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Riciclo dell’alluminio: Italia ai primi posti in Europa


Riciclo dell’alluminio: Italia ai primi posti in Europa

In base ai dati del CIAl nel 2019 il riciclo si è attestato al 70% ed è in crescita da Nord a Sud. Alla scoperta del metallo che si può riciclare all'infinito e con un basso impatto ambientale.

L’alluminio è un metallo e molto presente in natura. Terzo elemento più abbondante dopo l’ossigeno e il silicio, la bauxite – il principale minerale da cui si ricava – costituisce circa l’8% delle superficie terrestre.

Riciclabile all’infinito, il 75% di tutto l’alluminio prodotto da sempre nel mondo è ancora in uso. Una differenza enorme rispetto ad altre materie prime che non possono essere interamente riciclate e che spesso finiscono per inquinare il Pianeta.

Quali sono i rifiuti in alluminio

Gli imballaggi in alluminio sono:

-lattine per bevande
-scatolette e vaschette per alimenti,
-foglio sottile in alluminio
-bombolette spray
-tubetti
-tappi e chiusure.

Tutti questi materiali, rinascono grazie al riciclo, per dare vita a nuovo alluminio e a nuove e infinite applicazioni.

Come si ricicla l’alluminio

Tutto l’alluminio prodotto nel nostro Paese proviene dal riciclo e il processo per la sua produzione richiede solo il 5% di energia elettrica che invece necessita la produzione di quello primario.

L’alluminio, una volta raccolto, viene separato, pressato in balle e poi avviato alla fonderia dove il materiale viene dapprima pre-trattato a circa 500° per essere epurato da vernici o altre sostanze e poi fuso a 800° per ottenere alluminio liquido. Da questo si possono ottenere placche destinate a essere lavorate per la produzione di semilavorati e nuovi manufatti.

L’alluminio riciclato ha le stesse proprietà e qualità dell’alluminio originario e in Italia viene utilizzato nell’industria automobilistica (55%), nell’edilizia (26%), nei casalinghi e per nuovi imballaggi.

Cosa si ottiene dall’alluminio riciclato L’alluminio viene riutilizzato per produrre nuovi oggetti o viene riutilizzato in alcune parti di automobili (i cerchioni sono costituiti al 90% da alluminio riciclato, i pistoni al 30%) mezzi pubblici, motocicli, biciclette (con 800 lattine se ne può fare una), monopattini (si possono realizzare con 130 lattine), barche, vagoni, ski-lift, aerei e perfino razzi.

Utile anche all’industria meccanica (in particolare nei macchinari per stampa; negli impianti di riscaldamento, nella rubinetteria industriale, nei dadi, bulloni, viti, chiodi) e a quella elettrica (batterie, fili, generatori elettrici, torri per antenne), l’alluminio viene re-impiegato anche negli altoparlanti, apparecchi radio e TV, telefoni cellulari, cavi telefonici, telecomandi, radar e negli attrezzi da cucina: se le pentole sono realizzate con il 90% di alluminio riciclato, per fare una caffettiera bastano, invece, 37 lattine.

Il riciclo di alluminio e le emissioni di gas serra

Il riciclo dell’alluminio ha consentito di evitare emissioni di gas serra pari a 381mila tonnellate di CO2 e risparmiare energia per oltre 164mila tonnellate equivalenti di petrolio. Un traguardo reso possibile grazie all’azione combinata di istituzioni, imprese, operatori, cittadini e comuni. In base ai dati del CiAl sono oggi oltre 5.406 (+232 rispetto al 2018) i Comuni e circa 46 milioni i cittadini attivi nella raccolta differenziata dell’alluminio e con cui il Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio collabora, nell’ambito dell’Accordo Quadro Anci-Conai, su tutto il territorio nazionale.

L’Italia leader europeo nel riciclo dell’alluminio

In base ai numeri presentati all’assemblea annuale delle 246 imprese consorziate a CIAL, con 51.400 tonnellate di imballaggi in alluminio riciclate nel 2019, pari all’70% delle complessive 73.400 tonnellate immesse sul mercato – cui vanno aggiunte 4.500 tonnellate di imballaggio sottile destinato alla termovalorizzazione – l’Italia si conferma anche per il 2019 tra le eccellenze a livello europeo per quantità di alluminio riciclato prodotto.

«Il conseguimento di una quota di riciclo del 70% nel 2019, in linea con i trend degli ultimi anni e superiore agli obiettivi di raccolta e avvio a riciclo fissati nelle nuove direttive europee sull’economia circolare, conferma come il sistema nazionale di gestione degli imballaggi in alluminio abbia raggiunto un livello di maturità e di efficienza tali da garantire, in futuro, incrementi qualitativi e quantitativi addizionali, specie nei territori con ulteriori margini di crescita» ha commentato il Presidente di CIAL Bruno Rea nel corso dell’Assemblea. «La consapevolezza che il processo di sviluppo è ormai irreversibile è data dal fatto che, seppur a macchia di leopardo, le principali regioni del Sud Italia registrano performance crescenti e, a breve, saranno in grado di ridurre il gap con le aree più mature».

 

 

 




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