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Rassegna del 16 Novembre 2017
    

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Che cosa sta succedendo alla Cop23, il vertice sul cambiamento climatico


Dal 6 Novembre si sta svolgendo a Bonn la Cop23. Ecco a cosa serve il vertice sul cambiamento climatico: fermare il riscaldamento globale

Dalla mattina di lunedì 6 novembre le delegazioni dei 196 governi del mondo sono riunite a Bonn per la 23ma Conferenza delle parti (Cop23) con sede alla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici dell’Onu(Unfccc), il vertice sul cambiamento climatico che mira a “prevenire le pericolose interferenze antropiche con il sistema climatico”. In altre parole, fermare il riscaldamento globale. Più precisamente, sotto la presidenza delle Isole Fiji, la Cop23 dovrebbe fare progressi verso delle linee guida che implementino realmente le promesse fatte durante l’accordo di Parigi(Cop21), approvato già due anni fa.

Infatti, il primo importante accordo globale per affrontare il cambiamento climatico è stato preso a Parigi durante la Cop21 nel 2015, il cui obiettivo era quello di mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi e, ancor meglio, a 1,5 gradi. Ma l’accordo di Parigi aveva stabilito solamente i principi, e non i dettagli: la riunione di Bonn che durerà fino al 17 novembre di quest’anno sarà fondamentale per costruire un regolamento che consentirà il raggiungimento dell’accordo di Parigi.

Servono, infatti, azioni più decise e concrete per riuscire ad arrivare all’obiettivo: secondo le stime, i piani di riduzione delle emissioni di gas serra presentati dai governi porteranno a un aumento delle temperature oltre i 3 gradi, indicando quindi che le emissioni globali devono cominciare a diminuire sempre più urgentemente. I delegati dei 196 paesi presenti a Bonn lavoreranno così su un regolamento che servirà da guida per l’attuazione dell’accordo di Parigi, descrivendo le modalità secondo cui le nazioni controllano e verificano i loro progressi verso questo obiettivo.

Ma l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi potrebbe creare problemi? Come la seconda nazione più grande inquinante e la più ricca del mondo, gli Stati Uniti sono importanti. E serviranno anni (novembre 2020) perché il ritiro degli Stati Uniti sia effettivo: è per questo che è presente a Bonn una delegazione statunitense. Le ultime voci, tuttavia, parlano di un ripensamento: infatti, secondo le ultime dichiarazioni dei funzionari dell’amministrazione Trump, gli Usa non lasceranno l’accordo di Parigi, anche se la Casa Bianca continua a ribadire che la posizione ufficiale non è cambiata.

Quindi quale sarà il successo della Cop23 di Bonn? Un editoriale della rivista scientifica Nature lo ha descritto così: “La riunione di Bonn servirà come prova di come il resto del mondo intenda collaborare (senza gli Stati Uniti) e mantenere vivo lo spirito di Parigi”. Mentre secondo Barbara Hendricks, ministro tedesco dell’Ambiente, l’accordo di Parigi per combattere i cambiamenti climatici è “irreversibile. Ora dobbiamo fare di tutto per implementare l’accordo e non ci resta più molto tempo”.

 

Fonte: Wired.it, 8 Novembre 2017




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