Da uno studio promosso da Espresso Communication per il Consorzio servizi legno sughero (ConLegno), emerge l’identikit dell’ecoturista italiano: «Il 56% delle donne e il 40% degli uomini ha dichiarato di prestare maggiore attenzione all’ambiente quando vanno in vacanza. Tra di loro la maggior parte ha un titolo di studio medio-alto (71%) e un’età compresa tra i 18 e i 30 anni (58%), mentre la percentuale scende al 52% tra i 31 e i 50 anni e al 34% tra gli over 50. I turisti amici dell’ambiente provengono principalmente dalle grandi città. In testa Milano (57%), seguita da Roma (52%), Bologna (51%), Firenze (50%) e Torino (49%)».
Lo studio è stato condotto con la metodologia WOA Web opinion analysis (Woa) su circa 1.200 persone tra i 18 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio sui principali social network, blog, forum e community, oltre al coinvolgimento di un panel di 15 docenti universitari, per indagare quale sia il rapporto degli italiani con le vacanze ecosostenibili.
Ma quali sono le motivazioni che spingono i turisti a preferire vacanze ecosostenibili? ConLegno spiega che «Al primo posto vi è una maggiore consapevolezza del proprio impatto sull’ambiente (62%), seguita dal desiderio di conoscere le tradizioni culturali ed enogastronomiche locali (53%), dalla volontà di entrare in contatto con la natura(52%) e dedicarsi al benessere psico-fisico personale praticando attività sportive (48%). Infine, contribuire al sostegno dell’economia e dello sviluppo locale (34%)».
Ma nel 2017, dichiarato dall’Onu anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo, come declinano l’ecoturismo gli italiani? Fare escursioni con guide locali per esplorare aree protette o borghi storici è una pratica condivisa dal 57%, acquistare e consumare prodotti locali a km zero è un desiderio per il 54%, mentre il 55% preferirebbe lasciare a casa l’automobile, quando è possibile, prediligendo i trasporti pubblici, il 47% pratica invece attività sportive all’aria aperta. Acquistare souvenir che valorizzino l’artigianato locale piace al 43% degli italiani, mentre chiedere ospitalità ai proprietari di aziende agricole e realtà artigianali per imparare il mestiere ed evadere dalla routine quotidiana è ancora una scelta di nicchia: 27%.
Anche la tecnologia aiuta il turismo eco-friendly: infatti, ci sono app green che tracciano le emissioni di CO2 dei veicoli mentre si viaggia, identificano i business sostenibili nelle vicinanze, calcolano il tragitto più ecologico per raggiungere la destinazione, indicano le tipologie dei rifiuti da differenziare e misurano ovunque si vada la Green Footprint, ossia il consumo umano di risorse naturali. Per non parlare dei siti di booking che consigliano le strutture più belle e responsabili.
Le mete green preferite dagli italiani sono la Sardegna (38%), riconosciuta dalla Commissione Europea come meta sostenibile per eccellenza; la Puglia (34%) con i suoi parchi nazionali del Gargano e delle Murge; il Trentino (31%) con le Dolomiti, patrimonio dell’Unesco; la Sicilia (29%) con il Parco Naturale Regionale dell’Etna; le Marche e l’Umbria (27%) con il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. A livello europeo invece i turisti italiani preferiscono la Grecia (22%) con le isole incontaminate come le Piccole Cicladi, la Spagna (19%) con il tour dell’Andalusia, l’Irlanda (17%) alla scoperta della regione dei laghi del Fermanagh, la Svezia (13%), secondo paese al mondo ad aver introdotto uno statuto di ecoturismo e patria di “Nature’s Best”, il primo marchio ecologico europeo, e la Danimarca (9%) con l’arcipelago eco-chic di Fionia.
Per il Sustainable Cities Index, che valuta gli aspetti sociali, ambientali ed economici legati all’impegno verso la sostenibilità, le città imperdibili sono Zurigo, Singapore, Stoccolma, Vienna e Londra, per la Commissione Europea le mete preferibili e per chi ama la natura dovrebbero essere Essen, in Germania, European Green Capital 2017, Nimega in Olanda sarà la capitale verde dell’Ue nel 2018, e la capitale norvegese Oslo, che lo sarà nel 2019. L’European Green Leaf per il 2017, dedicato ai centri fino a 100.000 abitanti, è stato invece assegnato a Galway in Irlanda, mentre per il 2018 il riconoscimento è andato a Leuven (Belgio) e Växjö (Svezia).
Espresso Communication e ConLegno hanno pubblicato il decalogo degli esperti per diventare un ecoturista consapevole:
- Rispettare la raccolta differenziata del luogo nel quale si soggiorna
- Preferire ristoranti che presentano nel menù prodotti biologici del territorio
- Raggiungere, se possibile, le località di villeggiatura in treno o sfruttando il car sharing
- Acquistare prodotti a km zero direttamente dal produttore
- Prediligere le attività outdoor per entrare in diretto contatto con la natura praticando anche sport come trekking, ciclismo, equitazione e canottaggio
- Programmare escursioni in aree archeologiche e borghi storici per conoscere le tradizioni autoctone affidandosi a guide del posto
- Acquistare souvenir che valorizzino l’artigianato locale
- Chiedere ospitalità ai proprietari di aziende agricole e piccole realtà artigianali per calarsi nello spirito del luogo e imparare a svolgere piccole attività
- Alloggiare in strutture localizzate a distanza sostenibile dalle spiagge e dalle aree protette
- Soggiornare in agriturismi, campeggi o affittare una casa nell’entroterra generando una fonte di reddito per i locali e favorendo lo sviluppo sostenibile della zona