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Rassegna del 9 Agosto 2018
    

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Inquinamento dell’aria e pericolo tumori, qual è la verità?


Secondo diverse ricerche in Europa lo smog è più «cattivo» in estate. E non è detto che fuori città l'aria sia più salubre. Cosa fare per ridurre il più possibile l’esposizione

Di inquinamento atmosferico si parla solitamente ad autunno inoltrato, quando il riscaldamento in città raddoppia o quasi l’effetto del traffico. Ma diverse ricerche hanno documentato che nei centri urbani del Sud Europa l’inquinamento dell’aria è più «cattivo» in estate, quando le persone tendono a stare più ore all’aria aperta e i fumi degli scarichi delle auto si sommano al caldo, che rende le polveri sottili ancora più nocive.

Esiste un legame inquinamento e cancro?
«Dal 2013 l’inquinamento atmosferico in generale e il particolato atmosferico (ovvero le cosiddette polveri sottili) sono catalogati fra i cancerogeni certi per gli esseri umani dalla massima autorità in materia, l'International Agency for Research on Cancer (Iarc) di Lione, l’agenzia dell’Organizzazione Mondiale di Sanità - spiega Sergio Harari, direttore della Pneumologia all’Ospedale San Giuseppe Multimedica IRCCS di Milano -. Dopo un’attenta revisione di oltre mille studi scientifici sull’argomento, gli esperti hanno stabilito che provocano il cancro ai polmoni e aumentano il rischio di quello alla vescica e che le sorgenti principali d’inquinamento sono trasporti, emissioni industriali e agricole, riscaldamenti e cucine. Inoltre, lo studio SENTIERI dell’Istituto Superiore di Sanità ha dimostrato un’incidenza di cancro (di vari tipi) superiore del 9% nei maschi e del 7% nelle femmine - rispetto alla media regionale - nei territori indicati come altamente inquinati».

Che fare allora?
«Evitare esposizioni e non fare attività fisica nelle ore più soleggiate - dice Harari, che è anche presidente dell’associazione Peripato -. Idratarsi abbondantemente bevendo molti fluidi, eventualmente possono essere utili alimenti con potere antiossidante (albicocche, mango, carote e spinaci, pompelmi, kiwi, broccoli e peperoni, cereali, germe di grano, mandorle e arachidi, pomodori), anche se i dati scientifici in questo senso sono scarsi e non univoci. Studi americani suggeriscono che l’aria condizionata, mitigando le concentrazioni negli ambienti chiusi di ozono, possa avere un certo effetto protettivo, per lo meno nel ridurre i casi di bronchite e polmonite favoriti da questo gas nocivo al nostro apparato respiratorio».

Come si possono proteggere i bambini?
«Meglio portare i più piccoli in marsupi sulle spalle piuttosto che nei passeggini, perché le sostanze inquinanti sono più concentrate negli strati bassi, all'altezza dei gas di scarico. È poi consigliabile fare sport o far giocare i ragazzi nei parchi o all’aperto in zone periferiche piuttosto che in zone limitrofe alle strade cittadine. E anche chi ama camminare, dovrebbe evitare le aree più trafficate».

Dovremmo tutti «andare a vivere in campagna»?
«Purtroppo l’inquinamento si sposta e anche se in alcune aree metropolitane si rilevano le maggiori concentrazioni, non è detto che le aree meno industrializzate siano più salubri. Basti pensare che in Francia una delle città più inquinate è Chamonix, ai piedi del Monte Bianco - sottolinea l’esperto -. Però, meglio sarebbe se utilizzassimo di più i mezzi pubblici, per evitare di contribuire all’inquinamento generale con auto e moto. Ed è consigliabile andare a “purificare i polmoni” al mare o in montagna ogni volta possibile».

Spesso si fa un paragone tra smog e tabacco: «Vivo e respiro a Milano, cosa vuoi che mi facciano le sigarette?» è una frase ricorrente. Che rispondere?
«Che è una frase stupida e pericolosa - conclude Harari -: prima di tutto il fumo di sigaretta fa molto più male dello smog, inoltre l’azione combinata di fumo e inquinamento ha un effetto moltiplicativo, così 1+1 non fa più 2 ma 5 o 6. Semmai è il contrario, chi vive in ambienti inquinati ha una ragione in più per non fumare».

 

Fonte: CORRIERE DELLA SERA, 6 agosto 2018




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