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Rassegna del 15 novembre 2018
    

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Laudato qui, l'ambiente non può aspettare


Un San Francesco preoccupato, tra rifiuti di ogni genere, con una mano sulla testa e una su di una pala pronto a "ripulire" i disastri ambientali causati dall'incuria dell'uomo è questa la copertina del mensile dei frati di Assisi. La prima pagina della rivista san Francesco di novembre riporta la vignetta provocatoria, nata dalla matita di Antonio Sullo, con il titolo "laudato qui", un Francesco che si ritrova a ripulire il mondo e un'esortazione: l'ambiente non può aspettare.

Tra i tanti risvolti, i tanti approfondimenti, le tante strade di ricerca che propone l'Enciclica Laudato si', vi è una domanda che rappresenta il cuore del documento: "Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre". Viene da chiedersi: Che futuro daremo ai nostri figli?

Una questione che apre scenari seri, impegnativi, concreti che ci mettono con le spalle al muro. Non è più questione di opinabilità, ma di catastrofi imminenti. Impegnativi per i governi e concreti perché riguardano personalmente le nostre scelte.

Questa domanda apparentemente dolce – Che futuro daremo ai nostri figli? – graffia le nostre vite e ci invita a rivedere e a mettere in discussione il sistema che abbiamo costruito. Ci stiamo accorgendo che i fiumi sono delle fogne a cielo aperto, la terra impregnata di veleni, i mari una enorme distesa di plastica e l'aria una nube tossica.

La vignetta proposta nella copertina di questo numero rappresenta una risposta alla domanda che il Santo Padre pone: incarnare con scelte concrete la difesa dell'ambiente e l'educazione di una casa comune, iniziando dalle nostre abitazioni, dai nostri uffici, dalle strade che percorriamo in macchina o in bicicletta.

Francesco d'Assisi reagisce con una sfida, con il criterio della responsabilità. Infatti, la terra è l'unica realtà che nel Cantico delle Creature viene chiamata "sorella" e "madre", il resto del creato ha un unico appellativo di "fratello" o "sorella".

Siamo chiamati a mettere in atto e rispettare i due sostantivi con cui il Poverello evoca "sora nostra matre terra". È una consapevolezza che in questo mese di novembre, in cui si celebra il Santo di Assisi patrono dei cultori dell'ecologia, non può essere messa da parte, ma tornare al centro della scena, nel quale rispecchiarci per trarre un nuovo slancio.

Mi torna alla mente un passo di Dostoevskij ne "I Fratelli Karamazov":

Amate gli animali, amate le piante, amate ogni cosa. Se amerete ogni cosa, in ogni cosa coglierete il mistero di Dio. E una volta che lo avrete colto, lo comprenderete ogni giorno di più, giorno dopo giorno. Arriverete, finalmente, ad amare tutto il mondo di un amore onnicomprensivo, universale. [...] Uomo, non ti vantare di superiorità nei confronti degli animali: essi sono senza peccato, mentre tu, con tutta la tua grandezza, insozzi la terra con la tua comparsa su di essa e lasci la tua orma putrida dietro di te...

Rispetteremo così noi stessi, l'uomo e l'ambiente.

 

Fonte: HUFFPOST, 6 novembre 2018




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