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Coronavirus, con meno auto e industrie ferme diminuisce l’inquinamento atmosferico


Coronavirus, con meno auto e industrie ferme diminuisce l’inquinamento atmosferico

Non tutte le  pandemie  vengono per nuocere. Sì, a leggerlo così sembra un assunto provocatorio. Ed effettivamente lo è. Eppure,  dati  alla mano, il primo a beneficiare degli effetti del Coronavirus è l’ ambiente. E scusate se è poco. Lo dicono i dati raccolti dall’EEA, l’ European Environment Agency, gli stessi che confermano grandi  riduzioni  delle concentrazioni di  inquinanti  atmosferici – in particolare quelle di monossido e biossido di azoto (NO2) –, prevalentemente dovute alla riduzione del  traffico  e di altre attività, specialmente nelle principali città sottoposte a misure di blocco della circolazione. “I dati dell’EEA mostrano un quadro accurato del  calo  dell’ inquinamento  atmosferico, soprattutto a causa della riduzione del traffico nelle città”, dichiara in una nota ufficiale  Hans Bruyninckx, EEA Executive Director.

In alcune località, addirittura, il decremento degli inquinanti tocca il   50%, come certificano le 3.000 stazioni di   monitoraggio  dell’EEA che, ogni ora, misurano la qualità dell’aria. Giova ricordare l’inquinamento atmosferico è altamente nocivo per la salute, nonché concausa di   malattie   respiratorie e cardiovascolari, le stesse che rendono chi ne è affetto più vulnerabile a patogeni come il Covid-19.

E se è vero che la straordinarietà della situazione che la società sta vivendo – arresto delle attività industriali e della libera mobilità, in primis – non può essere considerata come un antidoto  ai mali dell’ambiente, è anche vero che genera più di qualche riflessione sulla  sostenibilità  che il mondo intero dovrebbe (e potrebbe) raggiungere. “Affrontare i problemi di  qualità  dell’aria a lungo termine richiede politiche ambiziose e investimenti lungimiranti. In quanto tale, l’attuale crisi e i suoi molteplici impatti sulla nostra società lavorano contro ciò che stiamo cercando di raggiungere, che è una  transizione  giusta e ben gestita verso una società resiliente e sostenibile”, asserisce Bruyninckx.

Analizzando le cifre, viene fuori che le concentrazioni di  biossido di azoto  (NO2) presenti a  Milano, generato principalmente dal trasporto stradale, nelle ultime quattro settimane sono calate del  24%. Sempre nel capoluogo lombardo, la concentrazione media di  NO2  durante la settimana del 16-22 marzo è stata del 21% inferiore rispetto alla stessa settimana del 2019. A  Bergamo, c’è stato un costante declino dell’inquinamento da NO2 e la concentrazione media durante la settimana del 16-22 marzo è stata del  47%  inferiore rispetto a un anno fa. A  Roma, nell’ultimo mese, i valori medi del medesimo inquinante sono stati inferiori di una forbice che oscilla  fra il 26 e il 35%  rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Numeri che si riscontrano anche in altre importanti  città  europee, come  Madrid,  Lisbona  e  Barcellona.

I dati, peraltro, fanno eco a quelli di  Arpav, Agenzia Regionale per la prevenzione e protezione ambientale del  Veneto, che in una nota ufficiale spiega che “per avere un’idea di come sono diminuite le  concentrazioni  di inquinanti da traffico, può essere opportuno analizzare le variazioni di concentrazione, ante e post restrizioni, del  monossido di azoto, inquinante esclusivamente primario, che nei pressi delle arterie viarie è un tipico  tracciante  delle emissioni dei veicoli e non risente molto a scala locale della variabilità meteorologica. In effetti, analizzando nelle stazioni da traffico della Pianura Veneta le concentrazioni medie orarie del monossido di azoto, ante e post restrizioni, si può osservare che i livelli di questo inquinante hanno avuto  riduzioni  molto significative, dell’ordine del  60-80% ”.

 

Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/geralt-9301/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=886669">Gerd Altmann</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=886669">Pixabay</a>





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