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Rassegna del 26 Giugno, 2020
    

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Investimenti record e nuove sfide. Gruppo Cap lancia il suo green deal - di Alice Zampa


Investimenti record e nuove sfide. Gruppo Cap lancia il suo green deal - di Alice Zampa

Dopo gli importanti traguardi registrati dal bilancio 2019, Gruppo Cap conferma al vertice Alessandro Russo e presenta il suo ambizioso green deal.

È un anno scandito da scelte coraggiose, orientate alla circolarità e all’innovazione, e da investimenti record quello fotografato dal bilancio consolidato 2019 di Gruppo Cap, che gestisce il servizio idrico integrato in circa 132 Comuni della Città metropolitana di Milano e di altre province lombarde.

Tra le cifre più significative ci sono i 107 milioni di euro investiti dalla monoutility per infrastrutture a servizio del territorio. Si va dalla produzione di biometano, al recupero di nutrienti, dal riutilizzo di acqua depurata ai cantieri green, dalla prevenzione del dissesto idrogeologico, ai contatori smart e alle tecnologie digitali.

Un impegno concreto e sostanzioso, che ha fatto lievitare gli investimenti del 13 per cento rispetto al 2018 e del 43 per cento rispetto a cinque anni fa.

Una crescita costante che parla di sviluppo sostenibile in ottica smart, di economia circolare e che ha generato un indotto di 2.686 posti di lavoro.

Sensibilità, resilienza e innovazione

Approvato il 20 aprile scorso, in piena emergenza Covid, il bilancio 2019 di Cap è, dunque, il risultato di una gestione basata su un approccio industriale e sostenibile, che ha permesso al Gruppo di raggiungere in questi anni importanti traguardi.

Con oltre 369 milioni di ricavi registrati nel 2019 (di cui 32 reinvestiti), Cap è una tra le prime monoutility nel settore in Italia (con quasi 900 dipendenti), nonché la prima azienda in-house italiana per patrimonio e la quarta per abitanti serviti (2,2 milioni di persone).

Numeri che premiano un atteggiamento proattivo, messo al servizio di quella rivoluzione green inaugurata con il piano di sostenibilità al 2033 e che si basa su tre pilastri: sensibili, resilienti innovatori.

Nuovo cda, continuità ed evoluzione

A dimostrazione della bontà e del riconoscimento dell’operato e dei progetti intrapresi da Cap, oltre ai numeri arriva anche la conferma del suo presidente e amministratore delegato Alessandro Russo. Alla guida del gruppo già da due mandati, Russo, a 38 anni si prepara così a guidare il Gruppo per altri tre anni.

“Sono contento, soprattutto perché l’elezione è avvenuta all’unanimità e con una presenza di quasi il 95 per cento dei soci”, ci racconta Russo.

“La cosa più bella è che si tratta di una riconferma, non tanto per assicurare al gruppo una figura istituzionale o di garanzia, quanto per consentire di portare avanti una serie di progetti innovativi che stiamo sviluppando”.

Una continuità nella figura, dunque, per consentire un’evoluzione progettuale. “Abbiamo tante sfide tutte nuove”, prosegue il presidente. “Quella sulla sostenibilità, quella sull’economia circolare e quella posta dal green deal che abbiamo presentato”.

Oltre a Russo, è stata riconfermata anche la consigliera Karin Eva Imparato, alla quale si affiancheranno tre new entry: Luciana Dambra, Alberto Fulgione e Barbara Mancari.

“Una bella squadra, giovane. Abbiamo un’esperta ambientale, un manager, un avvocato e un ex sindaco. Quindi tutte le competenze necessarie in un consiglio d’amministrazione”.

Gruppo Cap lancia il suo Green Deal

Un investimento di cinquecento milioni di euro in cinque anni (2020-2024): è questo il piano di investimenti approvato all’unanimità dall’assemblea dei soci di Cap Holding, che ha avviato un vero e proprio green deal della Città metropolitana di Milano.

“In un momento difficile come quello che stiamo vivendo abbiamo costruito un nuovo piano industriale, prevedendo investimenti mirati a sostegno dell’economia locale. Mezzo miliardo di euro in 5 anni, un boost per il rilancio del nostro territorio post Covid che sposta in modo deciso la potenza di fuoco degli investimenti sulla rivoluzione green e sull’economia circolare”, spiega Alessandro Russo. “Un vero e proprio Green Deal che prevede 53 milioni di euro per interventi di recupero delle risorse e risparmio energetico, 34 milioni per opere e impianti di economia circolare e 3 milioni per la promozione dell’uso di acqua depurata”.

È dunque la resilienza, la capacità di adattarsi ai cambiamenti, a guidare le scelte strategiche del gruppo, che punta anche sull’innovazione. A ricerca e sviluppo saranno destinati 8,5 milioni di euro, mentre 34 milioni andranno ai progetti di digitalizzazione delle reti.

Reti smart e “detective elettronici”

Un progetto centrale riguarda infatti le reti smart, che avranno contatori intelligenti, in grado di segnalare consumi anomali o perdite, e saranno dotate di riduttori per sprecare meno acqua.

“Le tecnologie smart ci consentiranno anche di sviluppare attività interne, per agevolare il lavoro di analisi sulle reti e programmare gli interventi”, prosegue il presidente. “Questo permetterà, per esempio, di individuare più facilmente eventuali anomalie sui tubi, evitando di scavare e rompere gli asfalti laddove basta usare una sonda”.

In questo contesto si inseriscono anche i “detective elettronici”: un’innovativa tecnologia sviluppata dall’azienda israeliana Kando e basata su un sistema di prevenzione e controllo, per monitorare le reti fognarie e individuare in tempo reale scarichi illeciti e sostanze inquinanti, riducendo anche gli odori molesti e l’impatto ambientale.

“Con l’installazione di queste sonde vogliamo estendere il progetto sul territorio che serviamo, visti i riscontri più che positivi della fase pilota. L’obiettivo è utilizzare le tecnologie più avanzate per ridurre l’impatto ambientale e sociale, individuando chi inquina con sversamenti illeciti nelle nostre reti fognarie,  rischiando di compromettere il funzionamento dei depuratori e quindi l’ecosistema del nostro prezioso patrimonio idrico. Tra le priorità c’è anche il benessere di tutte le persone che vivono nelle vicinanze dei depuratori, perché le sostanze inquinanti illecite possono anche generare quei cattivi odori che spesso vengono imputati agli impianti di depurazione”.

Biopiattaforma, il primo polo green di economia circolare d’Italia

Il progetto Biopiattaforma di Sesto San Giovanni  sarà il primo polo green in Italia dedicato alla circular economy.

Grazie a un investimento di 56 milioni di euro, prevede la trasformazione del termovalorizzatore di Sesto San Giovanni e del depuratore adiacente di Gruppo Cap in un impianto carbon neutral (a zero emissioni di CO2) e in grado di impiegare i fanghi di depurazione e la frazione umida dei rifiuti per produrre biometano, energia pulita ed eco-fertilizzanti.

“La linea che seguiamo è trasformare tutto quello che oggi è uno scarto in un prodotto”, spiega Alessandro Russo, che con l’Assemblea dei Soci ha approvato l’acquisizione all’80 per cento di Core Spa, Consorzio Recupero Energetici, che oggi gestisce il termovalorizzatore, in procinto di terminare la sua attività entro la primavera del 2021.

Un progetto ambizioso che permetterà al gruppo di diventare un punto di eccellenza e “un esempio nazionale di come si possono fare attività di economia circolare nel settore idrico”.

Per realizzarlo Gruppo Cap ha coinvolto anche i cittadini e le realtà del territorio attraverso il processo partecipativo BioPiattaformaLab. Una scelta non scontata che è stata accolta positivamente. “Abbiamo costituito il primo Rab (Residential Advisory Board) della Lombardia, ovvero un comitato di cittadini che seguirà con noi il lavoro”. Per comporlo il gruppo ha eseguito una mappatura delle associazioni del territorio, convocandone i referenti, e ha programmato anche delle elezioni su base volontaria, destinate a chiunque desideri farne parte. Per candidarsi e trovare informazioni è stato realizzato un sito ad hoc: biopiattaformalab.it.

 




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