La Newsletter di ESO
ISSUE 357

Le dieci cose da sapere per far durare la Stella di Natale

I trucchi e le regole per mantenere al meglio la pianta protagonista delle Feste, sia essa nella classica versione rossa, oppure nelle varietà con fiori a forma di rosa o a "orecchie di topo"

repubblica.it

Le dieci cose da sapere per far durare la Stella di Natale

Rosso fuoco, ma anche bianche, crema, rosa, fucsia, screziate, marmorate, in formato mini oppure extra large. Sulla scelta delle stelle di Natale, di cui si contano quasi duecento varietà, c'è l'imbarazzo della scelta. Diciotto i milioni di piante prodotte nel nostro Paese ogni anno e un unico dubbio di fronte a tanta bellezza: come coltivare al meglio queste creature che entrano nelle nostre case come regalo benaugurante? Rispettando poche indicazioni e imparando qualcosa in più sulle origini di questi cespugli messicani riusciremo a mantenerli in fiore per almeno tre mesi e a farli crescere sani per anni. Ecco come fare.

 

1. Una "star" nata a Hollywood

Il nome scientifico della pianta, originaria degli altopiani messicani,  è Euphorbia pulcherrima, ovvero "la più bella" delle euforbie. Era il fiore preferito da Montezuma e gli Aztechi, già nel '500, la utilizzavano per abbellire i templi, come simbolo di vita nuova. Nel 1828 Joel Roberts Poinsett, ambasciatore americano in Messico, ne spedì alcune talee negli Stati Uniti, tanto che la specie fu inizialmente battezzata poinsettia in suo onore. A inizio Novecento il vivaista californiano di origine tedesca Paul Ecke Jr. iniziò a vendere i rami di poinsettia ai negozi di Sunset e Hollywood Boulevard, a Los Angeles, per i mercatini di Natale, lanciando la moda delle stelle come fiore reciso. Così, dal 1950, gli Ecke cominciarono a coltivarle anche in vaso per gli appartamenti, iniziando a crearne selezioni resistenti negli interni. Un lavoro che continua ancor oggi, con varietà che sfoggiano un'ampia gamma di colori pastello, forme nuove, formati mignon e foglie verde scuro ricche di clorofilla, adatte alla poca luce delle case.

 

2. Non petali ma foglie

 

La bellezza della pianta non è data dai fiori, che sono piccolissimi e gialli al centro della "stella", ma delle foglie colorate che li circondano, che si chiamano brattee, e che con il loro vermiglio svolgono la funzione dei petali attirando farfalle e colibrì per l'impollinazione. A partire dal naturale tono scarlatto, le infinite tinte delle euforbie in vendita sono state ottenute dai vivaisti. Si va dal rosso Valentino al bianco puro (tra i più amati per la sua eleganza), passando per verde, crema, salmone, rosa cipria e fucsia, in tinta unita oppure con screziature e variegature. Le piante fiorite di blu, invece, sono verniciate. Negli ultimi anni sono apparse sul mercato poinsettie compatte con tante stelle di piccole dimensioni. Talune hanno brattee "arricciate", come in 'Winter Rose' e 'Valentino', oppure arrotondate a "orecchie di topo", come in 'Christmas Mouse'.

 

3. Come scegliere una poinsettia

 

Per prima cosa, verifichiamo che la pianta sia ancora in boccio, quindi con piccoli fiori verdi ancora chiusi al centro della stella (i fiori aperti, al contrario, sembrano coppette gialle). Le foglie, nel complesso, devono essere ben turgide e salde, perciò non devono cadere appena le tocchiamo, soprattutto nella parte bassa degli steli. Ovviamente, non dobbiamo vedere bruciature o macchie marroni sulle foglie, segno che la pianta ha subito un colpo di freddo. A tal proposito, è importante comprare la stella da un fiorista di fiducia, perché gli effetti dell'esposizione al freddo durante il trasporto possono manifestarsi anche alcuni giorni dopo l'acquisto, quando la chioma improvvisamente si affloscia. Alla luce di ciò, è sconsigliabile scegliere gli esemplari tenuti davanti alla porta del negozio o fuori dalle vetrine, oppure quelli esposti all'aria sui banchetti degli ambulanti al Nord. Le stelle, infatti, sono state coltivate in serra, perciò bisogna proteggerle anche durante il viaggio verso casa.

 

4. Dove tenere la stella di Natale in casa

 

Se riceviamo in dono una Euphorbia pulcherrima mettiamola in un portavasi sopra un tavolo, in posizione molto luminosa, ma non al sole diretto. Può andar bene anche un davanzale interno, purché non sia sopra un calorifero o dietro una finestra che apriamo spesso. Gli spifferi e le correnti d'aria, così come l'aria calda e secca, sono deleteri, per questo non dobbiamo nemmeno tenere la pianta davanti a portefinestra e termosifoni. Temperature intorno ai 18-20 gradi sono perfette per mantenere la stella di Natale in forma, e l'ideale è che non scendano sotto i 12 gradi, né che superino i 26.

 

5. Come e quanto innaffiare l'euforbia

 

La pianta deve bere regolarmente, ma le sue radici devono respirare tra un'annaffiatura e l'altra. Per un tipico vaso da 13 centimetri di diametro, bagniamo una volta ogni tre giorni quando il vaso diventa leggero e la terra risulta asciutta al tatto, utilizzando circa 100 ml di acqua (un calice da champagne). In alternativa, mettiamo a bagno il vaso in un lavandino con il fondo riempito con qualche centimetro d'acqua a temperatura ambiente per 15 minuti, poi facciamo sgocciolare e rimettiamo la pianta al suo posto. I vasi mini, ovviamente, si asciugano prima, quindi annaffiamoli più spesso con una tazzina. In tutti casi, non facciamo mai ristagnare l'acqua nel sottovaso. Se operiamo bene, le foglie non devono mostrare segni di sofferenza. Se invece si afflosciano è perché hanno sete, oppure perché le radici sono morte per troppa acqua, quindi non riescono più a bere. In tal caso, se estraiamo la zolla dal vaso, l'apparato radicale appare marrone, mentre le radici sane sono bianche.  

 

6. Il concime non serve fino a primavera

 

Sotto Feste le stelle di Natale hanno raggiunto il massimo splendore; per tutta la durata della fioritura non crescono più, perciò non è necessario concimarle perché quanto è già presente nel terriccio basta per nutrirle; è sufficiente che abbiano tanta luce per mantenere vividi i colori. Fertilizzare, viceversa, significherebbe accelerare il metabolismo della pianta e spingerla a crescere, facendo appassire velocemente i fiori. In pratica, da Natale la pianta rimane bella aspettando l'impollinazione, per poi far cadere le brattee che non le servono più. Tale effetto di "maturazione" che fa seccare in fretta i fiori lo induce anche un ormone vegetale che ci chiama etilene: questo gas è sviluppato dalle mele e dalle banane in maturazione, perciò è fondamentale tenere le nostre piante lontane dai portafrutta (vale per tutti i fiori).

 

7. Cosa fare dopo la fioritura

 

Se abbiamo agito bene, la pianta inizia a perdere le foglie in maniera fisiologica a partire da febbraio (cominciando da quelle più in basso) perché entra in un naturale periodo di riposo. Quando i rami restano spogli, recidiamoli tutti a circa 10 centimetri di altezza, poi mettiamo il vaso in un ambiente fresco ma non freddo e annaffiamo pochissimo fino a tarda primavera, quando spunteranno nuovi germogli. A quel punto, rinvasiamo in un contenitore di due centimetri più grande riempito con terriccio per piante acidofile e iniziamo a innaffiare regolarmente e a concimare una volta al mese con un prodotto liquido fiori. Quando le temperature diurne si stabilizzano intorno ai 18 gradi, spostiamo la poinsettia in balcone, anche al sole, e lasciamola all'aria fino all'autunno.

 

8. Il trucco per farla rifiorire

 

Tecnicamente, Euphorbia pulcherrima è una pianta brevidiurna: questo significa che fiorisce quando le giornate sono corte. Per farla rifiorire, dunque, dobbiamo far in modo che le ore di buio superino quelle di luce. Quando riportiamo i vasi in casa in autunno, per avere almeno tredici ore di notte, chiudiamoli in sgabuzzino o in una stanza non illuminata tutte le sere dalle 17 alla mattina seguente. Dopo un mese, la poinsettia inizierà a colorarsi. A quel punto, riduciamo l'illuminazione di un'ora ancora e mettiamo al buio la pianta ogni pomeriggio dalle 16, continuando a concimare regolarmente fino a Natale.

 

9. In giardino può diventare un albero

 

Nelle regioni del sud Italia dove le temperature scendono di rado sottozero, la stella di Natale è un'ottima pianta da giardino. Generalmente nelle campagne di Sicilia, Calabria e Sardegna si coltiva la specie originaria, che forma un grande arbusto o un piccolo albero e si riconosce facilmente per i rami molto vigorosi con le foglie verde chiaro. Questa stella di Natale "selvatica", i cui fiori recisi erano utilizzati per decorare le chiese, è molto robusta e amante del sole, e si può ancora trovare in qualche vivaio locale. In alternativa, è facile moltiplicarla interrandone un pezzetto di ramo in tarda primavera. Nulla vieta di mettere in terra anche le varietà da vaso nelle regioni miti, basta acclimatarle piantandole a primavera, per evitare il passaggio diretto dal tepore delle serre ai rigori dell'inverno.

 

10. Le stelle di Natale come fiore reciso

 

Chi ha la fortuna di poter coltivare le poinsettia in terra sa che regalano una quantità di fiori esagerata. Parte di questi steli li possiamo portare in casa come fiore reciso, riprendendo la tradizione del nostro Sud, tenendo a mente che in acqua riescono a mantenersi belli fino a un mese. Serve però un piccolo accorgimento: bisogna impedire al latice bianco che scorre dai rami tagliati di solidificare, impedendo l'assorbimento dell'acqua. Per far ciò, sciacquiamo bene il taglio sotto l'acqua corrente, quindi immergiamo il fusto per cinque secondi in acqua molto calda (almeno 60 gradi) e poi passiamolo velocemente in acqua fredda. Lo stesso vale per conservare un ramo di stelle di Natale che si è rotto da una pianta in vaso. Ultima dritta: la linfa lattiginosa delle euforbie è tossica, quindi non tocchiamoci gli occhi o la bocca dopo averle maneggiate, senza lavarci prima le mani.

 

Gaetano Zoccali

 

 

Photo: Stefan Schweihofer

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