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Nuovo piano d’azione europeo per l’economia circolare
La Commissione Europea disegna un nuovo quadro di riferimento per incentivare i prodotti sostenibili e prevenire la formazione di rifiuti
L’Unione Europea intende accelerare la transizione verso un modello di sviluppo rigenerativo, che restituisca al pianeta più di quanto viene prelevato, che riduca il consumo di risorse e che raddoppi il tasso di utilizzo circolare dei materiali nel prossimo decennio. Queste le premesse del nuovo piano d’azione della Commissione Europea per l’economia circolare. Il piano garantirà che il quadro normativo sia snellito e adattato per un futuro sostenibile e che le nuove opportunità della transizione siano massimizzate, riducendo al contempo gli oneri per le persone e le imprese. Secondo l’istituzione europea è necessario lavorare insieme alle imprese per definire un quadro di riferimento per i prodotti sostenibili che offrirà nuove opportunità nell'Unione Europea. La transizione progressiva, ma irreversibile, verso un sistema economico sostenibile è una parte indispensabile della nuova strategia industriale. Un recente studio stima che l'applicazione dei principi dell'economia circolare nell'economia dell'UE possa aumentare il PIL di un ulteriore 0,5% entro il 2030 creando circa 700.000 nuovi posti di lavoro. Poiché le imprese manifatturiere europee spendono in media circa il 40% in materie prime, l’economia circolare può aumentare la loro redditività, proteggendole al contempo dalle fluttuazioni dei prezzi delle risorse. L'economia circolare, secondo la Commissione, fornirà ai cittadini prodotti di alta qualità, funzionali e sicuri, efficienti e convenienti, che durino più a lungo e progettati per il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio. I prodotti, i servizi e i modelli di business sostenibili dovranno diventare quelli di riferimento, così come i comportamenti di consumo condurranno a una riduzione della produzione di rifiuti.
Nuove norme sulla progettazione sostenibile La Commissione, nell’ambito della politica di prodotto sostenibile, proporrà norme orientate a rendere i prodotti idonei a un'economia neutrale dal punto di vista climatico ed efficiente sotto il profilo delle risorse Le nuove direttive punteranno a ridurre gli sprechi e garantire che le prestazioni dei leader nella sostenibilità diventino progressivamente la norma. L’ambito di applicazione della direttiva sull’ecodesign sarà ampliato per applicare i principi della progettazione per la sostenibilità ad un’ampia gamma di prodotti. Le nuove norme, in particolare, saranno finalizzate a: • migliorare la durabilità, riusabilità, aggiornabilità e riparabilità del prodotto, riducendo la presenza di sostanze chimiche pericolose nei prodotti e aumentandone l'efficienza energetica e delle risorse; • incrementare il materiale riciclato nei prodotti, garantendo al contempo prestazioni e sicurezza; • consentire il remanufacturing e il riciclaggio di alta qualità; • ridurre l’impronta ambientale e le emissioni di anidride carbonica; • limitare i prodotti monouso e l'obsolescenza prematura; • introdurre un divieto di distruzione dei beni durevoli invenduti; • incentivare il “prodotto come servizio” o altri modelli in cui i produttori mantengano la proprietà del prodotto o la responsabilità per le sue prestazioni durante il suo ciclo di vita; • incentivare la digitalizzazione delle informazioni sui prodotti, comprese soluzioni come i “passaporti digitali”, i tag e filigrane; • premiare i prodotti in base alle loro diverse prestazioni in termini di sostenibilità, anche collegando gli incentivi a elevati livelli di prestazione ambientale.
Nuovi diritti dei consumatori La Commissione proporrà una revisione delle norme sui diritti dei consumatori per garantire che ricevano informazioni affidabili e pertinenti sui prodotti nel punto vendita, anche con riferimento alla loro durata, alla disponibilità di servizi di riparazione, di pezzi di ricambio e di manuali di riparazione. La Commissione, infine, prenderà in considerazione l'ulteriore rafforzamento della protezione dei consumatori contro il greenwashing e l'obsolescenza prematura, stabilendo requisiti minimi per le etichette e i marchi di sostenibilità così come per gli strumenti di informazione. Paolo Pipere, consulente giuridico ambientale
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