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Rassegna del 7 Agosto, 2020
    

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Guida per escursionisti sostenibili in montagna


Guida per escursionisti sostenibili in montagna

Nessuna vetta è così lontana se vissuta in modo consapevole. Andare in montagna e rispettarla significa sapersi comportare ma anche scegliere i materiali tecnici a basso impatto ambientale

Sarà un’estate alla riscoperta della montagna, un luogo meno «democratico» del mare perché più difficile da raggiungere e conquistare, ma mai così lontano se vissuto con la giusta consapevolezza. In montagna non importa solo arrivare in vetta o raggiungere il rifugio, conta anche come ci si arriva: rispettando l’ambiente, da conservare in tutta la sua purezza e linea estetica. E proprio la bellezza di molti luoghi, considerati instagrammabili, ha generato flussi di turismo dagli effetti collaterali per la natura.

È il caso del lago di Braies, in val Pusteria, nelle Dolomiti, una volta conosciuto solo agli appassionati e che, con il suo appeal social inconsapevole, ha reso necessario trasformare il piccolo parcheggio sterrato in una colata di cemento che ha rovinato la magia del posto.

Vivere la montagna senza intaccarla significa comportarsi in modo green a 360 gradi. Molti brand specializzati in abbigliamento e accessori tecnici per il mondo outdoor hanno fatto della ricerca e della sostenibilità il loro core business, progettando capi interamente realizzati con fibre riciclate: gli appassionati di montagna non possono essere semplici consumatori di prodotti, ma devono essere proprietari delle loro cose. Una differenza che implica cura e dedizione nei confronti di scarponi o gusci che sono compagni di avventure e non possono essere rimpiazzati a cuor leggero.

ATTENZIONE A COSA COMPRI

Il Gruppo Oberalp ha messo a punto un manuale per essere escursionisti consapevoli, a partire dalla scelta dell’attrezzatura. Prima di comprare un pile, delle scarpe da trekking o dei pantaloni è bene controllare non solo le caratteristiche tecniche del prodotto, ma soprattutto con quale materiale è stato realizzato. Per chi va in montagna solo una volta ogni tanto, un buon compromesso per ridurre l’impatto del consumismo è noleggiare quello di cui si ha bisogno.

Le caratteristiche che deve avere un buon capo da montagna sono la qualità, la durabilità e la sicurezza. «Il modo migliore per ridurre l’impatto ambientale nel nostro settore è passare dal tradizionale modello economico del “prendi, produci, getta” ad un modello di economia circolare», spiegano dal gruppo Oberalp. «Ciò significa, ad esempio, rendere la produzione più efficiente, riciclare i materiali, creare prodotti durevoli e allungandone ulteriormente la vita riparandoli quando necessario».

I programmi di ricondizionamento danno una seconda vita ai capi da montagna evitando così di generare rifiuti inutili. «Nulla dura per sempre, ma continuiamo comunque a proporre nuovi modi per riciclare i nostri prodotti» è  la filosofia di Patagonia, che con il programma Worn Wear si impegna a riparare i capi prolungando così la vita delle cose che già si utilizzano. Mentre quelle che non sono più riutilizzabili o riparabili in alcun modo possono essere restituiti affinché sia possibile riciclarle in nuove fibre o tessuti.

Il brand Osprey, specializzato in zaini, riesce a riparare e restituire più del 94% dei prodotti e nel 2018, in Europa, più di 2mila zaini hanno potuto godere del loro programma SecondLife.

COME COMPORTARSI IN MONTAGNA

In montagna, non lasciare traccia! «Sopra ai 2000 metri la plastica andrebbe vietata», ha detto l’alpinista Hervé Barmasse in occasione della tavola rotonda organizzata per la Giornata della montagna 2019. Per l’acqua, basta utilizzare delle borracce e poi riempirle nelle fontane disponibili lungo i percorsi. La seconda regola d’oro è di non abbandonare mai i rifiuti in quota.

Anzi, «Inspire», un’organizzazione no profit nata a Roma nell’ottobre del 2017 promuove l’eco-trekking, ovvero uscite outdoor muniti di guanti e sacchetti per raccogliere tutto ciò che sporca e inquina la montagna. Il brand North Face, per la sua collezione in limited edition di t-shirt ha raccolto ben 18mila chili di plastica dalle Alpi e le ha trasformare in Recovery Tee.

Anche camminare in silenzio rimanendo in ascolto è una forma di rispetto e di gratitudine verso la montagna: i suoni e i rumori fanno parte del suo ecosistema.

L’INIZIATIVA PER SALVARE I GHIACCIAI

A causa del riscaldamento globale, molti ghiacciai dono destinati a sciogliersi impattando sul ciclo dell’acqua. Il brand svizzero La Prairie, luxury house di skincare, si impegna a preservare la sua maggiore fonte d’ispirazione: la bellezza atemporale delle montagne svizzere. Per questo, aderisce ad un’iniziativa benefica tramite la Fondazione ETH e dall’1 agosto donerà parte dei suoi proventi della vendita online alla protezione dei ghiacciai. Lo scioglimento dei ghiacciai di tutto il mondo ha portato ad un aumento del livello del mare tra i 10 e i 20 centimetri, e proprio per contrastare i cambiamenti climatici il brand, che dà al lusso un significato più elevato, ha scelto di sostenere un nuovo progetto di ricerca della sezione di glaciologia che si occupa delle coperture dei ghiacciai e la loro efficacia. Un metodo sperimentale per prevenire la fusione dei ghiacciai.

Alice Rosati

Foto di MaBraS da Pixabay


 




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