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Rassegna del 20 Marzo, 2020
    

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Come l’emergenza coronavirus sta cambiando i consumi alimentari degli italiani


Come l’emergenza coronavirus sta cambiando i consumi alimentari degli italiani

Rimane «ingiustificato» il timore di non trovare più cibo sugli scaffali: oltre 3 milioni di lavoratori continuano a rimanere attivi lungo la filiera agroalimentare

Coldiretti: «La scelta è stata quella di privilegiare alimenti semplici alla base della dieta mediterranea con una grande attenzione però alla conservabilità»

Nonostante le preoccupazioni per la sicurezza e gli ostacoli oggettivi all’operatività – ad esempio la ridotta disponibilità di manodopera, ora che i braccianti agricoli in arrivo dall’est Europa sono bloccati a causa dell’epidemia in corso – sono oltre tre milioni i lavoratori attivi in Italia nella filiera alimentare, in campo per garantire continuità alle forniture di cibo alla popolazione: è quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel fare un bilancio dell’attività necessaria ad assicurare beni essenziali alla popolazione durante l’emergenza coronavirus.

Un impegno quotidiano che deve fare i conti con la chiusura di bar e ristoranti ma anche con un balzo degli acquisti delle famiglie in una situazione in cui con l’emergenza Coronavirus quasi 4 italiani su 10 (38%) hanno fatto scorte di prodotti alimentari e bevande per il «timore ingiustificato» di non trovali più disponibili sugli scaffali, secondo l’indagine Coldiretti/Ixeè; non sono mancate lunghe file davanti a negozi, supermercati, discount e mercati degli agricoltori che hanno in molti casi costretto addirittura ad intervenire le forze dell’ordine.

Nonostante le difficoltà si sono moltiplicate anche le iniziative di solidarietà per garantire la consegna della spesa direttamente a domicilio nelle case soprattutto a favore di quanti anziani o contagiati non possono uscire dalle proprie abitazioni. Si è infatti registrato un aumento dell’11% degli italiani che hanno fatto la spesa on line e del 7% di quanti che hanno chiesto consegna a domicilio.

La scelta – sottolinea la Coldiretti – è stata quella di privilegiare alimenti semplici alla base della dieta mediterranea con una grande attenzione però alla conservabilità che ha favorito gli acquisti di prodotti in scatola. Se la farina con un balzo dell’80% rispetto alla media del periodo è stata il prodotto più acquistato sul podio salgono anche – precisa la Coldiretti – carne in scatola con un aumento del 60% e i legumi in scatola con un balzo del 55%. A finire nel carrello della spesa degli italiani sono stati soprattutto nell’ordine – continua la Coldiretti – la pasta con un +51% e il riso con un +39% ma si registra una crescita del 39% anche per le conserve di pomodoro mentre le vendite dello zucchero salgono del 28%, quelle dell’olio da olive del +22%, il pesce surgelato del 21% e il latte Uht del 20%, nel periodo dal 24 febbraio all’8 marzo, sulla base delle vendite del mondo Coop.

E adesso? Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ la grande maggioranza dei consumatori (82%) è d’accordo sul fatto che in questa fase è importante acquistare prodotti italiani per tutelare una filiera agroalimentare che dal campo alla tavola garantisce all’Italia il primato nella qualità e nella sicurezza alimentare. «Chiediamo a supermercati, ipermercati e discount di privilegiare negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle con il latte italiano al posto di quelle ottenute da cagliate straniere, salumi ottenuti con la carne dei nostri allevamenti, frutta e verdura nazionale ed extravergine Made in Italy al 100% – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – nel sottolineare l’importanza di sostenere lo sforzo degli agricoltori e degli allevatori per assicurare le forniture alimentare al Paese».




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