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Rassegna del 31 Maggio 2018
    

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L'Ue deve diventare leader globale nella sostenibilità ambientale (e Milano essere una delle sue capitali)


La sostenibilità ambientale è un'urgenza a livello mondiale, ma ancora troppi pochi se ne preoccupano. In un momento in cui il Presidente degli Stati Uniti rifiuta il cambiamento climatico, Europa e Italia dovrebbero assumersi la responsabilità di guidare il mondo riguardo questi temi

Expo, oltre al successo di pubblico e al traino che ha dato a Milano come città turistica, rafforzandone la vocazione internazionale e diffondendo ottimismo e voglia di futuro, aveva come tema principale il futuro della nutrizione e gli effetti delle nostre azioni per il cibo sul nostro Pianeta.

Sono passati tre anni e non sempre questo tema è al centro del dibattito pubblico, restando appannaggio di una parte di popolazione sensibile a questi temi, ma ancora troppo minoritaria. I pericoli del cambiamento climatico, la necessità di cambiare i nostri costumi in termini di consumi, quello che possiamo fare come cittadini dovrebbe essere al centro dei nostri pensieri e delle nostre decisioni, ma, come spesso accade quanto l’interesse non è individuale e non vi sono urgenze imminenti, questo non avviene. L’urgenza vera, però, c’è già, e sottolinearlo non vuol dire essere catastrofisti, ma coscienti che dire “non c’è un Pianeta B” ci deve responsabilizzare tutti, e solo mettendo la sostenibilità al centro delle nostre azioni quotidiane, e quindi delle nostre scelte politiche, possiamo lasciare la Terra migliore di come l’abbiamo trovata.

L’immigrazione è stata centrale nella campagna elettorale appena conclusa, ma pochi ricordano che una delle maggiori cause di migrazioni sono e saranno sempre più i cambiamenti climatici. Chi oggi giura che rimanderà 500.000 immigrati a casa, sa che nel 2050 la Nigeria avrà lo stesso numero di abitanti dell’UE? Chi in questi giorni formerà un Governo, che cosa ha in mente di fare per rendere l’Italia un Paese leader nella battaglia per la sostenibilità? Sanno Salvini e Di Maio che l’agritech è un settore da 5 trilioni di dollari di valore globale, in costante crescita, con una raccolta di investimenti per 3.2 miliardi nel 2016 e che l’Italia, pur con le sue competenze nella trasformazione alimentare, ha perso, per ora, anche questo treno dell’innovazione? Quale soluzioni propongono per combattere l’epidemia di Xylella che rischia di distruggere il nostro patrimonio di olivi, per la quale l’Italia è stata appena richiamata dall’Unione Europea?

    L’immigrazione è stata centrale nella campagna elettorale appena conclusa, ma pochi ricordano che una delle maggiori cause di migrazioni sono e saranno sempre più i cambiamenti climatici

Affrontare questi temi non è una questione di parte, ed è uno dei compiti su cui l’Europa può e deve far valere la sua ragion d’essere e il suo potere sistemico, ma non abbiamo tempo da perdere. La settimana scorsa ho avuto modo di visitare Seeds & Chips a Milano, summit sull’innovazione del cibo a livello globale, che porta avanti l’eredità di Expo mettendo insieme aziende e principali realtà del Food e AgriTech, chef, Università e Istituzioni, investitori, acceleratori e incubatori, opinion leader e policy maker perché possano incontrarsi, confrontarsi sulle più recenti e innovative soluzioni a livello globale.

Se l’anno scorso Milano è stata scelta per la prima uscita pubblica dell’ex Presidente Obama è stato proprio per l’importanza di questo evento e del tema della sostenibilità per il mondo intero. È stato bello vedere la carica di innovazione e la voglia di darsi da fare per il nostro Pianeta di migliaia di innovatori che sanno di poter essere coloro che possono avere il maggior impatto sul benessere del nostro Pianeta e sulla vita di noi tutti, così come incontrare personalità come John Kerry e Howard Schultz, che delle battaglie per un mondo più sostenibile hanno fatto il centro delle proprie azioni politiche e d’impresa.

Di questi momenti di incontro, di condivisione di idee, proposte e talenti internazionali, l’Italia ha un gran bisogno per fare passi in avanti, e sono felice che sia Milano ad assumere questa centralità, perché la sostenibilità è la materia di cui in sentiremo più parlare nei decenni a venire, insieme alla innovazione tecnologica. A tal proposito, penso che dovremmo dire a gran voce, e prenderci la responsabilità di portare avanti questa battaglia, che Milano può candidarsi ad ospitare la prima authority internazionale dell’acqua, per trainare il dibattito che negli anni a venire riguarderà il petrolio del XXI secolo.

L’acqua è il simbolo della minaccia del cambiamento climatico. Tra vent’anni vi è il rischio che oltre 5 miliardi di persone non abbiano acqua a sufficienza. Ad oggi, il 38% della terra nel mondo, e il 70% del consumo di acqua, è dovuto all’agricoltura. Si prevede che nel 2030 potrebbe non riuscirsi a coprire il 40% di richiesta di acqua.

    La sostenibilità sta diventando coscienza comune nel mondo, sta a noi fare in modo che lo diventi sempre di più anche in Italia, e trasformarla in politica comune. Sta a noi, a tutti i cittadini e a tutte le forze politiche, velocizzare questo processo, senza convenienze di parte, nell’interesse di tutti

Come segnalato da Romano Prodi già 6 anni fa, senza che però nulla ancora si sia mosso, il mondo non ha un’autorità nè un coordinamento che si occupi di questo, che faccia progredire il senso dell’interesse collettivo, che metta in luce i problemi che a livello globale dovremo affrontare. Non esiste ancora un'autorità internazionale che razionalizzi l'uso delle acque, introduca culture che necessitino di una diversa e minore irrigazione, affronti le questioni ecologiche e agronomiche collegate. Serve un centro mondiale che studi gli aspetti giuridici, economici, politici e idraulici, e Milano, con la sua storia e la sua centralità nell’ecosistema agricolo e industriale padano, può candidarsi a diventarlo.

In un momento in cui gli Stati Uniti, guidati da un Presidente che nega il cambiamento climatico, sono rimasti l’unico Paese al mondo fuori dagli accordi di Parigi, si sente ancora di più la necessità di un’Europa unita nell'assumere una leadership che guidi il mondo verso il rispetto degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite siglati nel 2015.

In un momento in cui la California introduce l’obbligo di pannelli solari su ogni nuova casa dal 2020, in cui Parigi decide di avere solo auto elettriche dal 2030, in cui la Norvegia ha fissato il limite al 2025 e già un’auto su tre è elettrica, quale strategia hanno Salvini e Di Maio in tal senso? Quale strategia per sfruttare le possibilità offerte dalla rivoluzione tecnologica unita alle peculiarità agricole e alla leadership mondiale dell’Italia nella trasformazione del cibo?

La sostenibilità sta diventando coscienza comune nel mondo, sta a noi fare in modo che lo diventi sempre di più anche in Italia, e trasformarla in politica comune. Sta a noi, a tutti i cittadini e a tutte le forze politiche, velocizzare questo processo, senza convenienze di parte, nell’interesse di tutti.

 

Fonte: LINKIESTA, 23 maggio 2018




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