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FSC: il 2020 sarà l’anno delle foreste


FSC: il 2020 sarà l’anno delle foreste

"Gli effetti delle azioni di ripristino o reimpianto di alberi, potranno essere valutati e misurati solamente tra decenni, per questo il primo impegno deve essere sviluppare una gestione attiva e responsabile del patrimonio forestale esistente”.

 

A dirlo è Diego Florian, Direttore di FSC Italia, Ong internazionale non governativa, indipendente e senza scopo di lucro, nata nel 1993 per promuovere la gestione responsabile delle foreste.

Il tema, con i conclamati cambiamenti climatici in atto, è pressante. Il 2019 infatti è stato il secondo anno più caldo dal 1800 ad oggi. L’anno degli incendi in Australia, e prima ancora in Siberia, Alaska, Groenlandia, Angola e Congo. Nel Paese dei canguri, le cifre della catastrofe sono impressionanti: 10 milioni di ettari distrutti, 1 miliardo di animali selvatici uccisi o gravemente feriti, danni economici che superano i 4,4 miliardi di dollari.

Non si tratta di episodi isolati o il risultato fortuito di coincidenze. C’è infatti un filo rosso che unisce questi eventi, come altri a cui abbiamo assistito negli ultimi anni: è il cambiamento climatico, che modifica parametri ambientali e climatici, accelerando la portata e l’incidenza dei fenomeni meteorologici. Il primo passo è dunque riconoscere che ci troviamo in mezzo ad una crisi di livello globale, e che urgono scelte coordinate e concordate per far fronte comune all’emergenza.

Uno dei punti fondamentali su cui agire è proprio la salvaguardia delle foreste e il loro ripristino” afferma Florian. Molte ricerche e studi hanno infatti da tempo evidenziato il contributo positivo degli alberi nel contrasto ai cambiamenti climatici: non solo sono in grado di trattenere la CO2, principale causa del surriscaldamento del nostro Pianeta, compensando in parte le emissioni prodotte dall’attività antropica, ma possono anche influenzare il ciclo dell’acqua e delle precipitazioni, e limitare i danni da dissesto idrogeologico.


In un recente rapporto, l’IPCC - il Gruppo intergovernativo dell’Onu sul cambiamento climatico - ha calcolato che sarebbe necessario ripristinare un miliardo di ettari di foreste entro il 2050 per poter contenere l'aumento delle temperature a +1,5°C.


“Gli effetti di azioni di questo tipo però, potranno essere valutati e misurati solamente tra 20 o 30 anni. Per questo devono essere accompagnate - continua Florian - da una gestione attiva e responsabile del patrimonio forestale esistente, e da relative strategie di resilienza e mitigazione. Iniziative come la Bonn Challenge, che ha l’obiettivo di ripristinare 350 milioni di ettari di foresta entro il 2030, o le attività del Global Landscape Forum devono essere sostenute da azioni di conservazione, salvaguardia e valorizzazione delle aree forestali mondiali già presenti”.




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