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C'è un mondo sconosciuto sottoterra. "Ecosistema impressionante di microrganismi"


Batteri zombie millenari, forme di vita mai individuate prima. Così, scavando cinque chilometri nel sottosuolo, in dieci anni gli scienziati hanno trovato un "nuovo mondo"

C'è un mondo sotto i nostri piedi che brulica di vita, fatto di "zombie" e creature millenarie mai individuate prima d'ora. Per la prima volta, in una eccezionale scoperta frutto di dieci anni di lavoro, viene tracciata una stima della vita nel sottosuolo: gli organismi che vivono sottoterra e sotto i fondali marini stoccano tra 15 e 23 miliardi di tonnellate di carbonio.
 
In numeri è una quantità da "da 245 a 385 volte più grande della massa di carbonio di tutti gli esseri umani sulla superficie". Minuscoli batteri e organismi secolari: la vita a oltre 5mila metri di profondità crea un ricco ecosistema che è quasi il doppio per grandezza di quello che si trova in tutti gli oceani del mondo.

La scoperta arriva grazie al lavoro dell'Osservatorio Deep Carbon (Dco), un gruppo che include 1200 scienziati di 52 Paesi esperti di discipline che vanno dalla biologia alla geologia, dalla chimica alla fisica, che oggi stilano un primo report dei lavori in occasione dell'incontro annuale della American Geophysical Union.

Secondo gli scienziati, nonostante le temperature elevatissime, l'assenza di luce e la grande pressione nel mondo sotterranneo c'è una diversità di specie pari a quella dell'Amazzonia o delle Galapagos: soltanto che i territori là sotto sono ancora davvero incontaminati. "È come trovare una nuova riserva di vita sulla Terra - spiega Karen Lloyd dell'Università del Tennessee  - stiamo scoprendo nuove forme di vita. Così tanta parte della vita è dentro la Terra anziché in superficie".
 
Per scovare il "nuovo mondo" i ricercatori hanno prelevato campioni sia a 5mila metri di profondità nel sottosuolo, sia scavando  2,5 km sotto i fondali marini. Hanno stimato che circa il 70% dei microrganismi terrestri vive proprio nel sottosuolo.
 
Moltissimi di questi organismi sono di fatto dei batteri "zombie", sorta di morti viventi: possono rimanere "fermi" e apparentemente privi di vita anche per migliaia di anni. Tante altre forme di vita sono a mala pena conosciute. "Si tratta di batteri, archaea (microgranismi unicellulare senza nucleo, ndr) e altri microbi che sono più strani delle loro controparti di superficie", dicono gli scienziati  precisando che "la vita nelle profondità della Terra suggerisce che i microbi potrebbero abitare il sottosuolo di altri pianeti".
 
Questi microbi costituiscono la cosiddetta "materia oscura batterica" che forma circa un quarto dell'universo ed è ancora oggetto di studio. Gli organismi trovati stupiscono per le loro capacità di sopravvivenza in condizioni estreme, in alcuni casi cibandosi ad esempio solo dell'energia delle rocce. Ad ogni ricerca più in profondità o in luoghi della Terra totalmente inesplorati gli scienziati hanno scoperto batteri record, capaci di vivere a temperature impressionanti. Per esempio uno degli organismi che vive più al caldo nel mondo è Geogemma Barossii, organismo unicellulare presente nei camini idrotermali sul fondale marino: vive a 121 gradi Celsius.
 
Sotto il fondale marino, a 10,5 km dalla superficie dell'oceano, esistono forme di vita che resistono a pressioni di 400 volte maggiori rispetto a quelle a livello del mare. Tra quelle note, esemplari di Methanobacterium, produttore di metano,  sono stati trovati sepolti in un letto di carbonio due chilometri sotto l'Oceano Pacifico a largo del Giappone. Oppure ci sono  batteri come il Desulforudis audaxviat che si nutre di idrogeno e zolfo, trovato in una miniera del Sudafrica profonda 2,8 chilometri.
 
Se si è arrivati a scoprire tanto della biosfera profonda spesso è grazie a nuove tecniche di scavo e a analisi del Dna. "Esplorare il sottosuolo profondo è come esplorare la foresta pluviale amazzonica. C’è vita ovunque, e ovunque c’è un’abbondante ricchezza di organismi inaspettati e insoliti" ribadisce Mitch Sogin del Marine Biological Laboratory Woods Hole.
 
Esplorazioni che aprono a mille interrogativi. Ci si chiede - nella comunità scientifica - come si diffonda il movimento nelle profondità estreme, quanto abbia influito la tettonica a placche e se i ruoli dei grandi eventi geologici abbiano mutato le condizioni di sopravvivenza. Domande che riguardano anche le origini, le forme e le fonti di energia, oltre allo sviluppo dei batteri stessi. E' davvero un mondo nuovo tutto da esplorare: "Abbiamo aperto gli occhi su panorami straordinari, visioni emergenti della vita che non avevamo mai saputo esistessero", commenta Robert Hazen del Geophysical laboratory del Dco.
 
Secondo Kai-Uwe Hinrichs dell’università Marum di Brema "la vita profonda ha probabilmente un impatto importante sui cicli biogeochimici globali e quindi sul mondo di superficie. Ma siamo ancora lontani dal quantificare questo impatto". Ad affascinare sono poi i cicli di vita di questi organismi. "Completamenti diversi dalla terra. Alcuni sono in vita da migliaia di anni ma si sono a malapena mossi, se non per eruzioni e terremoti. Noi ci basiamo sul Sole, loro invece hanno cicli lenti, su scale temporali geologiche" spiega Rick Colwell della Oregon State University.
 
Le conclusioni del progetto ed eventuali nuove scoperte saranno pubblicate nell'ottobre del 2019. Nel frattempo, i nuovi risultati ci lasciano con una domanda finale decisamente affascinante che si pongono gli stessi scienziati:  "Se la vita sulla Terra può essere così diversa da ciò che l'esperienza ci ha portato ad aspettarci, allora come potrebbe essere la vita su altri mondi?"

 

Fonte: Repubblica, 11 dicembre 2018




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