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Rassegna del 15 Giugno 2017
    

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A passeggio nella Cattedrale Vegetale, tra arte e natura


Inaugurata a Lodi l’opera postuma di Giuliano Mauri, primo artista italiano appartenente al movimento Art in Nature.

Si parla spesso di edilizia green. C’è chi è andato all’origine del rapporto tra il costruito e la natura, facendone il perno della propria opera di artista: parliamo di Giuliano Mauri, lodigiano scomparso nel 2009. L’ultima sua opera, postuma, è stata inaugurata pochi giorni fa nella sua città natale: la Cattedrale Vegetale. Si tratta di un’installazione dove la materia prima è… l’albero, anzi gli alberi: 108 in tutto, delimitati da colonne suddivise in cinque navate. Ogni colonna ospita una quercia e col tempo, la struttura lignea (alta 18 metri) che segnala la presenza della pianta verrà tolta per dar modo alle piante di essere protagoniste dell’opera monumentale. La Cattedrale Vegetale, che occupa un’area di 1630 metri quadri, è lunga 72 metri e larga 22 ed è ubicata sulla sponda sinistra del fiume Adda, su una porzione dell’area “ex Sicc” nella zona naturalistica della Foresta di Pianura. Prima di realizzarla sono stati eseguiti diversi lavori che hanno spaziato dalla bonifica dei terreni alla predisposizione di un terrapieno per la sopraelevazione della Cattedrale a tre metri sopra il piano dell’argine fluviale.

GIULIANO MAURI – Ma quella lodigiana, inaugurata dopo otto anni dalla scomparsa, è solo l’ultima di una serie di realizzazioni a tema di Giuliano Mauri, il primo artista italiano appartenente al movimento internazionale Art In Nature, costituito negli anni Settanta in difesa del paesaggio e della natura. In particolare, Mauri ha realizzato varie architetture vegetali e negli anni Ottanta concepì l’idea delle cattedrali: trascorsero trent’anni dall’intuizione alla prima realizzazione, ad Arte Sella (Trento) nel 2001, mentre la seconda, situata nel Parco delle Orobie (Bergamo) è stata portata a termine nel 2009. Il rapporto stretto tra arte e natura, il dialogo con il paesaggio, l’attenzione all’ambiente sono le caratteristiche peculiari del suo lavoro che lo hanno portato a una fama duratura, tanto che oggi è riconosciuto in tutto il mondo come il “Poeta della Natura”. Ma c’è molto di più da raccontare di questo artista, come lo descrive la vicepresidente dell’omonima associazione, Francesca Regorda, che è anche sua nipote: «Aveva un grande rispetto per la natura, non ha mai tagliato un albero, era ateo e la sua più grande liturgia era la natura. Entrava in dialogo con essa, la studiava». Mauri era convinto che «alla fine come sempre la natura prenderà il sopravvento, ma rimarrà il ricordo, magari in un albero cresciuto storto per far spazio al suo lavoro».

LEGNO E ALBERI – Il legno è la materia prima di tutte le sue opere. «Non è solo elemento estetico, ma funzionale: due legni sovrapposti in un certo modo, creano un ponte, in grado di sorreggere, senza alterare definitivamente il paesaggio», racconta Regorda, motivando la scelta delle specie arboree impiegate nelle varie cattedrali: «in ogni luogo in cui costruiva le sue opere prestava molta attenzione alla storia del posto. Trento e Bergamo sono luoghi in cui il carpino attecchiscono bene, per questo scelse questa pianta per le prime due Cattedrali. Lodi è una città in cui la quercia vive e fiorisce, ce ne sono tantissime, era la pianta quindi più adatta». La sua ricerca dell’elemento naturale era legata a un desiderio più profondo del realizzare “semplicemente” opere d’arti naturali: «desiderava che gli uomini tornassero a un contatto materno con quelle che sono le sue origini, la natura», spiega ancora il vicepresidente esecutivo, che descrive anche un percorso verso la realizzazione dell’opera lodigiana tutt’altro che facile: «la più grande difficoltà riscontrata è che Giuliano Mauri non ci sia», come anche «seguire con cura il suo progetto, le sue parole e le sue volontà, cercando di rispettare la sua idea, quindi senza alterare l’opera, anche di fronte alle difficoltà. Un progetto che lui ha sempre voluto e che purtroppo non è riuscito a concludere». Oggi l’artista sarebbe ben felice di sapere che il riscontro verso la sua opera è stato un successo: il solo giorno dell’inaugurazione dell’opera lodigiana erano presenti più di 4mila persone. Guarda il video:

 

http://wisesociety.it/ambiente-e-scienza/cattedrale-vegetale-giuliano-mauri/

Fonte: Wise Society, 3 maggio 2017




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