La newsletter di ESO
Twitter facebook Youtube Linkedin


Rassegna del 13 Dicembre 2018
    

GoGreen Newsletter

Trasporti e logistica, quanto inquinano e come inquinare meno


Nel 2018, il trasporto merci su gomma raggiunge in Italia i 167,5 miliardi di tonnellate per chilometro e rappresenta l’86,5% della logistica. Vi siete mai chiesti cosa significa tutto questo in termini di impatto ambientale?

Vi siete mai chiesti quanto costi davvero il vostro food delivery a casa? Quanto costi a tutti – alla comunità come alla sostenibilità ambientale del pianeta – un qualsiasi prodotto vi venga consegnato in giornata a casa o in ufficio?
Nel 2018 il trasporto merci su gomma raggiunge in Italia i 167,5 miliardi di tonnellate per chilometro, rappresentando l’86,5% della logistica (rispetto al 76,4% in Europa) secondo i dati Eurostat. Oltre al prezzo, che sostenete direttamente, la vostra delivery ha un costo che riguarda la società tutta e che si quantifica in inquinamento. E non vi tragga in errore il cosiddetto “ultimo miglio”, quello che solitamente viene effettuato tramite mezzi di trasporto green, come la bicicletta, perché il problema è a monte e non è certo di piccole dimensioni. Non c’è più tempo per frenare le emissioni di anidride carbonica e il riscaldamento del clima nel mondo. L’accordo di Parigi 2015 sui cambiamenti climatici sta saltando, non riusciamo a rispettarne i termini e la cura per il paziente malato non è sufficiente.

Si deve puntare di più sulle fonti rinnovabili che sono in crescita ma non abbastanza per salvare il pianeta.

L’accademia di Stoccolma ha assegnato poche settimane fa il Nobel per l’economia proprio a chi ha studiato il rapporto tra economia, innovazione  e cambiamento del clima. Gli economisti statunitensi William D. Nordhaus e Paul M. Romer hanno vinto il Nobel per l’Economia 2018 per aver integrato i cambiamenti climatici e le innovazioni tecnologiche nelle analisi macro-economiche a lungo termine. Il loro lavoro ha permesso di mettere a punto metodi per rispondere a una delle domande più pressanti del nostro tempo: come favorire una crescita economica che sia allo stesso tempo durevole e sostenibile.
Una cosa è certa: non siamo sulla buona strada. Da oggi al 2050, l’economia mondiale dovrà impegnare in media il 2% del suo Pil in soluzioni innovative per la decarbonizzazione, puntando su fonti rinnovabili, efficienza energetica ma anche e soprattutto tecnologie abilitanti. Purtroppo, i consumi di energia primaria tradizionale invece di diminuire sono aumentati, trainati dai trasporti e dalle attività industriali che sono strettamente collegate. Una grande responsabilità va quindi imputata alla logistica.

La sostenibilità.
I cambiamenti climatici sono al centro di accese discussioni così come la lotta alle emissioni inquinanti, che vede quelle provenienti dai veicoli commerciali e industriali tra i principali imputati. Lo scorso 14 novembre, i quattro quinti del Parlamento europeo hanno approvato – con l’introduzione di ulteriori emendamenti restrittivi – una proposta di regolamento della Commissione europea che impone limiti alle emissioni inquinanti dei veicoli pesanti, che dovrebbero essere ridotte nel 2030 del 35% rispetto a quelle attuali.

Le case costruttrici di veicoli industriali hanno investito ingenti somme nello sviluppo tecnologico dei truck, tanto da essere oggi in grado di offrire sul mercato veicoli che rispondono alle più avanzate norme sull’inquinamento e sulla sicurezza. Ad oggi però questo sforzo tecnologico non è sfruttato a dovere, poiché il parco circolante italiano risulta essere tra i più datati d’Europa: i veicoli di portata maggiore o uguale alle 16 tonnellate hanno un’età media di 11,3 anni, con il trend attuale saranno necessari  11 anni per sostituirli tutti. Dal punto di vista ambientale, è appena stata pubblicata l’indagine di GiPA (Istituto di ricerche di mercato specializzato nell’automotive) che ha stimato come in Italia, tra il 2000 e il 2016, per il solo contributo delle innovazioni tecnologiche introdotte, ci sia stata una riduzione di circa il 16% delle emissioni di gas serra imputabili al trasporto merci. Tale riduzione è stata ottenuta faticosamente in mancanza di un adeguato rinnovo del parco circolante, che tutt’oggi risulta essere uno dei più vecchi in Europa.

La possibilità di ridurre le emissioni inquinanti certamente continuerà nei prossimi anni, ma sarà fortemente condizionata dalla rapidità con la quale verrà rinnovato il parco circolante del trasporto pesante. Con un completo rinnovo del parco dei veicoli industriali su gomma circolante in venti anni, da oggi al 2039, si avrebbe una riduzione della Co2 emessa di 58 milioni di tonnellate (fonte GiPA). Mentre in Italia si continua a discutere su come spendere i fondi destinati all’autotrasporto, la Germania offre due anni di transito gratuito sulle autostrade agli autoveicoli dotati di motorizzazioni di ultima generazione e studia un piano di rottamazione programmata, cosa che sta facendo anche la Spagna. Nel frattempo, l’Italia, quinto Paese esportatore nel mondo, è finita al 19° posto nella classifica delle performance logistiche e ha visto le sue imprese di autotrasporto ridurre del 75% la presenza sulle rotte internazionali.

L’Italia ha in mano un’opportunità straordinaria di rinnovare il suo parco circolante e raggiungere simultaneamente più obiettivi: dalla diminuzione dei consumi e delle emissioni di Co2 e di inquinanti atmosferici, alla riduzione della spesa per il carburante, ai benefici per la sicurezza stradale.
Una risposta concreta e puntuale al problema dell’inquinamento è sicuramente l’Lng o Gnl (gas naturale liquefatto): un carburante eco-compatibile in grande ascesa nel settore dei trasporti e della logistica che favorisce una riduzione stimata del 25% delle emissioni di Co2 e di oltre il 90% di NoX particolato.
L’uso dell’Lng è anche strategico ai fini del risparmio e dell’efficienza dell’autotrasporto in termini economici. Grazie all’impegno politico congiunto di Ue e governo italiano, e a progetti europei come l’Lng Ble Corridors, il numero di stazioni di rifornimento è in costante crescita. Sono 115 le stazioni già esistenti in tutta Europa, con 45 nuove in arrivo. Numeri che descrivono già oggi una copertura sostanziale delle principali tratte di trasporto merci, italiane ed europee. Proprio il crescente numero di punti di rifornimento sui principali assi viari europei ha contribuito a rendere l’LNG un’alternativa valida rispetto al diesel.

La disruption
Ma c’è un’ulteriore sfida per il settore. I colossi delle spedizioni, per rimanere competitivi e rispondere alle richieste di consumatori sempre più esigenti e all’affermazione definitiva dell’e-commerce, hanno la necessità di essere incredibilmente rapidi. “L’insostenibile velocità delle merci”, come definita da Freight Leaders, è un obiettivo che si persegue con il coinvolgimento di una rete capillare di stakeholder, ma soprattutto è una partita che si gioca nell’ultimo miglio: il tratto per arrivare a casa vostra, insomma. Con quali assi nella manica? Digitalizzazione, internet of things, intelligenza artificiale, big data e blockchain. Sono termini che leggiamo ormai dappertutto e che rappresentano gli asset più importanti della Quarta Rivoluzione Industriale, ma soprattutto si stanno rivelando fondamentali nell’evoluzione della logistica: un settore che accompagna l’uomo dalla costruzione delle piramidi, passando per la lega anseatica e la nascita della ferrovia, e che oggi sta ancora una volta cambiando pelle in modo radicale.

Tra tutte, l’innovazione più recente e rivoluzionaria è sicuramente la blockchain che presenta un aspetto cruciale per tutti i settori, logistica compresa: è uno strumento incorruttibile che rileva e traccia ogni anello della catena di flussi che sono i processi complessi. Affinché la logistica impatti meno sul pianeta e contribuisca in modo positivo alla vita di tutti, riducendo l’alto prezzo che paghiamo oggi, ogni vettore deve attenersi a dei parametri di ecosostenibilità che la blockchain può verificare e certificare. Le prime applicazioni di questa tecnologia – dalla finanza all’energia, dalla produzione alla vendita al dettaglio – dimostrano che la blockchain ha un valore importante soprattutto perché facilita una maggiore efficienza, nuovi modelli di business, una logistica commerciale più snella su scala globale, maggiore trasparenza e tracciabilità nella catena di fornitura e maggiore automazione dei processi commerciali nella logistica.

I grossi spedizionieri non possono più esimersi e noi nemmeno, dobbiamo diventare ogni giorno più consapevoli, a partire dai nostri acquisti. Spegniamo la luce, chiudiamo il rubinetto, riduciamo la plastica…e chiediamoci sempre da dove e come arriva quello che compriamo. Perché anche il confine tra sostenibile e insostenibile sta nella logistica.

 

Fonte: WIRED, 11 dicembre 2018




Torna alle notizie GOGREEN




Rassegna del 13 Dicembre 2018
 
8 di 30 della rassegna...
    
Climate change: il nostro futuro sulla Terra potrebbe essere il nostro passato


SISTRI: un arrivederci, non un addio


Sostenibilità ambientale: OVS #wecare


Stella McCartney e la questione ambientale nella moda


Le 10 regole d’oro per ridurre consumi e inquinamento dei termosifoni


Il Comune di Savigliano conferma l'adesione a esosport bike


I dati del Rapporto Greenitaly 2018 di Fondazione Symbola e Unioncamere
Fonte: mediakey.tv, 4 dicembre 2018

esosport, il progetto che ricicla le scarpe sportive
Fonte: GREEN PLANET NEWS, 4 dicembre 2018

 
 
Privacy   |   Supporto

www.eso.it - info@eso.it