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A piedi per 130 chilometri da Bologna a Firenze: il diritto dell'ambiente all'Università di Trento si insegna anche così
Si è concluso venerdì il viaggio lungo la ''Via degli Dei'' per dodici studenti. Un percorso di studio unico che vale due crediti formativi organizzato dal professor Lugaresi: ''Abbiamo attraversato boschi, sentieri, montagne, paesi e visto da vicino luoghi come quelli interessati da Alta velocità e nuove autostrade''. Il racconto
"Qualche vescica ai piedi, un ginocchio malandato, ma il corso si è concluso in maniera molto positiva e, per il secondo anno consecutivo, le ragazze e i ragazzi presenti li ho visti molto coinvolti e soddisfatti''. A parlare non è un allenatore di qualche disciplina sportiva o un istruttore alpino ma il professore di diritto dell'ambiente della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Trento, Nicola Lugaresi. Il suo corso, infatti, è qualcosa di unico, di diverso da tutti gli altri, nei modi e nella sostanza: 130 chilometri a piedi da Bologna a Firenze in cinque giorni e mezzo, con dislivelli quotidiani, in media, di 1000 metri tra salite e discese e durante il viaggio, via di discussioni e dibattiti sul diritto dell'ambiente, sullo sviluppo sostenibile, sul rispetto della natura e l'antropizzazione.
Un corso universitario in piena regola che vale 2 crediti formativi e che si chiama ''Sostenibilità in cammino'', giunto alla seconda edizione dopo il progetto pilota dell'anno scorso (iniziativa e metodo di studio presentato, poi, dal professore e da tre studenti che avevano partecipato anche a una conferenza internazionale della Iucn, l'Unione internazionale per la conservazione della natura).
''Siamo partiti il 9 settembre e abbiamo concluso il 14 la camminata - spiega Lugaresi fresco di rientro a Trento - ed anche quest'anno eravamo in tredici, io più dodici studenti. La prima edizione undici di loro erano ragazze, quest'anno la situazione si è un po' riequilibrata con otto femmine e quattro maschi". E la camminata ha seguito, ancora una volta, la Via degli Dei che attraversa gli Appennini tra monti e colline, boschi e prati, paesi e campi e passa anche in zone critiche, quelle dove sono state realizzate Alta velocità e Autostrade.
''Siamo passati sopra le gallerie e abbiamo toccato con mano i fiumi e le sorgenti prosciugate per quei lavori - racconta ancora Lugaresi - abbiamo visto come la natura è stata antropizzata e abbiamo discusso sull'opportunità o meno che si realizzassero certe opere. Un discorso molto complesso perché è vero che sono spariti quegli specchi d'acqua ma oggi in 35 minuti tutti possono raggiungere Firenze da Bologna in treno e viceversa, la variante della A1 è più sicura e più veloce di prima e quindi tutta la comunità ne ha guadagnato. Insomma si parla di bilanciamenti di interessi, diritti e doveri, rapporto natura-uomo".
Il percorso era diviso in sei tappe (una per giornata di viaggio) e ogni tappa era ''guidata'' da due studenti che avevano studiato il libro ''la Via degli Dei'' e quindi dovevano aiutare gli altri ragazzi a capire dove si trovassero e che luoghi stavano attraversando. ''E abbiamo incontrato sul percorso Cesare Agostini - completa Lugaresi - una persona con più di 80 anni che da archeologo dilettante ha scoperto la via Flaminia Militare che si incrocia con la via degli Dei. Un bell'incontro per i ragazzi che alla fine, nonostante qualche grossa vescica ai piedi e un problema a un ginocchio, hanno tutti terminato il viaggio e concluderanno l'esperienza tra qualche giorno, quando ci rincontreremo per discutere e confrontarci su quanto accaduto''.
Un cambio di prospettiva e di approccio allo studio che ha guadagnato le pagine dei più importanti quotidiani nazionali. Un'esperienza a tutto tondo, all'aperto, a contatto con il gruppo e immersi nella natura "consci del fatto (sottolinea anche il professor Lugaresi sulla sua pagina internet) che ...clip".
Fonte: il Dolomiti, 17 settembre 2018
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