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Rassegna del 8 Agosto 2019
    

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Avocado, il super food che fa super male all'ambiente


Avocado, il super food che fa super male all'ambiente

Alla moda quanto nocivo

Definire l’avocado un super food è riduttivo: oggi si tratta di un vero e proprio frutto culto. Lo troviamo in moltissimi piatti fra poke, sushi, insalate, tacos e addirittura cappuccini. L’alto contenuto di grassi sani e la ventina di vitamine e di minerali che contiene - insieme allo zampino di qualche instagrammer - lo hanno reso popolare come nessun altro frutto prima. Ormai lo consumiamo tanto con i nostri occhi quanto con le nostre bocche. L’immagine della sua sezione stilizzata fa capolino da magliette, borse, custodie del telefono, gonfiabili e molti altri improbabili gadget che adornano foto su foto di Instagram.

Per quanto sembri sempre più qualcosa di studiato a tavolino dal dipartimento di marketing di una grande multinazionale, questo frutto ha origini antichissime. Le prime piante sono databili fra il 5000 e il 7000 a.C. e sono originarie della zona centro-meridionale del Messico. Sempre più spesso, la febbre dell’avocado guidata dai millennial sembra sollevare la domanda: “È troppo bello per essere vero?”. Mentre si sgranocchia un avocado toast o un succulento pezzo di sushi, è facile soffermarsi a pensare qual è il vero costo di questo portento esotico. Tutt’oggi infatti il Messico e il resto del Sud America rimangono i più grandi produttori ed esportatori di avocado nel mondo, a migliaia di chilometri di distanza dall’Europa. Ma oltre al problema della distanza – che viene colmata con imballaggi di plastica e inquinantissimi trasporti – il crescente mercato degli avocado sta causando deforestazione e distruzione di ecosistemi, contribuendo così al cambiamento climatico.

A Michoacán, in Messico, la più grande regione produttrice di avocado del mondo, gli agricoltori stanno illegalmente radendo al suolo intere foreste di pini per piantare alberi di avocado redditizi. I pini nativi costituiscono un habitat insostituibile per le specie indigene, tra cui l’iconica farfalla monarca. Sorprendentemente, occorrono fino a 1.000 litri d’acqua per coltivare solo 1 kg di avocado, all’incirca 3 avocado. Per ricavare 1 kg di arance ne basta un quarto, un decimo per raccogliere per 1 kg di pomodori e solo 45 litri per la stessa quantità di broccoli. Mentre i frutteti di avocado sostituiscono gli ecosistemi naturali, deviano anche i flussi e le fonti d’acqua e li sottraggono alle popolazioni indigene di animali.

A Petorca, in Cile, un altro grande produttore, la coltivazione di avocado sta causando un’acuta penuria d’acqua in una regione in cui i letti dei fiumi si sono prosciugati molto tempo fa. L’acqua è privatizzata in Cile, quindi si tratta di una vera e propria merce. Coloro che pagano di più possono ottenere licenze per l’acqua, anche perpetue, indipendentemente dalle conseguenze per l’ecosistema o per la comunità. Così, mentre le popolazioni locali sopravvivono a stento con acqua trasportata a mano, decine di migliaia di ettari di frutteti di avocado vengono annaffiati con bacini artificiali.

In aggiunta, i coltivatori utilizzano pesticidi estremamente nocivi e molte sostanze vietate in Europa, come l’uniconazolo. Il problema cileno diventa quindi anche un problema di sicurezza alimentare. In Danimarca, addirittura, alcuni supermercati hanno bloccato le vendite di avocado provenienti da questa zona.

Quindi cosa possiamo fare? È giusto godersi gli avocado,  ma è meglio farlo moderatamente, una volta ogni tanto, piuttosto che ad ogni pasto. È una buona idea acquistare avocado biologici, provenienti dalla Sicilia e dalla Spagna, che avranno viaggiato molto meno rispetto ad altre parti del mondo e saranno più regolamentati dalla legislazione agricola dell’UE. E quando li acquistate va tenuta sempre presente l'ingente quantità di acqua che viene consumata per la produzione. La migliore strategia per consumare in maniera responsabile è quella di organizzare la propria dieta attorno a prodotti locali, biologici e stagionali e il cui trasporto causa il minor impatto possibile. E infine, è saggio astenersi dal feticizzare l’avocado sui social media, perché la nostra cultura modella il nostro comportamento e il nostro comportamento modella l’ambiente.




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