Il mix energetico dei prossimi decenni dovrà puntare su fonti rinnovabili e gas, quest’ultimo dovrà essere la fonte fossile di transizione verso un futuro energetico a emissioni zero. Così hanno detto Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e Miguel Arias- Cañete, Commissario Ue per l’Energia e il Clima, durante la conferenza di alto livello Clean Energy Financing che si è tenuta a Bruxelles.
Oggi le emissioni di gas serra sono diminuite del 23% rispetto ai valori del 1990, mentre l’economia è cresciuta del 53%. Solo nel 2016 le emissioni sono diminuite dello 0,7% e il Pil è aumentato dell’1,9%. Buone notizie, soprattutto perché è ormai evidente che alla crescita economica non corrisponde più una crescita delle emissioni.
Ma non è abbastanza, dobbiamo fare di più se vogliamo combattere il cambiamento climatico, per questo il prossimo decennio dovrà puntare in modo ancora più netto verso la diffusione di tecnologie a basse emissioni e il pacchetto Clean Energy for all si è dato proprio questo obiettivo.
Gli obiettivi dell’Ue al 2030 Il pacchetto Clean Energy for all (energia pulita per tutti gli europei) è stato approvato dalla Commissione Europea nel novembre 2016 e ora è al vaglio del Parlamento e del Consiglio che dovranno votare entro la fine dell’anno. Il pacchetto punta fondamentalmente su fonti rinnovabili, efficienza energetica, integrazione dei mercati energetici europei, stabilità del quadro normativo per dare certezza agli investitori. Nello specifico al 2030 prevede il 27% di rinnovabili nel consumo finale di energia nell’Ue, 27-30% di efficienza energetica e 40% di riduzione delle emissioni di gas serra rispetto ai valori del 1990. Obiettivi che metterebbero in moto la macchina economica dei paesi dell’Unione, secondo le stime, infatti, una volta entrate a regime le misure creeranno 900.000 nuovi posti di lavoro nel settore energetico e una crescita del Pil europeo dell’1%. “Per questo è fondamentale arrivare all’approvazione del pacchetto quanto prima” ha detto Tajani.
Finanziare la transizione verso le emissioni zero
Per finanziare la transizione energetica servono soldi e investimenti. Secondo le stime annunciate da Cañete servono 379 miliardi di euro l’anno a partire dal 2021 e fino al 2030, parliamo di ben 177 miliari di euro in più all’anno rispetto a quanto stanziato finora. Questi soldi dovranno arrivare soprattutto dal mondo dell’industria che deve investire nel settore energetico. Solo con la sinergia pubblico-privata si riuscirà a raggiungere l’obiettivo, hanno sottolineato a Bruxelles. L’Unione europea, inoltre, ha assegnato il 20% del proprio bilancio all’azione per il clima, ivi compresa l’energia pulita. Un bilancio che dovrà essere politico, ha detto Tajani, perché deve essere lo strumento per raggiungere gli obiettivi politici dell’Unione europea. Questo significa che nessuna infrastruttura o impianto energetico a fonti fossili vedrà il finanziamento da parte dell’Ue, fatta eccezione del gas, che a quanto pare per Bruxelles sembra essere l’unica via per guidare la transizione energetica.
Le imprese, dal canto loro, sembrano favorevoli al progetto energetico di Bruxelles, tanto che le maggiori utility energetiche europee hanno scritto nei giorni scorsi una lettera indirizzata all’Unione europea con la quale chiedono di innalzare il target delle fonti rinnovabili dal 27 al 35%. Unica condizione che hanno posto è un quadro normativo stabile che garantisca certezza giuridica a investimenti che hanno ritorni in tempi lunghi.
L’esempio della California con le fonti rinnovabili
Durante la conferenza di Bruxelles è intervenuto anche Jerry Brown, il Governatore della California che ha stretto un’alleanza con l’Europa nella lotta al cambiamento climatico. “Il segno di un’alleanza globale che va oltre scelte ed errori contingenti” ha commentato Tajani.
Nonostante tutto, nonostante il presidente Trump, la California punta dritto verso la sostenibilità energetica: fonti rinnovabili, efficienza e auto elettriche. Le emissioni sono state ridotte del 36% dal 1990, creando oltre 500.000 posti di lavoro nelle rinnovabili, e da solo questo Stato produce il 15% di tutta l’energia pulita degli Stati Uniti. E i suoi obiettivi sono ambiziosi: 50% di tutta l’energia prodotta nel 2023 dovrà essere di origine rinnovabile. “I cambiamenti climatici sono una guerra e tutto il mondo si deve alleare per combatterla” è stato l’appello conclusivo di Brown, al quale l’Europa è pronta a rispondere.
Fonte: Greenplannermagazine.it, 10 Novembre 2017