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Rassegna del 13 Dicembre 2018
    

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Green Job, dal rispetto dell’ambiente nascono nuove opportunità di lavoro


In base al Rapporto GreenItaly 2018 di Unioncamere e Fondazione Symbola circa un' azienda italiana su quattro investe in tecnologie "verdi", occupando 3 milioni di lavoratori. Ecco le professionalità che grazie all’eco-sostenibilità già oggi trovano più facilmente lavoro

La filosofia “green”, votata all’eco-sostenibilità e al rispetto dell’ambiente, è ormai radicata in tutti i settori produttivi. L’Italia, su questo, è tra le capofila a livello europeo. Circa un quarto delle nostre aziende – come mostra il Rapporto GreenItaly 2018 – ha investito nell’ultimo quadriennio in tecnologie “verdi”. E nel calcolo non sono state considerate le imprese agricole, altrimenti i numeri lieviterebbero. Un dato che ha delle conseguenze (positive) anche sull’occupazione. Spalancando le porte del mercato del lavoro ai cosiddetti “green jobs”. Quasi 3 milioni: sono le persone che, a fine 2017, erano impegnate in mansioni legate alla sostenibilità ambientale. Il 13 per cento degli occupati complessivi. In pratica, oggi, più di 1 lavoro su 10 è un “green job”.

Ma quali sono le caratteristiche di questi lavori?
Senza dubbio la stabilità: il 46,2 per cento dei contratti è a tempo indeterminato. Inoltre, si tratta di mansioni qualificate: nel 37,6 per cento dei casi, per ottenere il posto, bisogna essere in possesso almeno della laurea. A cui si lega il “peso” dell’esperienza, determinante per il 30,2 per cento delle opportunità. A distinguerli, poi, anche la difficoltà di reperimento: nel 38,9 per cento dei casi è complicato trovare risorse adeguate. Tantissime, infine, le chance per i giovani: il 36,2 per cento dei “green job” è coperto da under 30.

Sguardo al futuro
Il Rapporto GreenItaly 2018, però, non si limita all’analisi dei dati. Ma “suggerisce” anche quali potrebbero essere le professionalità di cui ci sarà sempre più bisogno in futuro. Ha perciò individuato dieci macro-categorie per le quali l’attitudine al risparmio energetico e la sensibilità ambientalista sono alla base. E, sorpresa, non tutte sono occupazioni di tipo tecnico.

C’è l’installatore di reti elettriche a migliore efficienza, che nelle aziende del settore energetico riqualifica le reti di distribuzione in ottica green (produzione da fonti rinnovabili o impianti ad alta efficienza). A cui si affianca il meccanico industriale green, chiamato a installare i nuovi macchinari (o riconvertire i vecchi). Il meccatronico green, invece, è colui che deve rende più performanti, anche sul piano energetico, i nostri motori. Il settore agroalimentare è invece terreno fertile per il programmatore agricolo della filiera corta, che pianifica la distribuzione delle aziende locali per ridurne l’impatto ambientale (in termini soprattutto di trasporto).

L’avvento di nuovi materiali ha portato profonde modifiche al settore edile
Oggi, tra i consulenti, è probabile ci sia un promotore di materiali sostenibili, che rappresenta i produttori di eco-materiali ma che può anche essere l’esperto interno all’azienda costruttrice che suggerisce e/o sceglie i prodotti. Anche il manovale, però, dovrebbe essere esperto di calcestruzzi green (come quelli in grado d’imprigionare la CO2). Lo stesso vale per la termoidraulica, dove c’è sempre più bisogno di installatori di impianti a basso impatto ambientale (climatizzatori, caldaie, sistemi geotermici, fotovoltaici, ecc.), che offrano il massimo dell’efficienza energetica e il minimo dell’inquinamento.

Pure i ruoli direttivi stanno subendo una svolta “verde”
Ne sanno qualcosa i risk manager ambientali, figure centrali in ogni azienda votata alla green economy, che individuano i punti deboli nell’attuazione delle politiche green, trovano le possibili soluzioni, garantiscono il rispetto delle norme in materia. Oppure gli ingegneri esperti in gestione dell’energia, chiamati a progettare e gestire nuovo sistemi – domestici o industriali – che riducano i consumi di materie prime e di fonti energetiche.

Infine, persino una formazione prettamente umanistica può essere utile alla diffusione del green nel nostro Paese. È il caso dell’educatore ambientale per l’infanzia. La propensione alla sostenibilità ambientale è infatti diventata una competenza trasversale molto richiesta dal mercato del lavoro. Perciò, già dall’età scolare, si deve far maturare nei bambini questo tipo di cultura.

 

Fonte: Momento Italia, 5 dicembre 2018




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