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Le tue email non necessarie sono una piaga per l'ambiente


Le tue email non necessarie sono una piaga per l'ambiente

Secondo uno studio condotto nel Regno Unito, evitando di scrivere email non strettamente necessarie risparmieremmo oltre 16 tonnellate di carbonio, cioè l'equivalente di 81.152 voli di media percorrenza

Ogni giorno nel Regno Unito vengono inviate circa 64 milioni di email non necessarie. Secondo uno studio commissionato da Ovo Energy, una delle maggiori società indipendenti di energia oltremanica, se ogni cittadino britannico inviasse un’email mono-parola (facciamo l’esempio più classico: Grazie) in meno al giorno, verrebbero risparmiate 16.433 tonnellate di carbonio all’anno, l’equivalente di 81.152 voli per Madrid. O, ancora, di 3.334 auto diesel rimosse dalla circolazione.

Con lo slogan “Think before you thank”, ovvero pensa prima di ringraziare, la ricerca vuole sensibilizzare i cittadini sul fatto che anche un’azione minima come rispondere a un messaggio anche quando non strettamente necessario ha un impatto ambientale. Se da un lato lo studio specifica “un numero inferiore di email non risolverà la crisi climatica”, dall’altro si stima che oltre il 72 per cento dei britannici non è al corrente della conseguenza ecologica dei gesti connessi alla loro casella di posta. Questa mancanza di consapevolezza, si spiega, contribuisce a incrementare di 23.475 tonnellate di carbonio all’anno l’impronta ambientale del Regno Unito.

Perché scrivendo si consuma energia

Mentre scriviamo e digitiamo parole sulle nostre tastiere consumiamo elettricità, la stessa che viene impiegata al momento dell’invio e, da ultimo, dall’infrastruttura di rete che archivia i messaggi nel cloud. Come spiega Mike Berners-Lee – ricercatore, professore e, non da ultimo, fratello dell’inventore del web Tim che ha contribuito con una consulenza nello studio – “anche se l’impronta di carbonio di una singola mail non è alta, è importante capire il principio di fondo: eliminare le cose non necessarie è buono per il nostro benessere e per l’ambiente”. Intervistato dal Guardian sul tema ha spiegato che “i data center usano un sacco di elettricità. Non ci pensiamo perché non vediamo il fumo fuoriuscire dai nostri computer, ma l’impronta ecologica dell’Information Technology è alta e sta crescendo”. Sulla stessa linea anche il capo del reparto Data e Analytics di Ovo, Katie Russell: “vogliamo mostrare alle persone che ogni azione ha un impatto ambientale, anche inviare una mail. Per questo dobbiamo cambiare le nostre abitudini a tutti i livelli”.

Formule di galateo non necessarie

Seppur non esista una definizione comunemente condivisa di mail non necessaria o inutile, lo studio prova a individuare quali sono i messaggi che spesso si inviano quotidianamente senza un reale motivo. Viene fatto notare che il 49 per cento dei britannici scrive ai colleghi che si trovano anche a pochi passi nell’ufficio. Nella top 10 di questi messaggi, oltre al ringraziamento (thank you, thanks), ci sono i commenti che confermano la ricezione del messaggio (received, appreciated) o i saluti che invitano a trascorrere una buona serata o un buon weekend (o anche il semplice cheers). In ultima posizione anche Lol, usato molto di frequente per commentare qualcosa di divertente. Seppur in Inghilterra esista un’attenzione particolare alla formalità della corrispondenza professionale e al bon ton online, al 71 per cento degli intervistati non importebbe nulla di non ricevere un ‘grazie’ come risposta se questo aiutasse a combattere la crisi climatica. Come commenta Stephen Moss sul Guardian: “Sii maleducato, non ringraziare e salva il pianeta”.

 

Foto di Free-Photos da Pixabay




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