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Rassegna del 18 Maggio 2017
    

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La cucina diffusa con Solunch.it, un progetto di Social Innovation.


La cucina diffusa con Solunch.it, un progetto di Social Innovation.

Immaginate di tornare bambini. Uscite da scuola e andate a casa della nonna. Sulla tavola apparecchiata vi aspetta un piatto di pasta fumante, la tv accesa, l’aria di casa. Ora tornate indietro, state lavorando. Presto vi alzerete dalla scrivania per andare a pranzare al bar di fianco all’ufficio. La magia non è la stessa, vero? Lo sapete voi, ma lo sa anche Luisa Galbiati che si è inventata SoLunch.it, la piattaforma per prenotare pranzi vicino all’ufficio. Da lei ci siamo fatti raccontare questa storia di social innovation.

Cos’é SoLunch?
E’ una community digitale geolocalizzata ispirata alla sharing economy che permette di offrire e acquistare pranzi a domicilio nella propria zona, ma è aperta anche ai negozianti che possono scontare la merce vicina alla scadenza, evitando di sprecarla.

A chi si rivolge?
In primis agli over 50, specialmente i cassaintegrati o i disoccupati che possono integrare il loro reddito aprendo la propria cucina a chi preferisce una pausa pranzo in un contesto familiare rispetto al solito bar. SoLunch garantisce ai padroni di casa un extra reddito e una rete di nuove conoscenze e agli ospiti un pasto vicino all’ufficio, in un luogo tranquillo ad un prezzo accessibile.

Come funziona? 
Bisogna iscriversi su solunch.it, compilare il profilo personale e spiegare se si vuole ospitare, essere ospite oppure indicare che si ha un negozio. Chi si iscrive fornisce la sua carta d’identità per garantire la sicurezza e da quel momento ha davanti la mappa di chi apre le porte di casa sua, di cosa mette in tavola oppure della merce al ribasso in varie botteghe della città.

Com’è venuta l’idea di SoLunch?
Il progetto è nato osservando a cosa vanno incontro gli over 50, i cosiddetti Baby Boomers che perdono il lavoro. Parliamo di un milione di persone, di cui solo 1/3 riesce poi a ricollocarsi. Queste persone non solo non hanno grande supporto per rientrare nel mondo del lavoro, ma rischiano l’isolamento sociale e la depressione. Una condizione aggravata dal fatto che molto spesso hanno la responsabilità di una famiglia e di figli non ancora autonomi a livello economico.

E’ vero che tu stessa hai sperimentato questa situazione?
Sì. Sia io che Lilli Geri, la mia partner in questa avventura, abbiamo affrontato un periodo professionale molto travagliato: nonostante una professionalità forte e un network ampio, nessuno sforzo sembrava utile per riottenere lavoro. Così abbiamo provato a reinventarci, partendo da questa esperienza.

Qual è l’identikit dell’utente che prenota e acquista un pranzo a domicilio su SoLunch.it? 
Per ora è un over 30. Stiamo pensando a una strategia di comunicazione rivolta agli studenti universitari. Anche loro, come gli over 50 senza lavoro, possono essere interessati a una formula che mescoli risparmio e socialità.

Il vostro è un progetto di Social innovation, ovvero…
Risolvere in modo innovativo un problema offrendo un beneficio per la società. SoLunch.it è un progetto di Social Innovation perché usa il digitale per attivare un miglioramento nella comunità. Il modello è replicabile ovunque.

Riscontri?
Siamo alla ricerca di investor per trasformare il progetto in una vera start-up. A dicembre abbiamo ottenuto il Premio del Pubblico al Digital Award – Il coraggio di Innovare promosso dalla Regione e prima, siamo stati fra i finalisti italiani dell’European Innovation Competition New Way to Grow 2015 che si è svolto a Bruxelles a fine novembre.
A colpire di SoLunch.it è la capacità di usare la sharing economy per generare reddito e inclusione sociale attraverso una community trasversale per età, reddito, cultura, esperienze.

 

https://www.youtube.com/watch?v=bKh8GJlIYwQ




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Rassegna del 18 Maggio 2017
 
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