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Rassegna del 10 Gennaio 2019
    

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5 notizie che fanno ben sperare per il 2019 dell’ambiente


Dal “foam ban” di New York ai casi virtuosi italiani di Bari e del decreto Salvamare: la questione ambientale non è mai stata così delicata, ma qualche barlume di speranza a cui aggrapparsi c’è

Il 2018 è stato l’anno più caldo che si sia mai registrato in Europa. Secondo il Global Carbon Project, per il secondo anno consecutivo sono aumentate le emissioni globali di anidride carbonica e attualmente nell’aria la concentrazione di CO2 è di 445 parti per milione, il 146% in più rispetto all’epoca pre-industriale. Nel rapporto divulgato lo scorso autunno dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change, Ipcc) si sostiene che – senza provvedimenti radicali e immediati – entro il 2030 la temperatura media globale supererà gli 1,5°C, con conseguenze devastanti in termini di fenomeni atmosferici estremi, innalzamento dei mari, acidificazione degli oceani, scomparsa della barriera corallina e di interi ecosistemi, devastazione dei campi agricoli.

Eventi che si tradurranno in problemi di salute, sicurezza e sostentamento per gli esseri umani. Gli allarmi suonano ininterrottamente da tutti i fronti e nonostante la stragrande maggioranza degli scienziati di tutto il mondo sia concorde nel ritenere l’attività umana come la principale causa dei cambiamenti climatici, i provvedimenti dei governi continuano a essere sterili e insignificanti (se non addirittura controproducenti).

Sullo scenario internazionale l’insediamento di Bolsonaro – le cui teorie negazioniste si prevede avranno conseguenze catastrofiche per il Brasile – è solo l’ultimo dei segnali negativi che si sommano ai danni già fatti in due dell’amministrazione Trump.

Il 2019 sarà un anno cruciale per capire in che direzione andremo con le politiche a salvaguardia dell’ambiente e, anche se le iniziative dovranno necessariamente essere di portata globale affinché siano efficaci, per fortuna ci sono già anche dei piccolissimi segnali positivi a livello locale che in questo inizio anno vedono protagonista anche l’Italia.

Abolizione cotton fioc di plastica
A partire dal 1° gennaio scorso in Italia è stata vietata la produzione e la vendita dei cotton fioc in plastica, che rappresentano il 9% dei rifiuti sulle spiagge. Vengono sostituiti da quelli biodegradabili che potranno essere smaltiti nell’organico e riciclati. La legge, voluta dal governo Gentiloni nel 2017 (ma, non ci fossimo arrivati da soli, ci sarebbe stata anche la recente stretta europea sulla plastica) obbliga anche i produttori a fornire indicazioni sulle confezioni per un corretto smaltimento dei cotton fioc, che attualmente vengono erroneamente gettati nel water nel 91% dei casi.

Decreto Salvamare e lotta alla microplastica
Nelle prime settimane del 2019 si discuterà quello che i media hanno ribattezzato decreto Salvamare, che prevede una serie di leggi volte ad abolire del tutto le microplatistiche monouso entro il 2021, in linea con quanto pianificato dall’Ue. Inoltre quest’anno in Italia, a Castel San Pietro Terme (Bologna) dovrebbe inaugurare il primo stabilimento che produce plastica biodegradabile utilizzando energia totalmente rinnovabile e ricavata anche dall’anidride carbonica.

Incentivi economici a chi si sposta in bici
Qualche genio l’ha già rinominato “reddito di pedalata”: il Comune di Bari ha avviato un progetto sperimentale che – al momento – durerà quattro mesi. Prevede rimborsi fino a 25 euro mensili per chi si sposta in bici in città e incentivi fino a 250 euro per chi acquista una bicicletta nuova o usata.

Bari è da anni una città all’avanguardia per la diramazione di piste ciclabili e per i servizi di bike sharing, anche in questo caso è il primo Comune italiano a seguire l’esempio, tra gli altri, di Francia e Nuova Zelanda dove la pratica è già diffusa, grazie al budget messo a disposizione dal ministero dell’Ambiente.

Le rinnovabili superano il carbone in Germania
Negli ultimi dieci anni la Germania ha investito più di 500 miliardi di euro nel sistema energetico, come previsto dall’Energiewende (cambio di energia), l’ambizioso progetto con cui Angela Merkel ottenne i favori della grossa fetta di ambientalisti attivi nel paese, con cui prometteva di abbandonare il carbone e il nucleare entro il 2020.

Gli obiettivi purtroppo non sono stati raggiunti a causa di rallentamenti imprevisti e difficoltà strutturali, ma se non altro lo scorso dicembre ha chiuso l’ultima miniera di antracite. In questi stessi giorni sono arrivati altri segnali positivi: è stato registrato un sorpasso dell’utilizzo di energie rinnovabili sulla lignite (il carbone più inquinante), che hanno fornito oltre il 40% del fabbisogno di elettricità a livello nazionale.

New York vieta il polistirolo
Si chiama foam ban ed è il decreto in vigore dal 1 gennaio che vieta l’utilizzo dei vassoi in plastica, contenitori in polistirolo o schiuma, usati di solito da ristoranti e fast food per trasportare panini e cibo caldo. Saranno vietati anche bicchieri e tazze monouso tipici di molti bar che avranno tempo fino al 30 giugno per esaurire le scorte e non incorrere a multe fino a mille dollari. New York si unisce a Chicago, Honolulu, Boston e Washington DC, dove il divieto è già in atto e che presto si espanderà anche alle cannucce di plastica a cui presto dovremo adeguarci tutti.

 

Fonte: WIRED, 9 gennaio 2019




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