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Rassegna del 10 Gennaio 2019
    

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Economia circolare, la migliore performance è dell’Italia


L’economia circolare vale nel nostro Paese, per fatturato e occupazione, quanto il settore energetico e tessile. Sono i dati della ricerca presentati da Ambiente Italia

Riciclo, recupero, riuso. Sono le tre parole chiave del futuro non solo per salvare il pianeta soffocato da rifiuti di ogni genere, sono un settore economico che vale quanto il tessile o il settore energetico. In Italia vale 88 miliardi di fatturato, 22 miliardi di valore aggiunto, ovvero l’1,5% del valore aggiunto nazionale, gli occupati sono oltre 575mila.

Sono i numeri de “L’Economia Circolare in Italia - la filiera del riciclo asse portante di un’economia senza rifiuti”, la ricerca curata da Duccio Bianchi di Ambiente Italia, a seguito dei lavori svolti dal Gruppo Riciclo e Recupero del Kyoto Club. E’ un bilancio che dimostra come l’economia italiana sia oggi la più performante per circolarità di materia. Lo studio è stato commissionato da CONAI con i Consorzi nazionali per il riciclo degli imballaggi: CIAL, COMIECO, COREPLA, RICREA, e dal Gruppo CAP, il gestore del servizio idrico della città metropolitana di Milano.

Gianluigi Angelantoni, Vice-Presidente del Kyoto Club ha sottolineato le attività del Club e dei suoi Gruppi di Lavoro per contenere i rischi dell’aumento della temperatura del pianeta e l’influenza che tali aumenti, nei diversi scenari, potranno avere nei modelli climatici. "Il rapporto conferma e sviluppa ulteriormente le evidenze formulate nel position paper di Confindustria ovvero che l'industria italiana registra performance eccellenti nell'uso efficiente delle risorse sulla base dell'assunto che il concetto di economia circolare non può e non deve esaurirsi nella sola operazione di riciclo” ha ricordato Andrea Bianchi, direttore area politiche industriali di Confindustria.

“Il nuovo pacchetto di direttive chiede di fare ancora di più, con un innalzamento dei target di riciclo per gli imballaggi, target al 2025 che sono già raggiunti per quasi tutti i materiali - ha dichiarato Giorgio Quagliuolo, Presidente di CONAI - Stiamo agendo su ecodesign e design for recycling, diversificazione del contributo ambientale in funzione dell’effettiva riciclabilità”.

In Italia, solo nel 2017 è stato avviato a riciclo il 67,5% dei rifiuti di imballaggio per un totale di 8,8 milioni di tonnellate di rifiuti, valore in crescita del 3,7% rispetto al 2016. Se si analizzano tre indicatori fondamentali in un confronto diretto con i maggiori Paesi dell’Ue (Germania, Spagna, Francia, Regno Unito) l’Italia è leader per il tasso di produttività nell’uso delle risorse.

Per Antonello Ciotti, presidente Corepla: "Occorre trovare tutti gli usi possibili per migliorare il flusso circolare della plastica riciclata. Sul tema, Corepla e il tessuto industriale italiano del riciclo, sono impegnati sia per sviluppare politiche economico sociali, nuove imprese per nuova occupazione e ricerca sia per incrementare politiche ambientali”.

"Il blocco alle importazioni di carta da macero imposto dalla Cina pone di fronte nuove sfide. Trovandosi in una situazione di eccedenza, i Comuni italiani hanno scelto di riattivare le convenzioni con Comieco che nel 2019 si farà carico di gestire oltre 500 mila tonnellate di carta in più rispetto all'anno precedente” ha detto Amelio Cecchini, presidente di Comieco.

In Italia l’impiego di materie seconde è fondamentale nella siderurgica e metallurgica: tutto l’alluminio prodotto nel nostro Paese, oltre 900mila tonnellate nel 2017, proviene dal riciclo: il 100%. “Il sistema italiano di recupero dell’alluminio conferma la propria leadership a livello europeo” come ricordato da Carmine Rea, Presidente di CIAL, Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Alluminio.

RIDUZIONE DI CONSUMI

Utilizzando i criteri basati sugli studi per CONAI, la ricerca riporta che il beneficio del riciclo in Italia è quantificabile in: 21 milioni di tonnellate di TEP, cioè circa il 12,5% della domanda italiana di energia, 58 milioni di tonnellate di CO2 eq, cioè una quantità pari al 14,6% delle emissioni generate

Gli studi sull’economia circolare non hanno quasi mai considerato l’economia della gestione del ciclo idrico, spiega il Presidente e Amministratore Delegato di Gruppo CAP, Alessandro Russo: “La sfida è stata trasformare i nostri 61 depuratori dell'area di Milano in vere bioraffinerie, dove estrarre tutto il valore possibile dai fanghi di depurazione e far nascere dagli scarti energia pulita: un progetto nato grazie alla collaborazione con diversi partner dotati di competenze tecniche e scientifiche d'avanguardia”.

 

Fonte: LA STAMPA, 8 gennaio 2018




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