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Rassegna del 18 Maggio 2017
    

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Stefano Mancuso: problem solving? Copiamo le piante.


Stefano Mancuso, direttore del Laboratorio internazionale ddi neurobiologia vegetale dell'Università di Firenze, studia l'intelligenza («la capacità di risolvere problemi») delle piante. Una pianta è, infatti intelligente, anche se non ha un cervello. Da scienziato di fama mondiale, sostiene che il mondo vegetale sia un modello superiore. E copiarlo significherebbe fare un salto nel futuro, non solo dal punto di vista tecnologico e scientifico, ma anche organizzativo aziendale. Il modello antropocentrico è sbagliato. La vera rivoluzione si farà imitando il sistema vegetale, come racconta nel suo libro, Plant Revolution (Edizioni Giunti).

UN MONDO DOMINATO DA CHI NON HA IL CERVELLO

«Se noi prendessimo tutti gli esseri viventi presenti sul nostro pianeta e li mettessimo su una bilancia, il loro peso sarebbe per il 99 per cento costituito da piante - ha raccontato in un incontro di presentazione del suo libro -. Ci si dovrebbe chiedere, allora, come hanno fatto ad avere il 99 per cento della "quota di mercato".  Cerchiamo di imitarli, capiamone i trucchi.

Le piante - ha spiegato - stanno ferme: questo è il punto cruciale. Per risolvere un problema, nutrimento, predatori, non si possono spostare. Da qui si sono inventati un sistema ingegnoso per cui distribuiscono tutto quello che noi concentriamo all'interno di organi: respirano, vedono, sentono, ragionano, comunicano e memorizzano con tutto l'organismo. In questo modo, per esempio, continuano a vivere anche subendo l'asportazione del 90 per cento del proprio corpo. Gli uomini, al contrario, come conseguenza del fatto che si possono muovere, non risolvono i problemi, li evitano. Non c'è da mangiare o da lavorare? Si spostano dove c'è. Non è un fatto secondario che il numero di geni del riso sia tre volte superiore a quello dell'uomo.

ADDIO AL MODELLO VERTICISTICO: IL FUTURO È L'INTELLIGENZA DEI GRUPPI

Altra cosa importante del mondo vegetale è l'organizzazione. «Il nostro modello - ha sottolineato - è un cervello che governa degli organi. Di conseguenza abbiamo costruito tutto imitando quel modello verticistico, con un centro di comando. Il computer è un analogo sintetico della nostra struttura, con il processore che imita il cervello. Nelle piante, invece, c'è un'organizzazione legata al gruppo. I vantaggi di questo sistema decentralizzato sono, a dispetto di una più lenta elaborazione, risposte più creative e soluzioni migliori.

Pochi mesi fa è stato pubblicato uno studio su Science che ha preso in esame 80mila lemmi di Wikipedia - ha continuato -, comparati con 80mila lemmi di enciclopedie cartacee. È risultato che il grado di precisione di Wikipedia è superiore nel 98 per cento dei casi. Questo senza alcun comando centrale.

Un problema di fisica quantistica irrisolto da trent'anni -  ha fatto sapere -, nonostante i mega computer costruiti e le fatiche dei migliori fisici del mondo, è stato risolto in sette giorni attraverso una specie di giochino, coinvolgendo 50mila persone in Internet che hanno lavorato in gruppo: non fisici, si badi. Una formula di struttura di un enzima, da oltre dieci anni irrisolta, è stata trovata in meno di un giorno usando lo stesso schema.

Questi sistemi sono una miniera d'oro: sfruttano tutti la stessa cosa, l'intelligenza dei gruppi. Ovvero lo stesso tipo di intelligenza che utilizzano le piante e che è alla base del funzionamento di Wikipedia. In ambito scientifico si sta cominciando a usare moltissimo questa intelligenza dei gruppi».

DALLE ESPLORAZIONI SPAZIALI ALL'ARCHITETTURA: QUANDO LE PIANTE SONO IL MODELLO

Ogni anno, ricorda Mancuso nel volume, si scoprono circa duemila specie nuove di vegetali. Ispirano robot, plantoidi che possono essere utilizzati in diverse circostanze, inquinamento chimico o radioattivo, antiterrorismo, ricerche petrolifere, agricoltura 2.0, esplorazioni spaziali. L'Erodium cicutarium, per esempio, grazie alla sua capacità di penetrare nel terreno senza consumare energia, è stato preso come spunto per una possibile costruzione di sonde leggere capaci di penetrare nei suoli extraterresti. Ma le piante ispirano anche edifici di architettura d'avanguardia. Warka Water, disegnato da un architetto italiano, e premiato nel 2016 con il World design impact prize, ha una struttura ad albero, in grado di produrre fino a 100 litri di acqua per condensazione dell'umidità atmosferica. Il grattacielo che dovrà ospitare il ministero dell'Agricoltura del Qatar copia invece gli adattamenti delle Cactacee.

«Oggi ci sono molti scienziati pessimisti sul futuro: io non lo sono - ha affermato -:  se anche nel 2050 saremo dieci miliardi, questo significa tre miliardi di teste pensanti in più. L' aumento delle scoperte scientifiche e della tecnologia non è dovuto al fatto che siamo più intelligenti. Ma perché siamo di più».

 

 




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