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Agricoltura, l’Italia è l’unica a norma contro il Coronavirus - di M.Cristina Ceresa


Agricoltura, l’Italia è l’unica a norma contro il Coronavirus - di M.Cristina Ceresa

Le norme per gestire l’emergenza Covid-19 imposte al settore agricolo italiano – che non può “stare a casa” – sono anche garanzia di prodotto. Acquistare made in Italy è ancora più corretto.

Con la primavera alle porte, la produzione agricola è innescata. E non c’è Coronavirus che tenga. I tempi sono noti: coltivazione, raccolto, distribuzione e vendita.

Proprio per questo le filiere agricole, agroalimentare e della pesca non si sono fermate e continuano nel loro lavoro, non facendo mancare i propri prodotti all’interno dei negozi alimentari italiani.

L’occhio all’etichetta deve cercare subito la provenienza: acquistare il made in Italy è ancor più doveroso oggi. Anche per compensare un intero gruppo di lavoratori che non può rimanere in casa, come impongono le disposizioni per il contrasto alla diffusione del Coronavirus, ma deve raggiungere il posto di lavoro: sia esso nei campi o negli stabilimenti produttivi.

E tra l’altro solo nel nostro Paese sono state delineate delle linee guida che mettono al sicuro lavoratori e acquirenti rispetto al Coronavirus.

All’interno del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro troviamo, infatti, le indicazioni che il comparto agricolo deve seguire e che – se mai ce ne fosse bisogno – dimostra come il settore alimentare italiano è sicuro.

A partire dalla rarefazione delle presenze dentro i luoghi di lavoro e il rispetto della distanza interpersonale di un metro. “In campo aperto è alquanto possibile raggiungere questi obiettivi – spiega il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – ma ciò può divenire più complicato negli altri luoghi di lavoro lungo la filiera agroalimentare“.

In queste situazioni, laddove si sia al di sotto della distanza interpersonale di sicurezza di un metro, viene richiesto di adottare strumenti di protezione individuale come mascherine e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici…), conformi alle indicazioni delle autorità scientifiche e sanitarie.

L’azienda agricola deve mettere a disposizione idonei mezzi detergenti per le mani (che può preparare autonomamente seguendo le indicazioni dell’Oms, Organizzazione mondiale della sanità), assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago.

Inoltre, dove è presente un servizio di trasporto organizzato dall’azienda, va garantita e rispettata la sicurezza dei lavoratori lungo ogni spostamento.

“È di primaria importanza ribadire che in presenza di febbre, sintomi di influenza, provenienza da zone a rischio o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti – continua Giuseppe L’Abbate – viene fatto divieto di entrare in azienda e di partecipare alle attività lavorative“.

Per i fornitori esterni devono essere individuate procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale in forza nei reparti aziendali.

Gli autisti dei mezzi di trasporto devono rimanere a bordo dei propri mezzi e non è consentito l’accesso agli uffici per nessun motivo. Per tutto il personale esterno sono, infine, da mettere a disposizione servizi igienici dedicati.

Intanto, però, i giovani di Cia chiedono che venga subito affrontato il problema della carenza di manodopera straniera (370mila addetti, un terzo degli occupati totali), fondamentale all’imminente campagna di raccolta, ma anche ad attività di diradamento e potatura.

“Certamente – dichiara il presidente nazionale di Agia-Cia, Stefano Francia – saranno fondamentali, anche deroghe straordinarie che consentano a tutte le banche di aderire all’accordo sottoscritto tra Abi e le associazioni di categoria, tra cui Cia; mentre maggiore semplificazione amministrativa permetterebbe all’intero sistema bancario di usufruire delle preziose risorse messe a disposizione da Commissione Ue e Banca europea per gli investimenti (Bei) e dedicate alle nuove generazioni di agricoltori e allevatori“.

“Stiamo affrontando un momento epocale – conclude Francia – che è anche una sfida importante da vincere. Possiamo farlo con grande responsabilità, solo insieme. Noi ci siamo“.




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