Negli anni Ottanta era una pratica diffusa (e funzionante). Oggi torna nei bar e ristoranti italiani il vuoto a rendere, vale a dire la possibilità di riconsegnare ai commercianti contenitori in vetro, plastica o altri materiali in cambio della restituzione di una piccola cauzione versata al momento dell’acquisto.
È un simbolo all’ingresso dei locali a evidenziare gli esercenti che aderiscono alla fase sperimentale del progetto, entrato in vigore il 10 ottobre 2017 grazie al decreto numero 142 del ministero dell’Ambiente.
Come funziona il vuoto a rendere? Gli utenti che acquistano una bottiglia in plastica o vetro possono restituirla al commerciante e ricevere dai 5 ai 30 centesimi di euro a contenitore. Al momento, la sperimentazione (che dura un anno, al termine del quale si deciderà se avviare una misura a pieno regime) riguarda bottiglie di acqua minerale e di birra servite al pubblico che abbiano un volume compreso tra 0,20 e 1,5 litri.
DAI 5 AI 30 CENTESIMI A BOTTIGLIA
La cauzione, recita il decreto, non comporta «in nessun caso un aumento del prezzo di acquisto per il consumatore e rimane invariato in tutte le fasi di commercializzazione della filiera». I negozi aderenti entrano a far parte di un apposito registro degli operatori virtuosi, pubblicato sul sito istituzionale del ministero e aggiornato con cadenza mensile.
MENO RIFIUTI PIÙ RIUTILIZZO
L’obiettivo del decreto ministeriale, dunque, è quello di sensibilizzare i consumatori sull’importanza della pratica del riciclo, oltre a diminuire la produzione dei rifiuti: le bottiglie più resistenti in plastica, vetro o altri materiali possono, infatti, essere riutilizzate oltre dieci volte prima di diventare uno scarto. I contenitori recuperati sono trattati con un processo di sterilizzazione che richiede il 60% di energia in meno rispetto a quella necessaria alla creazione di un nuovo imballaggio.
Fonte: BMag, 12 Ottobre 2017