla produzione di birra, sui suoi consumi e, di conseguenza, sui prezzi. I cali di consumo maggiori si registreranno nei Paesi che hanno gradito di più la birra negli ultimi anni, come la Cina o il Regno Unito.

Ma se nei Paesi industrializzati, a risentirne sarà un'abitudine di costume, quelli più poveri saranno alle prese con problemi assai più gravi, come dimostra il recente filone di studi sugli effetti del clima che cambia sugli "alimenti base" come i cereali. Nel 2050, le conseguenze di eventi climatici estremi sui raccolti potrebbero provocare la morte, per malnutrizione estrema, di mezzo milione di persone nel mondo. Il numero di malnutriti è intanto di nuovo in ascesa, a causa dell'instabilità della produzione agricola legata a ondate di calore, siccità, alluvioni e piogge torrenziali fuori stagione.

 

Fonte: Focus, 18 ottobre 2018




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