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Rassegna del 17 Aprile, 2020
    

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Pensare al Pianeta per pensare al futuro di Alessandra Mattanza e Emanuele Bompan


Pensare al Pianeta per pensare al futuro di Alessandra Mattanza e Emanuele Bompan

Il 22 aprile si celebra la cinquantesima Giornata mondiale della Terra. L’attenzione internazionale è ovviamente focalizzata sull’emergenza Coronavirus, ma proprio la consapevolezza dei destini comuni dell’umanità – che è tornata centrale nelle nostre riflessioni – può aiutarci ad affrontare con più partecipazione – e meno retorica e ideologia – i temi del cambiamento climatico e dell’ambiente.

Portavoce dell’iniziativa è l’attore Zac Efron. L’abbiamo intervistato insieme a Kathleen Rogers, presidente dell’Earth Day Network, che si occupa di organizzare questo prezioso appuntamento annuale.


Artists for Earth è una campagna globale che spinge artisti di tutto il mondo e di tutte le discipline a usare il potere della notorietà per sensibilizzare sull’emergenza ecologica. Zac Efron non è nuovo all’impegno ambientale. Da anni, tra un film e l’altro (dopo Ted Bundy – Fascino criminale, ha doppiato il film di animazione Scoob!, di prossima uscita), si batte per un rapporto più rispettoso del Pianeta.

Noi lo abbiamo incontrato al Sundance Film Festival a Park City, in Utah, proprio in occasione di Ted Bundy – Fascino criminale, e successivamente al Tribeca Film Festival a New York. È stata l’occasione per parlare di natura e ambiente. 'Non importa chi siamo o dove viviamo, tutti possiamo fare qualcosa per la Terra'.

E' la sua prima osservazione quando gli chiediamo il valore del 50esimo anniversario dell’Earth Day. Sono onorato di far parte di questo network. Sviluppare una coscienza ecologica non basta, occorre diventarne parte attiva, essere protagonisti del cambiamento.

Oggi è ancora più cruciale di prima, con tutti i problemi che il nostro pianeta sta affrontando.

Se tutti possono fare la differenza, l’impegno più importante non è una giornata, ma l’attenzione quotidiana. Vale quello che ogni singola persona può fare risparmiando CO2, acqua, risorse. Qual è la sua giornata tipo eco-friendly?
Non ho mai routine particolari, a parte il lavoro, tendo a non programmare. Appena posso, il modo migliore di sentirmi in connessione con la natura è mollare tutto, andare in qualche posto isolato, dormire sotto le stelle, in un sacco a pelo. Ritrovare il lato più selvaggio, anche di me, senza le sovrastrutture della celebrità o del business. È in questi momenti di puro contatto con la vita che si risveglia la mia volontà di proteggere il Pianeta. È il potere che hanno su di me tutte le attività all’aria aperta, dallo sci al surf, all’hiking…

Se dovesse scegliere di ridurre i consumi a che cosa rinuncerebbe?
La carne. Non è solo utile per l’ambiente, per sé stessi. Ho provato la dieta vegan e mi ha cambiato completamente la vita. È come se il cibo, invece di appesantirmi, divenisse pura energia per il mio corpo. E riesco a dormire meglio. Le foglie di cavolo e il kale sono il mio cibo preferito al momento. Adoro cucinare, se non fossi diventato un attore, avrei probabilmente fatto lo chef. Sto pensando da tempo a un documentario sul cibo e i viaggi.
Si batte per la protezione degli animali…
Amo gli animali, è una passione che mi porto dietro fin da bambino. Durante il disastro dell’incendio Woolsey, in California (che dall’8 al 21 novembre 2018 bruciò molte zone di Los Angeles e della contea Ventura, ndr) ho chiesto a tutti i miei fan di Instagram e Twitter (più di 55 milioni) di ospitare gli animali in pericolo: cani e gatti, ma anche cavalli, capre, maiali, polli… Questi disastri sono un altro segnale che non c’è tempo da perdere se vogliamo salvare la nostra Terra.
Un altro tema che le sta a cuore è quello delle risorse idriche.
Da tempo supporto l’associazione non profit Charity: Water, che si occupa di sensibilizzare sulle problematiche dell’acqua nei paesi poveri e di come educare la gente a usarla in maniera consapevole e senza sprechi.
Lei pratica la meditazione trascendentale. C’è un collegamento con il sui impegno ambientalista?
Di certo la meditazione può aiutare a trovare un equilibrio con sé stessi, a restare focalizzati, a raggiungere i propri obiettivi. Io la pratico regolarmente, almeno 20 minuti al giorno. Mi piace il fatto di poterla fare ovunque io sia: in macchina, in aereo, in una pausa sul set… Insieme alla meditazione trascendentale, pratico yoga: la concentrazione sul respiro è fondamentale. Quando ho recitato in Ted Bundy – Fascino criminale (in onda su Netflix, ndr) queste pratiche sono state una specie di salvavita. Interpretavo il serial killer Ted Bundy, una storia vera, un uomo realmente esistito: è stato uno dei ruoli più intensi e impegnativi della mia carriera, almeno fino a oggi. Non so come avrei fatto senza la meditazione trascendentale a uscire dalle emozioni violente che quella parte mi suscitava. Anche per questo sono convinto che meditare possa avere solo effetti positivi. Se fossimo molti di più a praticarla, anche il rapporto fra uomini e natura sarebbe diverso.
Con suo fratello Dylan ha prodotto Off-Grid. Anche questo è un modo per mettersi in contatto con la natura?
Abbiamo creato un vlogging channel su Youtube: ci tengo particolarmente, è un mezzo di comunicazione enorme, specie nei confronti dei giovani. Montiamo diversi video dei nostri viaggi ed esperienze 'off-gri' nella natura, nel deserto, sul lago Mohave, in Arizona, immersi nella neve più pura a Park City. Viaggiare per il mondo è l’esperienza migliore che si possa fare. Apre la mente. Consiglio a tutti di abbandonare la classica 'comfort zone', di correre qualche rischio. Io ricordo come se fosse oggi quando decisi di nuotare con un gigantesco squalo tigre alle Hawaii… Allo stesso tempo, conoscendo meglio il Pianeta, si impara ad amarlo e viene spontaneo volerlo proteggere dal degrado.
Non tutta Hollywood ha una coscienza green. Cerca di rendere le sue produzioni ecosostenibili?
Cerco di fare quello che posso. Mi sono di grande ispirazione star che come me si impegnano su questo fronte, come Leo DiCaprio. È un caro amico e, quando ho dei dubbi, mi dà ottimi consigli. Sono convinto che, data l’entità e l’escalation dei problemi, tutti saranno costretti ad aprire presto gli occhi.


L’Earth Day nasce il 22 aprile 1970, quando 20 milioni di americani – all’epoca il 10 per cento della popolazione americana – scesero in strada e nei campus universitari per protestare contro la scarsa considerazione verso i temi ambientali e reclamando un nuovo modello di sviluppo per il pianeta. Erano i primi anni dell’ambientalismo moderno, si iniziavano a scoprire gli impatti terribili del boom economico e dell’industrializzazione di massa. L’America era appena stata sconvolta dal disastro petrolifero di Santa Barbara, oltre 100mila barili di petrolio finiti sulle coste californiane. Il movimento pacifista continuava a crescere e riempiva le strade di giovani in cerca di cambiamento. Nel solco fertile dei movimenti per i diritti, attivisti come Denis Hayes e politici come Gaylord Nelson

 

Alessandra Mattanza e Emanuele Bompan




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