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Il mare italiano sta diventando un’enorme discarica di plastica: il 77% dei rifiuti è immondizia. E non c’è più pesce - di Giulio Cavalli


Il mare italiano sta diventando un’enorme discarica di plastica: il 77% dei rifiuti è immondizia. E non c’è più pesce - di Giulio Cavalli

Il mare in Italia sta diventando un’enorme discarica di rifiuti in plastica

 


Ha la forma, i colori, il sapore e il rumore del mare ma in realtà è un enorme discarica che contiene il 70 per cento dei rifiuti italiani. La disattenzione del nostro Paese nei confronti delle proprie acque si è sedimentata come i sacchetti di plastica che stanno sul fondo: il 77 per cento dei rifiuti nei fondali marini sono plastica.

Nel mare di Sicilia (dove 120 raccolte effettuate con rete a strascico hanno recuperato 786 oggetti per un peso superiore ai 670 chili) ci sono le più grandi discariche di plastica che soffocano la fauna e la flora marina. Impressionante la concentrazione di rifiuti anche in Sardegna (403 oggetti pescati in 99 cale per un totale di 86,55 chili), mentre nei fondali rocciosi svettano in negativo il Mar Ligure e il Golfo di Napoli.

A certificare questi numeri è l’attività di monitoraggio condotta da Ispra e Snpa che hanno presentato i risultati ieri, mercoledì 9 ottobre, in occasione del convegno “Un quadro di plastica. I rifiuti e le plastiche in mare”. Numeri spaventosi che certificano 8 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno vengono sversati nei mari del mondo, il 7 per cento nelle acque del Mediterraneo.

Ovviamente anche le spiagge non se la cavano bene: dai 500 ai 1.000 rifiuti ogni 100 metri di costa. Per avere un’idea degli effetti sulla natura basta guardare i risultati delle analisi condotte sulla tartaruga marina Caretta con il progetto europeo Indicit dal 2017 al 2019. Su 1.406 tartarughe analizzate (458 vive e 948 morte), il 63 per cento presentava plastica ingerita e quasi il 58 per cento degli esemplari vivi di Caretta aveva plastica nelle feci.

Si tratta soprattutto di imballaggi industriali e alimentari, borse di plastica e retine per la mitilicolltura. Arrivano in mare soprattutto attraverso i fiumi (ci sono più di 1.000 oggetti galleggianti per ogni chilometro quadrato nella foce dei fiumi). Ma un dato su tutti rende bene l’idea delle proporzioni dell’emergenza: nel mare Adriatico, dal 2013 al 2019, nelle reti di 224 pescherecci sono finite 194 tonnellate di rifiuti; 45 tonnellate solo nella marineria di Chioggia. Si pescano più rifiuti che pesci.

 

Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/dimitrisvetsikas1969-1857980/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=4535732">Dimitris Vetsikas</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=4535732">Pixabay</a>

 




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