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Rassegna del 5 Settembre 2019
    

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Sergio Costa ministro dell’Ambiente del nuovo Governo


Sergio Costa ministro dell’Ambiente del nuovo Governo

Per il generale di brigata dei Carabinieri arriva la riconferma al dicastero che, sotto la sua guida, è diventato “plastic free”. Nei primi anni Duemila ha guidato l'inchiesta sulla Terra dei Fuochi dando il via al primo filone d'indagine

 


Con la nascita del Conte-bis, una delle riconferme della squadra di governo è quella di Sergio Costa, generale di brigata dei Carabinieri Sergio Costa che resta al timone del ministero dell'Ambiente. Napoletano, nato il 22 aprile 1959, all’inizio degli anni Duemila - nel ruolo di comandante regionale della Forestale in Campania - ha guidato l'inchiesta sulla Terra dei Fuochi, individuando per primo, nel Casertano, una discarica abusiva e dando così il via al primo filone d'indagine.

Gli studi e la carriera

Sposato e con due figli, laureato in Scienze Agrarie e con un master in Diritto dell'ambiente, è stato comandante regionale del Corpo forestale dello Stato, fino allo scioglimento il 31 dicembre 2016 e all’accorpamento nell’Arma. Costa si è occupato anche delle discariche abusive nel Parco del Vesuvio e ha condotto indagini sul traffico internazionale dei rifiuti, in collaborazione con la Direzione nazionale antimafia.

Gli obiettivi raggiunti da ministro

Durante il precedente mandato ha dato un forte impulso alle campagne contro la plastica monouso: il ministero dell'Ambiente è divenuto "plastic free" e l'esempio è stato poi seguito da diverse altre istituzioni. Altro obiettivo raggiunto dal ministro è stato il bando per progetti sull'educazione ambientale nelle scuole per i quali è stato stanziato un fondo di 330 mila euro. Ancora, fra gli impegni mantenuti c'è la nuova commissione Via-Vas. In prima linea sulla tutela del mare, ha anche preparato la legge Salvamare. Poi ha promosso la battaglia ai rifiuti spingendo per il riciclo e ha preteso il rispetto delle prescrizioni ambientali per l'Ilva di Taranto. Tuttavia, il delicatissimo dossier sul deposito nazionale delle scorie nucleari, condiviso con il ministero dello Sviluppo, non riesce ancora ad andare avanti.

 




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