Dopo alberghi e ristoranti, ecco il primo parco in cui si potrà entrare solo se si lasceranno a casa smartphone, fotocamere e il mondo dei social.
Vietato l'ingresso agli smartphone. Dopo hotel, ristoranti e bar, arriva il primo parco giochi vietato alle fotocamere, ai social e ai trilli molesti. E si troverà proprio in Italia, a Balestrate, cittadina che si affaccia sul golfo di Castellammare, al confine fra le province di Palermo e Trapani.
L’idea è di un comitato di genitori che vogliono per i loro figli, e per tutti coloro che frequentano la città come turisti in estate, un luogo di «decompressione dalla tecnologia», dove trascorrere serenamente il proprio tempo a giocare senza alcuna distrazione (soprattutto da parte dei loro accompagnatori). E il progetto diventerà realtà entro l’estate grazie a raccolta fondi di enti pubblici e privati, oltre a un'iniziativa di crowdfunding. Il costo? 80 mila euro, di cui 54 mila finanziati dalla Regione.
Il parco si troverà davanti alla scuola elementare di Balestrate: l'ingresso sarà gratuito e libero a tutti ma al suo interno sarà assolutamente vietato portare cellulari, tablet o altri dispositivi connessi a internet. Gli «oggetti proibiti» potranno essere lasciati all'interno degli armadietti che si troveranno all'ingresso, tutti muniti di un cronometro che conterà i minuti da cui ciascun individuo si è separato dal «mondo virtuale». Chi trasgredisce alle regole verrà multato. E i soldi delle contravvenzioni verranno utilizzati per la manutenzione dei giochi.
L'area verde ospiterà al suo interno giostre, scivoli, altalene senza barriere architettoniche e uno spazio dedicato ai «giochi di una volta» - come campana, elastico e i quattro cantoni -, oltre a panchine, gazebo in legno e illuminazione a energia solare. Insomma, tutto il necessario per «tornare a stare insieme, a dialogare, a essere presenti l’uno con l’altro».
Anche se oggi è la produzione enologica a far da padrona, nell'antichità il territorio di Balestrate era noto per l'abbondanza di seppie, le sicce, da cui ereditò anche il nome di Sicciara. E sebbene il centro abitato risalga al XVII secolo, nel suo territorio sono presenti i resti di una necropoli greca del V secolo avanti Cristo oltre a tracce di sepolcri arabi. Un luogo tutto da esplorare, anche lontano dai social.
Fonte: La Stampa, 2 Febbraio 2019