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ISSUE 318

Obiettivi di sviluppo sostenibile e ambiente: così il mondo non può farcela

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Obiettivi di sviluppo sostenibile e ambiente: così il mondo non può farcela

Rapporto Unep - Cbd per salvare la biodiversità e lo sviluppo sostenibile c’è bisogno di politiche basate su dati certiRapporto Unep - Cbd per salvare la biodiversità e lo sviluppo sostenibile c’è bisogno di politiche basate su dati certi

 

Il rapporto “Measuring Progress: Environment and the SDGs”, pubblicato da United Nations environment programme (Unep) e Convention on biological diversity (Cbd) in occasione dell’International Day for Biological Diversity, informa sui 92 indicatori degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) legati all’ambiente, analizza i progressi compiuti nel raggiungimento degli obiettivi SDG e identifica i gap nei dati. Purtroppo, quel che ne emerge è che «Nonostante i progressi in aree ambientali chiave come l’acqua pulita, i servizi igienico-sanitari, l’energia pulita, la gestione delle foreste e i rifiuti, i Paesi vivono ancora in modo insostenibile e stanno per perdere le dimensioni ambientali dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile»

 

Questo rapporto, che si basa su intuizioni e lezioni apprese dalla prima pubblicazione della serie Unep-Cbd, “Progress: Towards Achieving the Environmental Dimension of the SDGs”,  ha un approccio statistico del rapporto utilizza semplici analisi della correlazione tra coppie di indicatori riguardanti lo stato dell’ambiente e i fattori di cambiamento e lo stato dell’ambiente e lo stato della società, per migliorare la comprensione delle interconnessioni tra gli indicatori degli SDG. Sottolinea inoltre l’importanza della disaggregazione dei dati e degli SDG per comprendere le interazioni ambientali e socioeconomiche e le opportunità di utilizzare tecniche innovative per colmare le lacune di dati.

 

Il nuovo rapporto rileva che alcune aree ambientali, come la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico, hanno continuato a deteriorarsi la segretaria esecutiva della Cbd, Elizabeth Maruma Mrema, ha sottolineato: «Non abbiamo ancora accolto il tasso di cambiamento necessario per essere in linea con l’Agenda 2030. Il rapporto chiarisce che stiamo fallendo e, in alcuni casi, stiamo in realtà retrocedendo. Il mondo non può sostenere per sempre il nostro livello di utilizzo e abuso e, per raggiungere gli obiettivi del 2030, è imperativo accettare i cambiamenti negli stili di vita e nei mezzi di sussistenza necessari».

 

L’Agenda 2030 è il frutto della risoluzione Onu del 2015 che fissa obiettivi chiari per un futuro sostenibile, con obiettivi concordati a livello internazionale in 17 settori come, tra gli altri, povertà, fame, salute, azione per il clima, energia pulita e consumo responsabile. Il Measuring Progress report sottolinea che c’è comunque bisogno di «dati e indicatori migliori per comprendere come garantire che lo sviluppo progredisca entro i confini planetari».

 

Il rapporto esamina i dati e le informazioni sugli aspetti ambientali di ciascuno dei 17 SDG e sui loro progressi in tutto il mondo e si basa sulle performance globali e regionali valutate attraverso gli indicatori SDG che hanno una relazione diretta con le problematiche ambientali.

 

Il rapporto segnale un aumento dei dati disponibili ma, con i nuovi dati disponibili, «Un aumento delle tendenze al ribasso tra più indicatori rispetto a un precedente rapporto del 2019 sullo stato di avanzamento. I dati ambientali pubblicati nel primo Measuring Progress report dimostravano che per il 32% degli indicatori con dati (30 indicatori), il 74% (22 indicatori) seguiva un trend positivo e il 26%  (8 indicatori) aveva mostrato un cambiamento minimo o un trend negativo. Nel nuiovo rapporto, del 42% degli indicatori con dati (39 indicatori), il 67% (26 indicatori) ha un trend positivo e il 33% (13 indicatori) ha mostrato piccoli cambiamenti o un trend negativo.

 

Unep e Cbd fanno notare che «La natura interconnessa degli SDG significa che il raggiungimento di un obiettivo o target può contribuire al raggiungimento di altri obiettivi o target, oppure il perseguimento di un obiettivo può essere in conflitto con il raggiungimento di un altro». Il report utilizza un approccio analitico, basato sui dati, per testare la relazione tra gli indicatori SDG e ha  rivelato esempi in cui le correlazioni sono significative e sono coerenti con l’intuizione o le prove pubblicate. Ad esempio, il consumo interno di materie (Domestic Material Consumption – DMC) relativo all’estrazione di biomassa è correlato negativamente con le specie a rischio di estinzione.

 

Inoltre, per quanto riguarda la perdita di biodiversità, il ni uovo rapporto prende atto che «La crescente estensione delle aree protette e altre misure di protezione non hanno portato a una riduzione del numero di specie a rischio di estinzione» e questo perché, secondo il 5° Global Biodiversity Outlook, «Senza eccezioni, gli Aichi Biodiversity Targets, una strategia globale di 10 anni progettata per preservare la biodiversità entro il 2020, non sono stati rispettati».

 

Il rapporto ha identificato un gap a lacuna nella diversità e nell’uso dei dati e delle statistiche ambientali per informare la politica e il processo decisionale dei governi,  in particolare i big data ambientali prodotti grazie al telerilevamento, i sensori in situ e le tecnologie di intelligenza artificiale, nonché i dati raccolti attraverso attività di contabilizzazione: «Molti prodotti di dati, statistiche e indicatori esistenti sembrano essere sottoutilizzati ei governi non sono riusciti a porre l’accento su tali dati durante l’elaborazione delle politiche».

 

Secondo il direttore della divisione scientifica dell’Unep, Jian Liu, «La nostra comprensione della dimensione ambientale degli SDG è in ritardo. Le nostre limitate capacità di raccogliere, diffondere e utilizzare efficacemente i dati ambientali hanno ostacolato la nostra comprensione olistica dell’ambiente e gli effetti su di esso dei fattori socioeconomici. Speriamo che questo rapporto sosterrà i Paesi mentre rafforzano l’azione sulle dimensioni ambientali in vista di soddisfare l’Agenda 2030».

 

Unep e Cbd concludono: «Se i responsabili politici vogliono migliorare la loro comprensione delle azioni prioritarie necessarie per “piegare la curva” del continuo deterioramento ambientale e aumentare le possibilità di soddisfare gli SDG ambientali, è necessario il rafforzamento delle capacità di dati ambientali. Il rafforzamento delle capacità è necessario in tre aree: per la raccolta di dati utilizzando metodologie standard internazionali per garantire la comparabilità dei dati; per la gestione dei dati per garantire un accesso aperto ai dati, per l’analisi dei dati nella quale i dati vengono utilizzati per capire meglio cosa è successo, perché è successo, cosa potrebbe accadere dopo e come rispondere».

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