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L'Himalaya sarà l'unico ghiacciaio a sopravvivere al cambiamento climatico?


L'Himalaya sarà l'unico ghiacciaio a sopravvivere al cambiamento climatico?

Se le emissioni continueranno ad aumentare, quasi tutto il ghiaccio del mondo scomparirà, tranne i ghiacci dei due poli e dell’Himalaya: lo dimostra una ricerca

È recente la notizia dei primi funerali celebrati per due ghiacciai in Islanda e Svizzera. Negli ultimi 10 anni, il ghiacciaio del Pizol nelle alpi svizzere ha perso circa il 90% del suo ghiaccio ed è destinato a scomparire presto, come probabilmente quasi tutti i ghiacciai del mondo eccetto l’Himalaya. Una ricerca di quaranta scienziati esperti in tema la criosfera ha infatti combinato i risultati e dati dell’Ipcc sugli 1.5° (2018) e quello su oceani e criosfera (2019) con nuove importanti ricerche più recenti. L’International Cryosphere Climate Initiative ha così scoperto che, se le emissioni continueranno ad aumentare, quasi tutto il ghiaccio del mondo scomparirà, tranne i ghiacci dei due poli e dell’Himalaya.

A causa dell’aumento della temperatura causata dal cambiamento climatico, lo scioglimento dei ghiacciai sta accelerando, e dovrebbe raggiungere il suo apice nella maggior parte delle regioni intorno al 2050, dopo di che, se le temperature saliranno oltre al 2°C e, non ci sarà più speranza per la sopravvivenza dei ghiacciai e delle popolazioni da esse dipendenti. Pochi ghiacciai vicino all’equatore, come le ande settentrionali o quelli  nell’africa orientale, possono sopravvivere anche all’attuale aumento del 1° C.

Il livello di ambizione di limitare le emissioni che attualmente vediamo non è in alcun modo commisurato alla minaccia”, ha detto Martin Sommerkorn, che ha coordinato il capitolo polare del Srocc, il rapporto dell’Ipcc sugli oceani e la criosfera, notando in particolare il rapporto Production Gap pubblicato a dicembre dallo Stockholm Environment Institute, Climate Analytics ed Unep. La ricerca dimostra che la produzione pianificata di combustibili fossili entro il 2030 è del 120% superiore a quella che manterrebbe il pianeta entro 1,5°C. “Le regioni polari stanno già perdendo il ghiaccio, e ulteriori perdite hanno conseguenze globali gravi e a lungo termine”, ha continuato.

I rischi e gli impatti a lungo termine per la criosfera sono maggiori a temperature più elevate dove 1,5° C diviene un guardrail per il pianeta. Come già discusso in precedenza con la professoressa Julie Brigham-Grette , molti sistemi glaciali hanno poca resistenza all’aumento della temperatura ed il suo cambiamento repentino li porta ad essere particolarmente sensibili. La nozione scientifica  di base è che a latitudini e longitudini più basse, la neve cadrà meno spesso e i ghiacciai in queste aree non saranno in grado di potersi riformare, sia per la più alta temperatura, che per la mancanza di neve.

I ghiacciai più piccoli che si trovano in Europa, Africa orientale, nelle ande ed in Indonesia perderebbero l’80% della loro massa attuale entro il 2100 se le emissioni aumenteranno fortemente”, ha detto a Wired Caroline Adler, autrice principale del capitolo sulle zone di alta montagna del rapporto dell’Ipcc sugli oceani e criosfera.

Si stima che i ghiacciai alle latitudini medie scomparirebbero nel 2300 con un aumento di 2°C, ma potrebbero conservare una certa percentuale di massa di ghiaccio a 1,5°C. Tuttavia lo scenario più plausibile è quello per cui la mancanza di politiche per salvaguardare le aree montane e i ghiacciai porterà alla scomparsa di tutti i ghiacciai del mondo.

Tuttavia nemmeno l’Himalaya sarà estraneo agli effetti del cambiamento climatico, e sebbene sopravviverebbe, il volume dei suoi ghiacciai andrebbe a diminuire drasticamente, provocando danni economici, ecologici e sociali. Solo l’Himalaya è l’epicentro di oltre 35 ecosistemi: “Quando i ghiacciai si sciolgono e la copertura nevosa si restringe, le specie vegetali e animali si adattano al caldo e migrano verso l’alto”, ha continuato Caroline Adler, “mentre le specie adattate al freddo e alla neve diminuirebbero se non rischierebbero l’estinzione”.

Come nel resto del mondo, i ghiacciai e la neve delle montagne forniscono infatti un'affidabile fonte stagionale di acqua, e la loro perdita avrebbe un impatto deleterio soprattutto sulle popolazioni rurali che la utilizzano per il loro sostentamento. Adler ha infatti sottolineato che “non solo la disponibilità dell’acqua nelle regioni montane andrebbe a cambiare drasticamente, ma anche la sua qualità, provocando impatti sulla sopravvivenza degli ecosistemi montani nonché sulla popolazioni”. Al momento, i ghiacciai dell'Himalaya sono la più grande riserva di ghiaccio al di fuori delle regioni polari, e oltre 1,9 miliardi di persone in otto nazioni dipendono dalla sue risorse quali acqua, cibo ed energia. Come riportato dal Centro internazionale di sviluppo integrato delle montagne (Icimod) anche se a livello globale il riscaldamento sarà limitato a 1,5°C con il metodo l'Hindu Kush Himalaya si riscalderà di circa 1,8°C.

Le regioni montane di tutto il mondo si trovano di fronte a sfide simili in termini di monitoraggio e adattamento, e la cooperazione internazionale offrirebbe opportunità di scambio di conoscenze,per approcci ecosistemici che aiutino le persone ad adattarsi ai cambiamenti. In futuro, oltre a dover ridurre l’emissione di anidride carbonica, sarà necessario promuovere l’implementazione di politiche mirate e  programmi per proteggere o ripristinare la biodiversità e gli ecosistemi nelle regioni montane.

 

Foto di David Mark da Pixabay





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