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Rassegna del 28 Dicembre 2017
    

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Agricoltura urbana: nuovi spazi produttivi in città


Di Ruben Rotundo

Nelle aree metropolitane stanno sorgendo nuove tipologie di agricoltura urbana, che aprono nuovi spazi verdi produttivi tra il cemento delle città con interessanti risultati


L’area metropolitana delle grandi città apre le porte all’agricoltura urbana. Sembra quasi un ritorno alle origini, quando i primi uomini coltivavano la terra all’interno dei villaggi oppure ai giorni nostri, quando si vedono agglomerati di case circondati da terreni coltivati che si perdono a vista d’occhio.

L’agricoltura urbana, nata come piccola serra sul balcone o sul terrazzo condominiale nel centro delle città, oggi ha ottenuto piccoli spazi verdi, sempre più grandi, che permettono di produrre in modo biologico modeste quantità di cibo, che soddisfano una certa percentuale della popolazione cittadina che varia in base alle dimensioni del terreno.

Agricoltura urbana: si può fare

Coltivare in città si può e si deve fare. Non è più una moda passeggera, ma una necessità. L’agricoltura urbana in alcuni grandi centri urbani è nata come momento aggregante di una piccola comunità oppure come hobby per impegnare il tempo libero. Nel corso del tempo, ha acquisito sempre più un ruolo importante per la città: innanzitutto permette la produzione di frutta e verdura a chilometro zero, sviluppa lavoro e migliora la qualità di vita dei cittadini e dell’ambiente. Inoltre, aiuta a purificare l’aria della città.

Agricoltura urbana: Progetto MADRE

Nei giorni scorsi si è discusso a Bologna di agricoltura urbana e metropolitana nell’ambito del progetto europeo MADRE (Metropolitan Agriculture for Developing an innovative, sustainable and Responsible Economy, ovvero Agricoltura metropolitana per lo sviluppo di un’economia innovativa, sostenibile e responsabile) cofinanziato dal programma Interreg MED, il cui scopo è di promuovere l’agricoltura urbana come motore di un nuovo tipo di economia, più sostenibile ed innovativa, per le metropoli mediterranee.

Agricoltura urbana: Partnership e area metropolitana

Le aree metropolitane di Bologna, Barcellona, Marsiglia, Montpellier, Salonicco e Tirana si appoggiano a 7 partner, che rappresentano 5 Paesi, ovvero, AViTeM – Agenzia per le Città e i Territori Sostenibili del Mediterraneo, ANIMA Investment Network e CIHEAM-IAMM – Centro Internazionale di Studi Avanzati sull’Agronomia del Mediterraneo (Francia), MedCities – Network Mediterraneo per lo Sviluppo Urbano Sostenibile (Spagna), Università “Aristotele” di Salonicco (Grecia), Università Agraria di Tirana (Albania) e la Città metropolitana di Bologna (Italia), con i quali stanno portando avanti il progetto europeo, puntando sulla cooperazione internazionale e sulle misure di promozione.

Condivisione e sostenibilità

Nel corso della due giorni bolognese si è discusso sulla valore aggiunto che rappresenta l’agricoltura urbana: infatti, è chiaramente ecosostenibile, ha una fondamentale funzione sociale, economica ed ambientale ed annulla il conflitto tra urbano e rurale. L’agricoltura urbana è anche un patrimonio culturale condiviso dell’area mediterranea che va protetto e preservato. Ma questo tipo di agricoltura apre le porte anche all’agricoltura biologica, perché a chilometro zero e perché i terreni sono coltivati seguendo le normative che rispettano l’ambiente e la qualità dei prodotti. Inoltre, le dimensioni dei terreni sconsigliano l’uso di prodotti non naturali.

Agricoltura urbana. Funzione sociale ed economica

La produzione costante di frutta e verdura, la manutenzione costante del terreno e la raccolta dei prodotti hanno spinto i cittadini ad aggregarsi ed a sviluppare nuove strategie che hanno creato lavoro. L’agricoltura urbana e metropolitana ha quindi una notevole forza aggregante per la società. Ma non sempre le città possono o vogliono realizzare aree di questo tipo. Spesso, la necessità di infrastrutture urbane, i piani regolatori, le aree residenziali, commerciali ed industriali, la riduzione di suolo agricolo a discapito del cemento frenano o cancellano del tutto l’agricoltura urbana. In questo, molte colpe sono attribuite alla politica che non sempre è interessata all’ecosostenibilità.

E’ necessario un cambio di rotta. Le aree verdi e l’agricoltura urbana sono oggi una necessità per le città di tutto il mondo, perché sviluppano politiche comunitarie, sociali, economiche ed ambientali solide ed ecosostenibili. Senza di esse la civiltà potrebbe avere i giorni contati.

 

Fonte: Ambiente&Ambienti, 21 dicembre




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